Il Premio Lunezia è uno dei concorsi più famosi e prestigiosi nel panorama musicale italiano. Nato per valorizzare il valore letterario e musicale delle canzoni, con il battesimo artistico di Fernanda Pivano e Fabrizio De André, ha premiato nella sua storia artisti come Vasco Rossi, Claudio Baglioni, Elisa, Ligabue, Bocelli, Charles Aznavour. Ogni anno il Premio Lunezia è protagonista sul palco di Sanremo, dove assegna il riconoscimento al miglior testo, e nel 2025 festeggerà il suo 30° anniversario, continuando a sostenere e promuovere quelle voci che hanno come obiettivo l’arte della canzone, lontano dalle logiche di mercato e dalle mode passeggere.


Premio Lunezia: il pensiero di Gae Capitano
Era una calda sera di luglio del 2012, e l’emozione che provavo era di quelle che non si dimenticano mai.
Mi trovavo sul lungomare di Marina di Carrara, che sembrava non finire mai, circondato da una folla immensa, che si perdeva a vista d’occhio. Il grandioso spettacolo che doveva iniziare – con i suoi maxi schermo, il maestoso pianoforte a coda nero sul palco illuminato dai riflettori e i suoi manifesti azzurri a colorare la cittadina toscana – aveva richiamato migliaia di appassionati di musica e altrettanti turisti in vacanza.
Il Premio Lunezia, una delle manifestazioni più importanti del panorama musicale italiano, era giunto alla sua finale, e io ero lì, a pochi passi dal palco, per un motivo speciale: mi sarebbe stato attribuito il primo premio assoluto nella sezione autori, per il miglior testo dell’anno.
“Tabula rasa”, una raffinata ballad che sarebbe diventata una dei cavalli di battaglia della splendida Ilaria Porceddu – in una delicata versione firmata da me, Ilaria & Gazzè – eseguita nell’arrangiamento orchestrale da Ilaria al pianoforte e da una delle ensemble di archi più famose d’Italia: i GnuQuartet, che avevano impreziosito le performance di Neffa e La Crus sul palco del Festival di Sanremo, e accompagnato i tour dei Pooh, di Ermal Meta e Francesco De Gregori.
Ulteriore onore, la lettura del mio testo, vincitore del primo premio assoluto, sarebbe stata affidata al grande Roberto Chevalier, vincitore di due nastri d’argento e doppiatore italiano di Tom Cruise, John Travolta, Tom Hanks,Matt Dillon, Ray Liotta, Andy Garcia.
Gli altri Premi della serata sarebbero stati conferiti a leggende della musica italiana, immortalando quella edizione come una tra delle più incredibili della storia del festival:
Giorgia (Premio Lunezia Pop), Zucchero (Premio Lunezia nel Mondo), Niccolò Fabi (Premio Lunezia Elitè), Arisa (Premio Lunezia Sanremo), Nomadi (Premio Lunezia alla carriera). Marco Masini (Premio Lunezia Menzione Speciale), Enzo e Paolo Jannacci (Premio Lunezia Antologica), Subsonica (Premio Lunezia Menzione Speciale). Nair (Premio Lunezia Menzione Speciale), Marco Ferradini (Premio Lunezia Antologica), Mauro Ermanno Giovanardi (Premio Lunezia al Talento), Giovanni Block (Premio Lunezia Future Stelle). Amelie (Premio Lunezia Nuove Proposte), Umberto Palazzo (Premio Lunezia Doc), Enzo Avitabile (Premio Lunezia Etno Music), Erica Mou (Premio Lunezia Miglior testo Festival Sanremo). Antonello Venditti (Premio Lunezia Pop), Patty Pravo (Premio Lunezia per il brano “La luna” di Vasco Rossi), Annalisa (Premio Lunezia Pop).
Un parterre di stelle che avrebbero fatto impazzire chiunque!
Tra gli stand riservati agli artisti l’aria era elettrica e il tempo sembrava essersi fermato. Come il personaggio di Collodi nel paese dei Balocchi, mi aggiravo sorridente e sognante a chiacchierare con artisti inarrivabili, visibilmente emozionato.
Sorrido ancora guardando le fotografie che mi ritraggono felice e impacciato chiacchierare con Venditti, parlare di scrittura con Niccolò Fabi e Marco Masini, ascoltare gli aneddoti di Zucchero e Jannacci, conoscere alcune delle voci femminili che amo, tra le più belle e iconiche di sempre: Patty Pravo, Arisa, Annalisa e Giorgia.
Prima di salire sul palco per ricevere il premio dalla giuria RAI, presieduta dal critico musicale Dario Salvatori -in immancabile giacca sgargiante- il direttore artistico Loredana D’Anghera mi regalò un pensiero che ricordo con affetto:
“Sei qui perché scelto tra centinaia di autori: goditi il momento”.
In qualche modo, ero consapevole di fare un passo verso il futuro di un racconto più grande, una storia fatta di tante storie.
La storia di chi non smette mai di inseguire un sogno. Quella di tutti gli autori, poeti, scrittori di canzoni, che per qualche motivo misterioso cristallizzano un pensiero dell’universo su un foglio di carta e l’affidano al mondo con la speranza qualcuno l’ascolterà e ne rimarrà – anche solo per un secondo – incantato.
La storia di tutti coloro che come me -e questo grande Premio- credono nel valore delle canzoni, dei loro testi, della bellezza di ogni forma d’arte, nelle loro vite.
Quella sera ero lì, e anche io entravo a far parte, in qualche modo, della storia del Premio Lunezia”.


Oggi il Premio Lunezia si appresta a festeggiare i suoi trent’anni.
E lo fa in grande stile, come un evento che non ha mai smesso di crescere, evolversi e rinnovarsi.
Ne parliamo con l’ospite di questa puntata di Masterclass, la rubrica di Zetatielle Magazine dedicata alle eccellenze della musica Italiana.
È con noi Stefano De Martino, ideatore e patron del Premio Lunezia.
Stefano De Martino
Si distingue come creator sin dagli inizi della sua carriera, realizzando eventi legati al mondo della musica e del cinema.
È autore del Festival Cinematografico “L’Agave di Cristallo” – Premio ai Film con i Migliori Dialoghi – che ha premiato nelle varie edizioni personaggi del calibro di Ettore Scola, Pupi Avati, Mario Monicelli, Dino Risi, Lina Wertmuller, Nanni Moretti, Francesco Bruni, Carlo Delle Piane e molti altri. Ha al suo attivo il libro “Gaudenti d’Italia”, edito da Luna editore, che raccoglie vari giochi di società da lui ideati.
La sua inarrestabile vena creativa dà vita ad una serie di eventi di risonanza nazionale:
Il Festival BBA che premia, per tematiche, l’arte pubblicitaria dei manifesti murali. L’Astrotour, evento che abbina a 12 città i 12 diversi segni dello zodiaco, con un tour che festeggia e tematizza, di tappa in tappa, tutti i segni zodiacali, con dibattiti, premi e sorprese agli appartenenti al segno di turno.
Il Festival Stele d’Argento, dedicato alle musiche da film antologiche e alle nuove leve della composizione di colonne sonore. Per il Comune di Massa è ideatore del Festival Mercurio d’Argento dedicato alle musiche per l’immagine.
Molte e prestigiose le iniziative nate sulla scia del prestigio del Premio Lunezia.
“Parole liberate: oltre il muro del carcere”,un Premio per poeti della canzone riservato alle persone detenute nelle carceri italiane. Nato da un’idea dell’autore Duccio Parodi, sviluppata con Michele De Lucia, giornalista e scrittore, e Riccardo Monopoli, attore, il Premio è stato promosso da Carlo Conti nel corso della finalissima del Festival di Sanremo. Nella stessa occasione Gabriel Garko ha letto davanti a dodici milioni di telespettatori la lirica vincitrice della 2a edizione.
Il CityAward, versione internazionale del Premio Lunezia, destinato a premiare la qualità musical-letteraria delle canzoni straniere e i suoi autori. Il “Premio Lunezia Story” e “I salotti del Premio Lunezia” in cui si ripercorrono le storie delle canzoni premiate e si confrontano con la letteratura tradizionale. Senza dimenticare gli appuntamenti ormai consolidati di “Repican”, parola composta dalle iniziali di “recita”, “piano” e “canto”, dove musica e parole si incontrano attraverso il canto e la recitazione, a volte impreziosite dalla presenza di un’orchestra.
Stefano De Martino è autore di “Special Festival“, una rassegna unica al mondo, che determina coppie in gara costituite da Big della musica leggera e disabili intellettivi con capacità canore. Molti gli artisti che hanno deciso di partecipare all’evento, Fausto Leali, Mario Biondi, Enrico Ruggeri, Alexia, Tazenda, Moreno, Omar Pedrini, Massimo Di Cataldo. “Special Festival” è stato seguito dai servizi di “Uno Mattina” (Rai Uno).


Il Premio Lunezia: 30 Anni di Musica e Cultura
Il fiore all’occhiello della visione imprenditoriale e artistica di Stefano De Martino è il Premio Lunezia.
Come musicofilo e appassionato studioso di musica italiana, Stefano De Martino nel 1996 dà vita al primo concorso italiano che studia e premia il “Valore emozionale” delle canzoni, nello spirito di una tesi redatta dal critico musicale Paolo Talanca, che dà una forma teorica al legame tra la musica e la letteratura delle canzoni.
Tengono a battesimo il Festival due eccellenze assolute del mondo della musica e della letteratura: Fabrizio De André e Fernanda Pivano,
Negli anni molti e prestigiosi i nomi che collaboreranno al festival. Tra cui i presentatori Fabrizio Frizzi, Gabriella Carlucci, Pippo Baudo.
Il Premio Lunezia è diventato sempre più un appuntamento immancabile, con una risonanza che ha attraversato le frontiere della musica italiana, per diventare è oggi una delle manifestazioni più significative nel panorama musicale italiano.
La sua peculiarità? Essere una celebrazione dell’arte-canzone, in cui la musica non è solo intrattenimento, ma una vera e propria espressione di letteratura.
Un evento che ha saputo valorizzare il testo, la parola, l’emozione che nasce dalle canzoni.
Il Festival della Luna, come è anche conosciuto, che nelle varie edizioni si è svolto tra Aulla e Marina di Carrara, ha visto nel tempo crescere la sua fama, grazie a una formula innovativa e affascinante che combina spettacolo dal vivo, ospiti, nuove proposte e lettura dei testi premiati da parte di attori e doppiatori professionisti del mondo del cinema e del teatro.
L’importanza di questa manifestazione è stata ulteriormente riconosciuta grazie alla collaborazione con il Ministero della Cultura e la Nazionale Italiana Cantanti. Un segnale tangibile del valore che il Premio Lunezia ha acquisito nel panorama della cultura musicale italiana.
Speciali e notiziari di Rai Isoradio, Rai Radio Uno, Rai News, Rai Cultura e Rai 5 hanno raccontato le edizioni, portando il Festival a una visibilità che ha pochi eguali.
Resa prestigiosa e nota dalla presenza al Festival di Sanremo, dove viene consegnato il Premio Lunezia al miglior testo in gara.


Il Premio Lunezia: un Palmarès di Eccellenza
Nel corso di questi trent’anni, il Premio Lunezia ha ospitato alcuni dei più grandi nomi della musica italiana.
Basta visitare il sito ufficiale del Premio Lunezia per ritrovare tutta la storia della musica italiana, e internazionale, immortalata negli scatti di Fabrizio Evangelisti, fotografo ufficiale della manifestazione.
Artisti come Fabrizio De André, Vasco Rossi, Ligabue, Claudio Baglioni, Laura Pausini, Elisa, Gianni Morandi, i Negramaro, Vinicio Capossela, Andrea Bocelli, Charles Aznavour e molti altri hanno preso parte a questa straordinaria manifestazione. La lista è davvero infinita.
Un appuntamento che è sempre stato tanto una festa della musica quanto una riflessione sulla profondità dei suoi significati.
Perché uno degli aspetti più interessanti del Premio Lunezia è la sua capacità di unire musica e cultura, di fare da ponte tra il mondo della canzone e quello della letteratura.
L’evento ha anche avuto il merito di saper dare spazio alle nuove generazioni di artisti. Con una sezione apposita per le “Nuove Proposte“
Che dal 2001 è diretta da Loredana D’Anghera, diplomata in canto lirico all’Istituto Musicale Mascagni di Livorno, laureata presso il Conservatorio Puccini di La Spezia, Docente di canto pop/rock al Conservatorio G.F.Ghedini di Cuneo e al Conservatorio A.Boito di Parma.
Grazie alla promozione delle nuove voci della musica italiana, il Premio Lunezia ha contribuito a lanciare carriere e a mettere in luce giovani talenti, facendo sì che il festival non fosse solo un’occasione di celebrazione, ma anche una fucina di idee fresche e innovative.
Negli ultimi anni, il Premio ha offerto grandi possibilità di crescita agli artisti. Basta sfogliare l’albo d’oro del festival per trovare tutte le iniziative e collaborazioni che il festival ha messo in atto per contribuire alla nascita di nuove stelle del mondo della musica.
Per quanto riguarda l’edizione appena conclusasi, due finalisti del Premio Lunezia Nuove Proposte 2024 edue finalisti del2025, Sezione Cantautori e Band, apriranno almeno 3 concerti ciascuno nei tour in Italia di Sophie and the Giants, The Trammps, Christopher Cross e altri artisti internazionali.
Inoltre i primi tre classificati delle annualità 2024 e 2025 saranno ospiti di Radio Rai.
Ad aggiungere magia alla manifestazione anche le location, sempre raffinate e suggestive, tra cui il palco estivo con il Colosseo di Roma come sfondo e importanti Teatri. Ultima serata prima del trentennale si è conclusa al Teatro Civico di La Spezia nel mese di dicembre, ed è stata citata a Rai Uno e Tg Rai durante Telethon. Mentre un nuovo Red Carpet ha celebrato la Direzione di Antonella Bert.


Il Premio Lunezia a Sanremo
Da alcuni anni il Premio Lunezia è ospite al Festival di Sanremo dove assegna il Premio per il Miglior Testo Letterario.
Nell’ultima edizione 2024, il patron Stefano De Martino – accompagnato dalla direttrice della sezione nuove proposte Loredana D’Anghera – ha consegnato il premio ai Negramaro selezionandoli tra una agguerrita rosa di candidati, Fiorella Mannoia, Angelina Mango, Mr. Rain, BigMama, Loredana Bertè, Dargen D’Amico e i Santi Francesi, con la seguente motivazione:
“Non manca la qualità dei testi a Sanremo, ed è così da diversi anni. Nell’impegno di una sola scelta per l’edizione 2024 abbiamo indicato l’opera dei Negramaro. Grazia e leggerezza in visita a luoghi interiori ed esteriori del sentimento amoroso, per chiedere di ricominciare, un dilemma nel quale tutti dovremmo ritrovare fede. Un testo dalla perfetta resa formale che trova sicura alchimia con la musica e la voce del suo Leader. Quindi una canzone di pregiata qualità musical-letteraria“. (Stefano De Martino)
A queste parole fa seguito la motivazione del critico musicale Dario Salvatori, membro della Commissione del Premio Lunezia:
“Il vero senso di una fine. La misura della perdita non si può colmare e le esperienze future non saranno mai nuove davvero. In fondo questo testo può essere utilizzato come amuleto, gravido dei migliori auspici e carico di notti insonni. Impara l’arte e poi indaga“.
Quest’anno il Premio Lunezia ha voluto premiare una formazione storica, da sempre alla ribalta delle cronache durante il festival di Sanremo: I Jalisse.
“Soddisfazioni e delusioni fanno capire la verità della vita, il suo profumo. Per noi tutto è una esperienza incredibile: si cade, ci si rialza, si riprende a camminare e quando sai che tante persone ti accompagnano, allora ti sembra tutto meno faticoso; il fango diventa polvere, il buio diventa luce. Grazie al Premio Lunezia” (Jalisse).


Masterclass: l’intervista a Stefano De Martino
Ho il piacere di conoscere il Patron del Premio Lunezia dalla mia vittoria nella sezione Autori dell’edizione 2012.
Negli anni siamo rimasti in piacevole contatto e, nel tempo, molte volte sono stato invitato a delle loro iniziative prestigiose. Come la partecipazione alla Camera dei deputati, a Montecitorio, Roma, in compagnia di Ron, di cui ho un bel ricordo.
Segno tangibile del fatto che partecipare al Premio Lunezia è in qualche modo entrare a far parte di una grande famiglia artistica.
L’occasione del nostro rincontrarsi è naturalmente il bellissimo traguardo del trentennale del Premio Lunezia.
Fernanda Pivano e Fabrizio De André hanno battezzato il premio. Cosa ha significato per te e per la manifestazione avere queste due figure a rappresentare le radici di Lunezia?
«Una grande responsabilità e un bellissimo ricordo. Il Premio era appena nato e ricevere l’attenzione di due artisti straordinari come Fernanda e Fabrizio fu la conferma che la direzione del progetto aveva delle fondamenta importanti: l’attenzione del mondo per la parola scritta. Nel nostro caso legata al mondo delle canzoni».
Nella filosofia del Premio Lunezia, quali aspetti deve avere un’opera per emergere come “Valore musical-letterario”?
«Non esiste un algoritmo di riconoscimento della magia di una costruzione letteraria.
Il team del Premio Lunezia è costituito da una serie di esperti del mondo della poesia, della musica, della letteratura – riconosciuti a livello nazionale – che nei mesi di selezione “scandagliano” le opere pervenute in cerca di quel qualcosa di indefinito che rende un’opera unica. Con quei parametri di bellezza, non schematizzabili, che la possano rendere identificabile tra migliaia di altre opere.
Dai nostri inizi operiamo partendo dai concetti espressi dalla tesi della musical-letterarietà redatta dal critico Paolo Talanca, per anni collaboratore storico del festival, evolvendoci con nuovi collaboratori e nuove partnership, per rimanere sempre legati alla trama artistica reale del mondo della musica e della letteratura, sempre in continua evoluzione».
Un compito arduo e delicato, lo sappiamo.
Per questo motivo il Premio Lunezia, nel rispetto degli artisti, è uno dei pochi concorsi in Italia che – su richiesta – invia ad ognuno dei partecipanti le valutazioni della sua opera e le motivazioni delle nostre scelte di premiarla o no».
Quanto è ancora importante distinguere la qualità in un panorama musicale sempre più “mordi e fuggi”?
«Le mode sono sempre esistite. Ma le belle canzoni – i bei testi, i concetti di spessore, le storie originali- sono quelle che attraversano i decenni e rimangono vivi nell’immaginario del pubblico.
Sebbene il panorama musicale contemporaneo sembri orientato verso un consumismo rapido e superficiale, la qualità letteraria e il valore musicale di alcune canzoni continua a giocare un ruolo fondamentale nell’elevare la musica a forma d’arte completa, capace di resistere alla prova del tempo.
Noi del Premio Lunezia siamo alla ricerca di opere e artisti che siano la testimonianza di come la musica possa essere utilizzata per trasmettere e conservare idee, emozioni e storie che vanno oltre l’istante».
Nella tua esperienza, come vedi cambiare la qualità e l’approccio alla scrittura musicale delle nuove leve rispetto ai grandi autori del passato?
«Oggi le canzoni sembrano più concentrate sulla velocità e sull’effimero piuttosto che sulla profondità del messaggio. Questo perché la scrittura musicale è spesso influenzata dalla necessità di rispondere a logiche di mercato e di consumo rapido.
Il lavoro di una manifestazione come la nostra è riconoscere la scintilla dell’eredità dei grandi autori del passato – e le nuove forme di originalità – nei nuovi linguaggi adottati dagli artisti. Una scintilla più difficile da identificare perché celata da un velo di apparente superficialità, ma sempre esistente.
Tuttavia, anche oggi, non manca chi -come i grandi autori del passato- cerca di mescolare l’arte della musica e delle parole con una visione autentica e una riflessione profonda. Adatta ai tempi, ma al tempo stesso mantenendo viva la tradizione della qualità letteraria e musicale.
Nella sezione autori del nostro concorso, per esempio, la qualità dei testi rimane di uno standard molto alto. Probabilmente perché nel tempo siamo diventati agli occhi del pubblico e degli artisti, custodi dell’arte della parola legata al mondo delle canzoni».
Per la sezione delle Nuove Proposte, fiore all’occhiello del Festival, come è cambiata secondo te la visione dei giovani artisti?
«Sebbene noi siamo da sempre alla ricerca del valore musicale e letterario delle canzoni, e degli artisti che le interpretano, dobbiamo tutti fare i conti con un mondo musicale distratto e veloce.
Mentre molti cercano scorciatoie fatte di canzonette e slogan musicali, c’è chi decide di iscriversi al concorso e lavorare con noi perché condivide la nostra concezione artistica.
Come Premio Lunezia, il nostro impegno è proprio quello di sostenere questi giovani che, pur operando in un mondo in rapido movimento, si distinguono per una scrittura musicale che guarda al futuro con maggiore consapevolezza e qualità».
Come si aiutano questi artisti che non seguono il mercato?
«È una delle grandi sfide che il nostro team, e il nostro direttore artistico delle nuove proposte, Loredana D’Anghera, devono affrontare ogni anno.
Innanzi tutto fornendo agli artisti un premio: un segno di riconoscimento importante e prestigioso che possa dare un piccolo segno tangibile del loro talento. Ci occupiamo poi possano esibirsi in contesti prestigiosi, dove confrontarsi con artisti affermati e presentare la propria arte a un pubblico più ampio. Collaboriamo con altre istituzioni e promuoviamo passaggi radiofonici importanti grazie a partner come Radio RAI. Accompagniamo gli artisti in percorsi di crescita professionale – come il laboratorio del Premio Lunezia, diretto da grandi nomi del songwriting – offriamo gratuitamente consulenze artistiche, promozionali e comunicative, frutto di trent’anni di lavoro nel settore, per ottimizzare la loro carriera nel panorama musicale. Diamo la possibilità di connettersi con figure chiave del settore, da produttori a manager,
Siamo perennemente al lavoro per offrire una rete di opportunità che consenta agli artisti di emergere e crescere in un contesto competitivo.
Quest’anno due delle Nuove Proposte che hanno partecipato all’edizione del Premio Lunezia, Claudia Sacco e Samsara, apriranno i concerti di artisti internazionali quali Angunn e The Trammps.
«Un segno tangibile della nostra missione artistica, con l’intento di dare visibilità a quei talenti capaci di esprimere una scrittura musicale che si distingue per profondità e innovazione, secondo lo spirito del Premio Lunezia.
La prossima partecipazione di Claudia Sacco e Samsara a concerti di artisti internazionali come Angunn e The Trammps, è non solo un riconoscimento importante per la loro crescita, ma anche una conferma che la ricerca della qualità letteraria nel panorama musicale italiano è ancora un valore che trova spazio nel mondo.
E noi del Premio Lunezia siamo fieri di accompagnare queste nuove voci in un cammino che coniuga arte e futuro».


Il Premio Lunezia a Sanremo è ormai una tradizione per celebrare il miglior testo. Come definiresti l’impatto di questo riconoscimento in un contesto così popolare?
«Poter conferire il Premio per il miglior testo di Sanremo è uno dei risultati più grandi e prestigiosi del percorso artistico di questa manifestazione.
Che rappresenta lo spirito e il lavoro di tutti noi.
Come per i premi della critica diamo voce a quella parte di pubblico e addetti ai lavori che non si fanno abbagliare dalle luci del palcoscenico ma sono alla ricerca dell’arte eccelsa nascosta nelle canzoni.
Essere presenti alla più grande vetrina del mondo della musica italiana permette inoltre a tutti gli artisti che entrano a far parte del Premio Lunezia di accedere, di riflesso, ad una grande visibilità mediatica».
Un viaggio lungo trent’anni: Quali sono stati i momenti più emblematici e quali le sfide più grandi che ha affrontato il Premio Lunezia?
«Dal rapporto con le istituzioni, alle norme restrittive dovute al Covid, passando attraversi tre decenni di cambiamento del linguaggio, anche il Premio Lunezia ha dovuto affrontare sfide importanti.
Ma al di là di tutto, continuiamo a raccontare e rappresentare l’autenticità della musica italiana.
Questo sarà l’anno del trentennale della fondazione del Premio e abbiamo ancora voglia di crescere, essere un punto di riferimento per tutti gli artisti, autori e nuove proposte.
Siamo ancora qui per fare la differenza. È questo l’importante».
In questi giorni si sono riaperte le iscrizioni per la nuova edizione del Premio. Un messaggio a tutti i nuovi artisti che vorranno vivere il sogno del Premio Lunezia?
«Il primo pensiero è: siate determinati, concreti e originali.
Intenti difficili da inseguire in un mondo musicale che premia la superficialità.
Noi del Premio Lunezia continuiamo a lavorare in difesa di chi, con coraggio, sceglie di inseguire la vera essenza dell’arte letteraria e musicale.
E mette al primo posto la magia delle canzoni. Che ancora esiste.
Perché è proprio a loro che il futuro della musica è affidato».


Se i trent’anni appena celebrati sono il segno di una tradizione solida e ben radicata, le edizioni future sembrano promettere ancora più sorprese.
L’attenzione per le nuove proposte, l’approfondimento sulla qualità dei testi e la celebrazione della musica italiana continueranno a essere al centro dell’evento. La presenza costante dei media e la collaborazione con istituzioni culturali garantiranno che il Premio Lunezia resti una delle manifestazioni più rilevanti per chiunque voglia scoprire e vivere la musica con la stessa intensità con cui si vive un buon libro.
La musica e la letteratura possano intrecciarsi e dar vita a qualcosa di unico. E proprio questa è la magia del Premio Lunezia: un’arte che si fa racconto, una canzone che diventa poesia.
Un traguardo che continua a guardare al futuro, con la promessa di raccontare ancora per molti anni la storia della musica italiana, in tutta la sua bellezza e la sua profondità.
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