La fantascienza è solo una profezia del futuro. Il Novecento lo insegna. E le profezie di oggi davvero potrebbero realizzarsi tra un paio d’anni. Nella serie televisiva Netflix Black Mirror, vi è un episodio in cui un impianto neurale permette di registrare tutto ciò che si vede e si sente, e rivedere nel proprio campo visivo i ricordi registrati dall’impianto stesso. Inoltre, è anche possibile cancellare il ricordo, se non addirittura la persona, tramite il blocco, come accade con Facebook.
Grazie a un “semplice” hardware, tutti i ricordi e le informazioni vengono immagazzinati e possono essere consultabili in qualsiasi momento.


Black mirror, profezie per l’umanità
Black Mirror ci sta solo dando un assaggio di quello che tra un paio d’anni potrebbe essere il nostro futuro. Non sono profezie catastrofiche in stile Nostradamus, ma una visione di quello che la tecnologia ci riserva per il futuro.
L’idea appartiene alla startup Mojo Vision, che intende realizzare una lente a contatto in grado di integrare un display grande quanto un granello di sabbia. L’obiettivo sarà quello di accedere a contenuti in realtà aumentata, che compariranno direttamente nel nostro campo visivo. L’azienda ha già raccolto oltre 100 milioni di dollari nella realizzazione del prototipo, ancora in fase di sviluppo, ma già mostrato ad alcuni giornalisti statunitensi.
Non verremo proprio catapultati nel mondo di Black Mirror, ma quasi.
Il display proietterà sulla retina dell’occhio indicazioni stradali, risultati sportivi, meteo, livello di glicemia, messaggi ricevuti, traduzioni, tutto in tempo reale. Una lente a contatto che potrà essere utilizzata soprattutto dai 285 milioni di persone al mondo che, secondo l’OMS, hanno disabilità visive. La lente avrà anche una batteria, che potrà essere ricaricata all’interno di un porta-lenti, oppure in modalità wireless da una collana.
Per quanto riguarda, invece, il collegamento internet, beh… Quello dipenderà ancora dagli smartphone, o da un altro dispositivo.


Ma non finiscono quì le profezie!
Nel 2016, Samsung ha brevettato un modello di lenti a contatto in grado di fare video e scattare fotografie con un semplice battito di ciglia.
Queste lenti sono dotate di un display, con camera e sensori, in grado di catturare il movimento delle sopracciglia. Attraverso il moto delle palpebre, sarà possibile navigare attraverso i vari comandi del menù.
Anche quì, i nostri cari amici inseparabili smartphone giocheranno un ruolo importante, perché la camera sarà collegata al telefono, consentendo di caricare, modificare e condividere in tempo reale qualunque cosa i nostri occhi vedranno.
Allo stesso modo, sarà anche possibile ricevere e vedere le immagini inviate dal telefono.
Non solo Mojon Vision e Samsung si stanno impegnando in queste realizzazioni pazzesche, ma anche Sony e Google si sono già messi al lavoro.
Infatti, mentre Google si sta impegnando giorno e notte per realizzare una lente in grado di scansionare l’iride e utilizzarla per riconoscere l’utente, Sony sta cercando di realizzare di un progetto molto simile a quello della Samsung.
Il chip della memoria
Un chip che andrà ad agire sull’ippocampo, zona del nostro cervello che gestisce i ricordi, e che analizzerà dunque i segnali elettrici del paziente durante un apprendimento.
Infine, grazie ad un algoritmo, tradurrà gli input in segnali che saranno utili per la memoria.
E’ una ricerca messa a punto dal neurologo Theodore Berger,insieme alla sua startup Kernel che, dopo aver dato ottimi risultati sui topi, ora è arrivata alla sperimentazione sull’uomo.
Se l’esperimento sull’uomo dovesse avere successo, il dottor Berger potrebbe cambiare la vita di molte persone, in particolare quella dei pazienti che sono affetti dal morbo di Alzheimer.

