Sembra surreale, ma la situazione è davvero questa. I reparti di terapia intensiva sono al collasso. Le persone che necessitano di cure intensive aumentano di ora in ora in tutti gli ospedali. Pertanto potrebbe esserci la necessità di adottare misure straordinarie estreme in funzione della “maggior speranza di vita“.
Ma andiamo con ordine, e cerchiamo di dare e di reperire l’informazione, nel modo più corretto possibile.
Innanzitutto, la fonte. Il sito del S.I.A.A.R.T.I., Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva ha dedicato una pagina esaustiva alle nuove misure sanitarie in vigore.
Cos’è la terapia intensiva
La prima cosa da capire è cos’è la terapia intensiva, meglio conosciuta come reparto rianimazione.
In questo reparto vengono ospedalizzate tutte le persone le cui funzioni vitali sono precarie. Per funzioni vitali si intendono respirazione, circolazione del sangue, attività neurologica. Per tanto queste sono garantite da macchinari che ne garantiscono il mantenimento in vita. Questi strumenti tecnologici necessitano di un personale altamente specializzato, quindi medici ed infermieri che monitarano constantemente i parametri vitali dei ricoverati.
Per i famigliari è un’esperienza a volte traumatica. Non si possono assistere i propri cari, si ha una mezz’ora per stare loro vicino e, in alcuni casi, neanche quella. La respirazione avviene attraverso un tubo che dalla macchina respiratoria viene introdotto nel paziente attraverso bocca o naso e questo impedisce allo stesso di parlare, ma è una condizione che si supererà con la rimozione del tubo. E’ una visione traumatizzante, perchè i pazienti sono intubati e non è un bel vedere, ma non deve spaventare.
La situazione attuale
Il numero di pazienti contagiati da coronavirus e che necessitano di una terapia intensiva sta crescendo in maniera esponenziale e sta raggiungendo, o meglio, ha raggiunto un picco di criticità tale da porre la comunità scientifica in condizioni di emergenza assoluta. L’ultimo bollettino della Protezione Civile, alle 18 di ieri, registra i seguenti dati: sono 5061 i contagiati, 1145 in più di ieri, di cui 300 solo in Lombardia, 2651 i ricoverati con sintomi, di cui 567 in terapia intensiva, 1843 in isolamento domiciliare. 233 i morti in totale 589 i pazienti guariti dal Covid-19.
Circa il 95% dei posti letti sono occupati. Si rischia veramente di non poter più far fronte a TUTTI i casi. Per questo, i medici da oggi, sono nelle condizioni di attuare un protocollo che non piace a nessuno, a partire proprio dai medici stessi.
La “maggior speranza di vita”
Per spiegare questo concetto, senza rischiare di essere fraintesa, cito testualmente quanto appare sul sito del S.I.A.A.R.T.I.
Ogni medico può trovarsi a dover prendere in breve tempo decisioni laceranti da un punto di vista etico oltre che clinico: quali pazienti sottoporre a trattamenti intensivi quando le risorse non sono sufficienti per tutti i pazienti che arrivano, non tutti con le stesse chance di ripresa (leggasi: posti con speciali caratteristiche, disponibili in aree che non possono essere ampliate in breve tempo, al netto che il loro numero possa essere al momento supportato da Sale Operatorie “convertite” bloccando l’attività chirurgica…).
Nel Documento SIAARTI si privilegia la “maggior speranza di vita”: questo comporta di non dover necessariamente seguire un criterio di accesso alle cure intensive di tipo “first come, first served”. Abbiamo voluto nelle Raccomandazioni sottolineare che l’applicazione di criteri di razionamento è giustificabile soltanto DOPO che da parte di tutti i soggetti coinvolti sono stati compiuti tutti gli sforzi possibili per aumentare la disponibilità di risorse erogabili (nella fattispecie, posti letto di Cure Intensive) e DOPO che è stata valutata ogni possibilità di trasferimento dei pazienti verso centri di cura con maggiore disponibilità di risorse.
#stateacasa
Per farvi comprendere quale grave responsabilità è chiesta ai medici operativi negli ospedali, vi invito a guardare questo appello del Professor Dipietro, pubblicato dallo stesso sul suo profilo Instagram
Capirete l’importanza della raccomandazione: STATE A CASA. NON USCITE SE NON PER GRAVI MOTIVI INDEFFERIBILI.