Taxi a Roma: perchè mancano i taxi in città?

Perchè mancano i taxi a Roma? Il problema non è solo della Capitale, ma di tutta Italia. Cosa sta succedendo? Lo abbiamo chiesto a Mimmo Fiumara, Responsabile di INtaxi di Bari

Roma, luglio 2023, ore 23. Davanti alla stazione Termini, una coda interminabile costeggia piazza dei Cinquecento, quella che accoglie le stazioni degli autobus, ma di taxi, non c’è traccia. La gente in coda si stupisce e si lamenta, sbotta e controlla nervosamente l’orologio.

Anche io faccio la coda, perchè la metro chiude alle nove di sera e non essendo pratica, non ci provo neanche a prendere un autobus.

Penso di dover stare in coda per delle ore, ma da via Giolitti arrivano a velocità sostenuta i primi taxi che prontamente si parcheggiano e fanno accomodare i clienti in fila. Ripartono e la coda avanza. Nell’arco di venti minuti conto 27 auto che partono, caricano clienti e valigie e ripartono ed è finalmente il mio turno.

Per deformazione professionale, non posso non chiedere un commento al conducente del mio taxi.

I taxi a Roma ci sono, solo che non sono abbastanza per coprire la domanda“, mi risponde. “E poi, ce stà er prob(b)lema della metro. Ma si può chiudere la metro alle nove, in una capitale europea come Roma?. I cinesi e i giapponesi la prenderebbero pure, perchè sta nella loro mentalità, ma se è chiusa se mettono in coda come tutti gli altri“.

Ma il problema non riguarda solo la Capitale. Ormai trovare un taxi è un problema che riguarda tutte le città, soprattutto quelle che sono mete turistiche ambite in questa calda e afosa estate italiana.

A monte deve esserci qualcosa di più grave che pesa sulla categoria dei tassisti. Ne abbiamo parlato con Mimmo Fiumara, tassita e Responsabile di INtaxi a Bari.

Intervista con Mimmo Fiumara, responsabile di INtaxi, sezione di Bari

Vi spiego che cosa accade. Nelle ore normali della giornata ci sono più alternative al taxi. Ci sono i bus, la metropolitana leggera, anche qui a Bari, i trenini vari e le navette, e i parenti che vengono alle stazioni e all’aeroporto, a prelevare i famigliari. Dopo una certa ora, man mano, si sta verificando anche qui, i parenti non vengono più a prendere le persone all’aeroporto e alle stazioni. Le navette cominciano a terminare, il servizio urbano bus non c’è, la metropolitana leggera chiude alle 23.

Che succede?

Succede che tutti si riversano sui taxi. Poi c’è la concomitanza di voli in anticipo o voli in ritardo, che si sommano ai treni in ritardo e treni in orario, e questo è il collasso. Però tutto ciò non può girare intorno alla categoria taxi, incolpare la categoria taxi. Bisognerebbe che ci si sieda ai tavoli con il sindaco di ogni città,con le varie fonti di trasporto da e per l’aeroporto, stazioni e zone turistiche, e si imponga anche agli altri di lavorare fino a tardi. Non ci si può appoggiare solo sui taxi, dopo una certa ora, tutti si scordano che esistono anche i trasporti pubblici. Liberarizzare le licenze? Diventerebbe un mercato atroce, non per noi, ma per l’utenza, perchè non ci sarebbe più la garanzia di professionalità.

Quindi, la vostra richiesta per uscire da questo impasse, è più servizi pubblici?

Servono più servizi pubblici che, insieme a noi. danno un servizio alla cittadinanza e al turismo. Questo non è un fatto circoscritto a Bari. Stiamo chiedendo da mesi un tavolo tecnico, un incontro con tutti i servizi, che devono restare sul fronte insieme a noi, di giorno e soprattutto di notte. Non che dalle 22, 22 e 30 restiamo solo noi per strada. E’ chiaro che andiamo in collasso. Potremmo essere anche in diecimila, ma se tutti puntano solo sul servizio taxi, è finita.

Dagli scioperi nazionali di luglio 2022, è cambiato qualcosa?

E’ cambiato in peggio. Perchè qualche società soprattutto a Roma, un signore che una volta era un tassita e ora fa l’imprenditore sulle spalle dei tassiti, ha creato un app, alla quale, dopo averla creata, ha fatto associare un bel pò di radiotaxi italiani, ha camminato sottotraccia, ha fatto la partnership con il nostro peggior nemico, cioè Uber. E quindi che è successo? Che questo signore sta facendo entrare dalla porta di servizio appunto la californiana Uber per distruggere definitivamente quello che è il servizio taxi italiano. Molti radio taxi ci sono già dissociarti da questo applicativo. Anzi c’è guerra in diverse città: ci sono stati risse a Roma, risse a Napoli, tra iscritti a questa app legato a Uber, e tassiti che vogliono lavorare senza intermediari americani e senza lasciare soprattutto la percentuale a questi intermediari americani.

Fammi capire meglio

Se un radiotaxi si associa a questa app, automaticamente diventa partnership di Uber.

Ma in questa maniera tutte le richieste di taxi finiscono su Uber.

Solo quando non ci sono più taxi disponibili, le richieste vengono girati a Uber. Tra l’altro accade che. in tempi di magre. fa i prezzi bassi, e quando c’è il boom di lavoro quadruplica le tariffe a discapito dell’utenza. Ma questi erano stati bloccati dalla legge: dopo le nostre manifestazioni, ci fu lo stralcio dell’articolo 10 che permetteva a questa gente di operare in Italia. Poi questi, associandosi a questa app, sono entrati dalla porta di servizio, aggirando l’ostacolo.

Quando ci si rivolge al 35 70 come funziona?

Quando contatti il 35 70 ti danno le opzioni: taxi euro “x”, Uber euro “Y”, e Uber pop euro “Z”. Gli Uber-pop sono persone qualunque che hanno un’auto e che registrandosi, si mettono a disposizione per trasportare la gente, ma puoi capitare su chiunque, a tuo rischio e pericolo, perchè non sai chi sono. Poi ci sono gli Uber black, le auto nere, quelli con giacca cravatta e mercedes e poi c’è il taxi. Durante il periodo di magra, questi Uber abbassano le tariffe, invogliando a prendere loro. Quando è momento di intensa richiesta e taxi non se ne trovano, loro aumentano facendo pagare quattro volte tanto di quanto pagheresti con un taxi.

Lo so perchè sono responsabile della INTaxi a Bari ci sono passato e queste situazioni le ho vissute. INtaxi è un app nazionale, creato dai tassiti per i tassisti non legato a nessuna multinazionale e fa capo a Milano allo 02 85 85.

Grazie Mimmo, sei stato davvero chiaro ed esaustivo.

Grazie a te!

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Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”