Negli ultimi giorni, il golfo di Trieste sta affrontando un problema ambientale significativo: l’invasione della mucillagine. Questo fenomeno, purtroppo non nuovo, si sta manifestando con intensità preoccupante, compromettendo la salute del mare e delle attività umane che dipendono da esso.
Il fenomeno è stato documentato con video e fotografie dal biologo Marco Segarich epostato sui social dall’Area Marina Protetta Miramare. Le riprese effettuate presso le Trezze, al largo di Grado, e le immagini scattate al porto di Grignano, mostrano chiaramente le emulsioni mucillaginose che stanno invadendo non solo la superficie, ma anche l’intera colonna d’acqua e il fondale marino. Questo rende evidente l’entità del problema, che non si limita alla sola visibilità esterna, ma coinvolge profondamente l’ecosistema marino.
Cos’è la Mucillagine
La mucillagine è una sostanza gelatinosa prodotta da alghe microscopiche, come fitoplancton e cianobatteri. Questi organismi proliferano in condizioni particolari, quali alte temperature, scarso ricambio idrico e presenza di nutrienti in eccesso. Quando le condizioni sono favorevoli, la mucillagine si accumula in grandi quantità, formando aggregati vischiosi che galleggiano sulla superficie dell’acqua.
La composizione della mucillagine può variare, ma in genere contiene una miscela complessa di carboidrati, proteine, lipidi e altre sostanze organiche prodotte dalle alghe. Questi componenti conferiscono alla mucillagine una consistenza densa e appiccicosa, che la rende facilmente visibile a occhio nudo. La mucillagine può apparire come una massa biancastra, giallastra o marrone, che può ricoprire ampie aree della superficie del mare, rendendola torbida e sgradevole alla vista.
Il fenomeno della mucillagine è noto da decenni, ma la sua frequenza e intensità sembrano essere aumentate negli ultimi anni, probabilmente a causa del cambiamento climatico e dell’incremento delle attività umane che rilasciano nutrienti nell’ambiente marino. La proliferazione delle microalghe è favorita da condizioni ambientali particolari, come temperature elevate, presenza di nutrienti in eccesso (ad esempio, nitrati e fosfati), e scarso ricambio idrico. Quando queste condizioni si verificano simultaneamente, le microalghe producono grandi quantità di sostanze mucillaginose, che si aggregano formando le caratteristiche masse gelatinose.
L’Area Marina Protetta Miramare
L’Area Marina Protetta Miramare, situata vicino a Trieste e ai piedi del Parco e del Castello di Miramare, come si legge sul sito ufficiale, è un’importante area di biodiversità marina, riconosciuta dall’UNESCO per l’armoniosa coesistenza tra uomo e natura.
Istituita nel 1973 come Parco Marino dal WWF Italia, la riserva è la prima area marina protetta nata in Italia insieme a quella di Ustica nel 1986, grazie a un decreto del Ministero dell’Ambiente che ha confermato la gestione da parte del WWF Italia.
Oggi, l’AMP Miramare protegge 30 ettari di biodiversità marino-costiera e 90 ettari di zona cuscinetto, istituita nel 1995 per difendere l’area principale dalla pesca con le lampare, una pratica comune nel Golfo di Trieste che minacciava l’integrità della riserva. Le ordinanze della Capitaneria di Porto, inclusa quella del 2014, hanno ulteriormente rafforzato questa protezione.
I compiti dell’AMP Miramare includono la tutela e conservazione dell’area protetta, il supporto alla ricerca scientifica applicata alla gestione delle risorse marine e la promozione della conoscenza dell’ambiente marino attraverso programmi educativi e divulgativi. Nonostante sia la più piccola delle aree marine protette italiane, l’AMP Miramare è un punto di riferimento per la conservazione e la ricerca scientifica, grazie alla sua gestione efficace e ai programmi di educazione ambientale, che coinvolgono scuole, famiglie e offrono escursioni guidate.
Perchè si è verificato questo fenomeno?
Le forti piogge delle ultime settimane hanno provocato un aumento improvviso dei nutrienti trasportati dai fiumi che sfociano nell’Alto Adriatico. Questo eccesso di nutrienti, in combinazione con le alte temperature estive, ha favorito le fioriture di microalghe unicellulari. Questi eventi meteorologici estremi, sempre più frequenti a causa del cambiamento climatico, contribuiscono significativamente alla proliferazione della mucillagine.
Diverse attività umane contribuiscono alla proliferazione della mucillagine. L’agricoltura intensiva utilizza grandi quantità di fertilizzanti chimici, che contengono nutrienti come azoto e fosforo. Questi nutrienti, trasportati dai corsi d’acqua, finiscono nel mare e alimentano la crescita delle alghe. Anche le acque reflue urbane, spesso cariche di nutrienti e inquinanti, vengono scaricate in mare senza adeguati trattamenti.
Inoltre, le attività industriali possono rilasciare sostanze nutrienti e inquinanti nelle acque costiere. La combinazione di questi fattori crea un ambiente ricco di nutrienti, ideale per la proliferazione delle microalghe che producono la mucillagine.
Impatti ambientali preoccupanti
L’invasione della mucillagine ha effetti devastanti sull’ecosistema marino. Questo materiale soffoca i fondali marini, riducendo l’ossigenazione dell’acqua e danneggiando la fauna e la flora locali. Le piante acquatiche, come le praterie di posidonia, subiscono gravi danni a causa della mancanza di luce solare, essenziale per la fotosintesi. La diminuzione di ossigeno nell’acqua porta alla morte di molti organismi marini, incluse specie di pesci e invertebrati. Questo crea uno squilibrio nell’ecosistema, influenzando negativamente la biodiversità e la catena alimentare marina.
Inoltre, la decomposizione della mucillagine produce sostanze tossiche e gas nocivi, come l’ammoniaca e il metano, che aggravano ulteriormente la situazione ambientale. La presenza della mucillagine influisce anche sulla qualità dell’acqua, rendendola torbida e maleodorante, e sulla capacità di rigenerazione naturale dei fondali marini. Questi effetti a catena minano la resilienza dell’ecosistema marino e la sua capacità di adattarsi ai cambiamenti ambientali.
Impatti sul Turismo
L’invasione della mucillagine sta avvenendo all’inizio della stagione estiva, un periodo cruciale per il turismo nella regione. I turisti, per ovvie ragioni di prevenzione, evitano di bagnarsi in un’acqua che appare inquinata e sgradevole, malgrado le rassicurazioni degli esperti che garantiscono che non esiste alcun rischio per la salute.
Questo comportamento, comprensibile, sta causando un danno significativo al settore turistico, che dipende fortemente dalla qualità delle acque marine per attrarre visitatori. Gli operatori turistici sono preoccupati per le possibili perdite economiche, considerando che l’industria turistica è una delle principali fonti di reddito per la regione.
Le recenti osservazioni indicano che il fenomeno della mucillagine sta diventando sempre più frequente e grave. È imperativo che si adottino misure preventive per ridurre l’impatto delle piogge torrenziali e dell’inquinamento da nutrienti. Politiche di gestione delle risorse idriche e pratiche agricole sostenibili possono contribuire a mitigare il problema. Inoltre, una maggiore consapevolezza pubblica e un monitoraggio costante dell’ambiente marino sono essenziali per affrontare efficacemente questo problema.
La mucillagine nel golfo di Trieste rappresenta una sfida significativa per l’ambiente e l’economia locale. È essenziale intervenire tempestivamente e in modo coordinato per limitare i danni e preservare la salute del mare. Solo attraverso una gestione sostenibile delle risorse marine e una maggiore consapevolezza ambientale si potrà affrontare efficacemente questo problema.
Immagine di copertina è un fotogramma del video istagram di Area Marina Protetta Miramare
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