Telefonate da numeri di cellulare italiani, ma poi… è solo spoofing telefonico. Che cos’è e perchè è davvero pericoloso?
Che meraviglioso mondo quello della tecnologia, ma quanto può diventare insidiosa quando viene usata per truffare gli utenti?
Ormai tutti siamo abituati a ricevere telefonate indesiderate da call center e venditori di ogni cosa che ci contattano in ogni momento del giorno e, spesso, anche della notte. Personalmente, in rubrica ho più numeri bloccati che contatti reali.
Il problema è che, più i garanti della privacy sfornano sanzioni, più le truffe telefoniche si raffinano, si evolvono e si perfezionano su altri trucchetti meschini e sempre più pericolosi.
Non so voi, ma io di phishing, quishing, vishing, smishing e tutti gli -ing che vi vengono in mente, ne ho davvero piene le… ram e sto sviluppando un’idiosincrasia verso il telefono.
E adesso ci mancava solo più lo spoofing.
Che cos’è il/lo/la spoofing
In realtà non è una novità, ma esiste già da tempo, ma da noi, in Italia, si sta diffondendo con maggiore insistenza in queste ultime settimane.
Il termine viene dall’inglese to spoof, cioè “ingannare”, e indica una tecnica che permette ai truffatori di falsificare il numero del chiamante. In pratica, sul display del telefono compare un numero apparentemente reale – magari quello della banca, del proprio operatore telefonico o addirittura delle forze dell’ordine – ma chi chiama è tutt’altro che affidabile.
Il meccanismo è semplice ma efficace. Quando la vittima risponde, il truffatore si presenta come un operatore o un impiegato di un’azienda o di un ente conosciuti. I più scaltri vi invitano anche a verificare su Internet la corrispondenza del numero chiamante con quello della ditta o ente di cui dicono di essere incaricati.
Quando carpisce la vostra attenzione, il falso operatore inizia a raccontare una storia credibile: un problema sulla linea, una verifica urgente del conto, un’offerta speciale in scadenza. L’obiettivo è sempre lo stesso: ottenere dati personali o convincere la persona a firmare un nuovo contratto con un altro operatore o, in casi peggiori, estorcervi del denaro.
Ciò è possibile grazie alla tecnica c.d. dello “Spoofing”, che consente ai malfattori di effettuare delle telefonate via Voip (voice over IP) attraverso computer e dispositivi informatici, permettendo di scegliere il numero che apparirà sul display del vostro cellulare
Spoofing via SMS e telefonate
Il truffatore, spacciandosi per un operatore della Polizia Postale, della Banca, della vostra compagnia telefonica o elettrica, vi invita a recarvi presso uno sportello automatico e a spostare una somma in denaro presso dei conti correnti che vi vengono indicati e definiti come “sicuri”, al fine di evitare qualsiasi danno economico da operazioni non autorizzate.
Sono, purtroppo, tante le persone che, prese dal panico, eseguono le indicazioni date dal truffatore. Il più delle volte sono persone anziane, ingannate da una telefonata oscura e minatoria dove si dichiara un arresto di un famigliare e la necessità di pagare subito una certa somma in denaro o in monili, rimettendola nelle mani di un incaricato che passa prenderli direttamente a casa. Altre volte, invece, si tratta di fare immediatamente un versamento su una carta prepagata. Il più delle volte, ahimè, vogliono i vostri dati personali e i codici di accesso ai vostri conti correnti o assicurazioni o utenze telefoniche, con il pretesto di stipulare un nuovo contratto a seguito di “modifiche delle condizioni obbligatorie” per mantenere attiva la vostra utenza.
Le azioni di AGCOM
AGCOM (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) ha fornito i primi risultati delle misure anti-spoofing introdotte dal 19 agosto grazie al Regolamento Agcom: il blocco delle chiamate telefoniche provenienti dall’estero con CLI di rete fissa, sulla base dei report parziali finora trasmessi dagli operatori coinvolti, relativi ad un periodo di tempo in alcuni casi molto limitato, ha comportato il filtraggio di circa 43 milioni di chiamate: 1,3 milioni di chiamate di spoofingal giorno. Una cifra considerevole che rappresenta, in tutto il periodo, il 5,74% del totale delle chiamate ricevute dagli italiani. In un primo periodo il tasso di spoofing ha toccato anche soglie del 60%.
Com’è noto, con la delibera n. 106/25/CONS l’Autorità ha introdotto una serie di misure per contrastare il fenomeno dello spoofing che interessa le chiamate telefoniche, consistente nella manipolazione dell’informazione che trasporta l’identità del chiamante, il c.d. CLI, al fine di impedirne l’identificazione e la richiamabilità (l’utente visualizza un numero che non corrisponde a chi ha effettivamente originato la chiamata). Si tratta di una pratica vietata dalla normativa e regolamentazione italiana.
Il fenomeno dello spoofing è attualmente in buona parte riconducibile alle chiamate provenienti dall’estero. Per tale motivo, le azioni di contrasto del fenomeno si sono in primo luogo concentrate sulle chiamate provenienti dall’estero, introducendo dei “filtri” in grado di bloccare le chiamate telefoniche con CLI palesemente alterato prima della loro immissione nelle reti nazionali.
Per via della diversa complessità implementativa, le misure di blocco delle chiamate telefoniche provenienti dall’estero sono state distinte per CLI di rete fissa, per i quali i blocchi sono entrati in vigore lo scorso 19 agosto, e CLI di rete mobile, la cui attuazione è prevista entro il prossimo 19 novembre.
Ma osserviamo insieme questa tabella fornita da AGCOM:


del numero di chiamate e di blocchi con la relativa percentuale sul totale delle chiamate
nel periodo di rilevazione.
In primo luogo, si nota una riduzione strutturale dei tentativi di spoofing a partire dalla data di implementazione del blocco.
L’analisi dei dati aggregati ha evidenziato inoltre una variabilità settimanale del traffico. I volumi totali di chiamate, e di conseguenza anche quelli delle chiamate bloccate, subiscono una drastica riduzione durante i fine settimana. Questa fluttuazione appare coerente con i normali pattern di traffico, che vedono una riduzione delle attività commerciali e di telemarketing, spesso all’origine delle chiamate fraudolente, durante i giorni non lavorativi. Un calo ancora più marcato si registra durante il periodo di ferie estive, in particolare nella settimana di Ferragosto.
Per quanto riguarda il confronto fra i diversi operatori, poiché la misura adottata è identica, il differente numero di blocchi sembra dipendere dalla composizione del traffico in ingresso presso ciascun operatore.
Denunciate. Sempre
Premesso che le misure adottate si stanno dimostrando un efficace strumento di filtraggio alla frontiera della rete nazionale, sarà ad ogni modo significativa l’analisi dei periodi successivi, a partire da settembre, poiché i dati relativi ad agosto potrebbero risultare influenzati dalle variazioni dovute alle ferie, analogamente a quanto riscontrato per la riduzione del fenomeno nei fine settimana.
L’evoluzione più probabile del fenomeno è uno spostamento verso CLI mobili italiani o verso CLI internazionali di Paesi terzi.
Proprio alla luce dell’andamento del fenomeno, che vede i soggetti esteri che inviano verso il territorio italiano traffico con CLI fisso italiano spostarsi verso altre numerazioni, sarà opportuno informare quanto più possibile le associazioni, la stampa, e i consumatori stessi sul sistema di filtraggio e sulle nuove tendenze da parte di soggetti che agiscono in maniera non lecita.
Foto copertina di Pexels da Pixabay
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