Si è già arenato ancora prima di essere effettivo, il decreto che prevedeva finalmente una pulizia generale dei vecchi autovelox non a norma e l’installazione di nuovi dispositivi di rilevamento della velocità.
Cosa dice il decreto?
Il decreto prevede che solo gli autovelox approvati dopo il 2017 siano considerati automaticamente validi. Tutti gli altri, compresi quelli installati prima di quella data, dovrebbero seguire una nuova procedura per ottenere l’omologazione o essere sostituiti. In pratica, significa che molti dispositivi di rilevazione della velocità dovrebbero essere spenti fino a quando non si completi questa trafila burocratica.
Un decreto fortemente voluto da ASAPS (Associazione Sostenitori Amici Polizia Stradale): “Lo avevamo chiesto con forza che si procedesse velocemente ad approvare anche questo importante decreto. Finalmente si farà chiarezza, e finiranno i sistematici ricorsi che hanno criminalizzato ì misuratori di velocità e hanno fatto annullare le sanzioni per le velocità oltre i limiti, anche le velocità tra le più elevate. In troppi incidenti la velocità è stata causa di morti e feriti. Auspichiamo che torni una “pace” tra gli automobilisti e chi controlla il rispetto delle regole“.
Anche il Codacons qualche giorno fa ha dichiarato entusiasta: “l’arrivo del decreto sull’omologazione degli autovelox inviato dal Mit a Bruxelles per il vaglio dell’Ue, si conferma ancora una volta come gli apparecchi di rilevazione automatica della velocità non a norma debbano essere spenti e non possano elevare sanzioni verso gli automobilisti
L’eccesso di velocità è una violazione grave che causa incidenti, morti e feriti sulle nostre strade e che va contrastata con la massima severità “.
E invece no. Il MIT ha deciso di fermare tutto perchè “servono approfondimenti“.
Perché lo stop del decreto?
Alla fine, il Ministro dei Trasporti ha deciso di bloccare il decreto perché solo 12 dispositivi in tutta Italia sarebbero omologati d’ufficio. L’esecuzione del decreto comporterebbe la disattivazione di quasi tutti gli autovelox non a norma, compresi i Tutor sulle autostrade, lasciando le strade senza controlli proprio a ridosso (o durante) l’esodo estivo.
Da un lato, la visione è paradisiaca: nessun autovelox in funzione, e bisognerebbe essere proprio sfigati per capitare su uno dei dodici attivi. Il rovescio della medaglia è una visione infernale: molti automobilisti si sentirebbero Luis Hamilton e sfreccerebbero sulle strade e autostrade d’Italia come sul circuito di Montreal, incrementando non solo il pericolo, ma certamente anche il numero di incidenti stradali.
Invece, con lo stop al decreto, tutto resta come prima: gli autovelox vecchi e nuovi continueranno a coesistere e creeranno confusione tra i trasgressori dei limiti di velocità che, per non saper né leggere né scrivere, faranno ricorso a prescindere, con buona pace dei tribunali.
La conseguenza automatica del blocco al nuovo decreto del MIT è che “qualsiasi sanzione elevata da apparecchi approvati ma non omologati secondo le nuove regole, sarà dichiara nulla da Prefetti e Giudici di pace, e si rischia una valanga di ricorsi da parte degli automobilisti con costi legali enormi per le casse comunali”, come ipotizzava il Codacons.
Vista l’imponente attività di cantieri sulle nostre strade e autostrade, è davvero così impossibile integrare anche questo tipo di intervento? Buco per buco, scavo per scavo, uno più, uno meno…
Foto copertina da Wikimedia Commons: file reso disponibile secondo la licenza Creative Commons CC0 1.0 Universal Public Domain Dedication
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