Addio a Piero Angela, il Torinese che ci ha fatto girare il mondo

“Buon viaggio papà”: solo tre parole scritte dal figlio Alberto sul suo profilo Facebook e per tutti è chiaro che Piero Angela non c’è più.

Aveva 93 anni. Una bella età, direbbe lui stesso, o meglio:”Il mio corpo è come una macchina: il motore avrà anche 80.000 chilometri, ma il guidatore ha solo 45 anni“.

Giornalista, scrittore, conduttore televisivo e saggista, Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al meirto della Repubblica Italiana, eccellente pianista (adorava il jazz).

La straordinarietà di quest’uomo affonda le radici nella sua Torino. Una città che lo ha sempre amato e che lui ha sempre portato con sè ovunque nel mondo. Malgrado la perfetta dizione e la sua consumata esperienza di conduttore televisivo, comunque si percepiva quella tipica inflessione che distingue un torinese doc.

Un uomo che ha insegnato molto, ha insegnato tutto. La sua grande qualità era proprio quella di dire le cose più complicate, nella maniera più semplice. Se era Piero Angela a spiegare, chiunque capiva, anche se si trattava di fisica quantistica.

La sua voce dolce creava un’atmosfera di interesse e curiosità che aveva il sapore dei racconti delle fiabe, quelle raccontate dai nonni ai bambini sotto le coperte.

Piero Angela: Il docuMan

E’ lui che ha praticamente inventato il documentario. Ci ha insegnato la storia, la geografia, la scienza ed ogni materia. Quando la tecnologia ha cominciato ad essere dilagante era straordinario vedere come il racconto di Piero Angela fosse colmo di stupore e curiosità, quasi affascinato e divertito dallo spiegare quello che aveva appena capito dall’alto dei suoi “anta”. Un uomo al passo con il progresso ma con la stessa innocenza di un bambino.

Piero ha visto tutto, ha capito tutto e ha insegnato tutto, spaziando dall’archeologia alla natura, dall’economia alla scienza.

Siamo andati ovunque con lui e abbiamo girato il mondo attraverso i suoi viaggi. Una straordinaria fonte inesauribile di cultura che è riuscito a trasmettere con passione infondendo interesse anche nelle persone meno avvezze alla conoscenza e al sapere.

Ha contribuito, se non letteralmente “fondato” l’archivio documentaristico delle teche RAI. Inutile ripercorrere una carriera come la sua.

Una parola per tutte: Superquark.

Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”