Alberi fantasma: i semi che non spunteranno mai.

L’amara riflessione dell’Unione Nazionale Comuni e Enti Montani (UNCEM) sul piano di riforestazione dei PNRR e gli alberi “fantasma”.

Per fare spazio al cemento abbiamo decimato gli alberi, inquinato le acque e l’atmosfera e stiamo arrivando ad un punto di non ritorno.

Ed ora bisogna rimediare e invertire la rotta e, dalla deforestazione siamo passati alla riforestazione. Un piano globale di “riqualificazione” del Pianeta Terra che interessa tutti i Paesi, anche l’Italia.

La Strategia Forestale Europea riprende l’obiettivo di piantare 3 miliardi di alberi entro il 2030 utilizzando principalmente le aree urbane e periurbane dove si dovrà piantare “l’albero giusto al posto giusto”.

Il PNRR italiano prevede un Piano di forestazione urbana ed extraurbana, per la tutela e la valorizzazione del verde urbano ed extraurbano. E’ parte della “Missione 2 – Transizione ecologia e rivoluzione verde”.

Quanti alberi abbiamo già piantato?

L’importo complessivo dell’Investimento è pari a 330 000 000 euro, con l’obiettivo di Piantare almeno 6,6mln di alberi, sviluppare boschi urbani per 6.600 ettari, riqualificare 14 Città metropolitane. (fonte Mase.gov.it)

Una cosa è piantare un seme ed un’altra cosa è piantare un’alberosottolineava qualche giorno fa Giorgio Mottironi, CSO e co-fondatore di Ener2Crowd.

L’attività di riforestazione è importantissima per combattere il cambiamento climatico, ma gli alberi devono essere veri alberi.

L’ultimo scandalo è scoppiato con la diffusione della delibera 8/2023 della Corte dei Conti sugli “Alberi Fantasma”, il programma da 330 milioni di euro finanziato con i fondi del Pnrr che ora si rischiano di perdere, perché invece di piantumare alberi si sono piantati semi o neanche, perché in alcune delle 14 città metropolitane interessate non si è andati oltre la fase di pianificazione.

un germoglio spunta dalla terra di un vasetto pieno di terra
Alberi fantasma: i semi che non spunteranno mai.

Il comunicato dell’UNCEM

Il tema non è solo semi si, alberi no. Nel senso di “non abbiamo piantato alberi“, l’accusa di Bruxelles. Era scontato non lo potessimo fare, non avendo alberelli, ovvero “materiale di moltiplicazione” (che doveva essere prodotto e consegnato ai vivai forestali – deboli e inesistenti in Italia – come dal 1952, dai Carabinieri Forestali, oggi COFA… con altri Carabinieri che poi hanno fatto i controlli scoprendo il problemi). Il vero punto di sta questa sugli alberi non piantati e finora “seme”, è che da dieci anni almeno, tutti parlano di nuove milionate di alberi da piantare. 10, 100, 1miliardo.

Per “assorbire co2”, risolvere le problematiche della crisi climatica, si dice.

E giù applausi. Milioni e milioni.

E noi, ditino alzato per chiedere la parola, con PEFC, FSC, Legambiente, Alberitalia, Conaf a provare a dire che, in Italia “non abbiamo alberi” da piantare, che non abbiamo vivai forestali, che il “materiale da moltiplicazione” non è mai stato prodotto, che si è investito niente su questo fronte per cinquant’anni, che c’è una legge statale moderna e bellissima sulle foreste da applicare e che di demagogia moriremo.

Perché il PNRR doveva avere 1 miliardo di euro per le foreste montane, 12 milioni di ettari di foreste in aumento, saltati nel 2021 per banali scontri politici nel governo di allora. Poi qualcuno ha pensato di dire che saremmo stati bravi come Paese investendo su nuovi alberi. E così è partito il meccanismo e il bando, malscritto, sulle foreste urbane. Da piantare in spazi da ricavare.

Facile. Bello, stupendo. Senza alberi da piantare.

Cosa prevede il Piano di forestazione?

La Strategia nazionale per la biodiversità 2020-2030 dedica un Obiettivo specifico alla conservazione delle foreste: “B.9 Ottenere foreste più connesse, più sane e più resilienti contribuendo attivamente all’obiettivo UE di piantare almeno 3 miliardi di alberi” declinato in azioni e sotto-azioni rivolte ad esempio ad aumentare la superficie forestale anche in aree forestali danneggiate da disturbi naturali e antropici promuovendo l’impiego di specie forestali autoctone; incrementare, tutelare e monitorare la biodiversità degli ecosistemi forestali a livello nazionale, regionale ed ecoregionale, migliorando le connessioni ecologiche, riducendo gli impatti negativi del cambiamento climatico e tutelando la salute e il benessere pubblico.

Parte significativa del tema forestale è rappresentata dalla forestazione in ambito urbano, periurbano ed extraurbano, in particolare nelle aree vaste metropolitane.

In realtà il piano si sta rivelando un fallimento e i tanto auspicati “alberi da piantare”,in realtà sono alberi fantasma.

L’amara riflessione dell’UNCEM

Sembra che nessuno sappia, o abbia dimenticato, che il bosco in Italia aumenta non poco, invade il prato-pascolo e i paesi ove la popolazione si riduce, e che piantare alberi è solo una parte delle tante cose da fare e finanziare ai sensi della Strategia forestale nazionale. È solo un pezzo, piantare alberi che oggi non abbiamo, di un programma più ampio! Ma si è preferito agire di pancia, con milioni di alberi annunciati che non ci sarebbero mai potuti essere. E Uncem lo aveva detto, scritto, ma serve a poco oggi ribadirlo.

Si è agito e scritto il PNRR senza ascoltare Davide, Antonio, Alessandra, Marco…, e quelli bravi, ma davvero bravi (si pensi alla ottima Fondazione Alberitalia) che avevano già messo tutti in guardia. Ora ci ritroviamo i semi. E le paginate dei giornali. Importanti, ma con i semi e senza vivai forestali. Con la necessità di una vera politica forestale, peraltro scritta e solo da attuare con i soggetti giusti.

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Unione Nazionale Comuni e Enti Montani (UNCEM)
Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”