Tullio De Piscopo: l’arte ritmica di “Acqua e Viento”

Per la rubrica “33 giri di ricordi”, meglio se in vinile, recensione retrospettiva di un album capolavoro: “Acqua e viento” di Tullio De Piscopo del 1983.

1983

Arpanet cambia ufficialmente protocollo per usare Internet Protocol dando vita a Internet.

A Roma si conclude il processo Moro con l’ergastolo a Mario Moretti, Prospero Gallinari, Lauro Azzolini e altri 29 imputati.

Torino, 13 febbraio. Nell’incendio del Cinema Statuto durante la proiezione del film francese “La capra”, perdono la vita 64 persone a causa dell’inalazione dei fumi tossici sprigionatisi dai materiali altamente combustibili di cui erano rivestite le poltrone della sala. In seguito a tale evento verranno modificate le normative di sicurezza in materia di locali pubblici in Italia.

Lo stesso giorno a Ayas, nella frazione di Champoluc, nota stazione sciistica, il crollo dell’ovovia, utilizzata per la salita verso Crest, provoca la morte di 11 persone.

Arriva sul mercato il primo telefono cellulare palmare al mondo (Motorola DynaTAC 8000X). Riceverà l’approvazione dalla FCC statunitense il 21 settembre dello stesso anno e sarà commercializzato dal 13 marzo 1984.

A Chicago, il 13 ottobre, viene effettuata la prima chiamata commerciale al mondo con telefono cellulare mobile.

La nazionale italiana maschile di basket vince il Campionato Europeo.

La Roma vince lo scudetto, il secondo della sua storia. Capocannoniere del torneo Michel Platini (Juventus) con 16 reti.

Tiziana Rivale vince a sorpresa il trentatreesimo Festival di Sanremo con “Sarà quel che sarà”.

Tullio De Piscopo

Nel panorama della musica italiana, il nome di Tullio De Piscopo brilla come quello di uno dei più grandi percussionisti e musicisti del nostro tempo, tanto da fargli meritare, tra noi batteristi, l’appellativo di “guru”.

Con una carriera che abbraccia diversi decenni, Tullio De Piscopo ha saputo mescolare influenze jazz, pop, e tradizionali napoletane, in una sola parola “contaminazioni”, creando un sound unico e riconoscibile.

Tra i suoi lavori più significativi, l’album “Acqua e viento” del 1983 occupa un posto di rilievo per la sua innovazione e la sua profondità artistica.

Le sue esperienze all’estero (soprattutto in Africa e sud America) lo portano in contatto con nuovi strumenti musicali, soprattutto nel campo delle percussioni, portando così in Terra madre nuove sonorità, originali e suggestive, che lo hanno sempre fatto stare un passo avanti rispetto al parterre di musicisti italiani.

Contaminazioni internazionali che hanno fatto scuola per intere generazioni di batteristi e percussionisti italiani e stranieri.

Acqua e Viento

Pubblicato nel 1983, “Acqua e viento” è un album che cattura l’essenza della Napoli di quegli anni, combinando tradizione e modernità. Il titolo stesso richiama elementi naturali e simbolici della cultura partenopea, con “acqua” e “viento” (vento) che rappresentano la forza e la mutevolezza della vita. Un viaggio attraverso sonorità che spaziano dal jazz alla musica popolare napoletana, passando per sperimentazioni ritmiche che riflettono la maestria percussiva del “guru”.

tullio de pisopo - la copertina dell'album acqua e viento

Stop Bajon

Forse il brano più famoso dell’album, “Stop Bajon” è un mix perfetto di jazz e pop, con una melodia irresistibile e un groove che ha conquistato il pubblico internazionale. Questo brano ha contribuito significativamente al successo di Tullio De Piscopo anche fuori dai confini italiani, influenzando artisti del calibro di Cheb Khaled, tanto per fare un nome.

Il singolo, pubblicato l’anno seguente, compie 40 anni, e deve il successo anche ai musicisti che vi partecipano.

Oltre al “guru” suonano Pino Daniele, si, proprio lui, chitarre e mandolino; Joe Amoruso, tastiere e Rino Zurzolo al basso.

Sostanzialmente, esclusi James Senese e Tony Esposito, la “all napoletan band” di “Vai mò”. Band che accompagnò il grande Pino nel relativo tour, che fece tappa nel settembre del 1981 a Torino. Uno dei concerti più coinvolgenti a cui abbia mai assistito.

I fiati, in “Acqua e viento” sono accreditati a nientemeno che a Don Cherry e a un certo Lucio Dalla. Tanta, tantissima roba.

Tullio De Piscopo suonerà anche nell’album successivo di Pino Daniele “Bella ‘mbriana” del 1982.

Bello carico

Grande approvazione dalla critica che dal pubblico. L’album ha consolidato Tullio De Piscopo come uno degli artisti più innovativi della scena musicale italiana degli anni ’80. La sua capacità di fondere generi diversi e di sperimentare con nuovi suoni ha aperto la strada a molte collaborazioni future e ha influenzato numerosi musicisti, restando, ad oggi, un faro che illumina e ispira chiunque si approcci a batteria e percussioni.

Acqua e viento” non è solo un album, ma un viaggio sonoro che riflette l’anima e lo spirito di Tullio De Piscopo. Con questo lavoro, il musicista ha dimostrato che la tradizione può incontrare la modernità, creando qualcosa di nuovo e potente.

Ancora oggi, questo album rimane una pietra miliare nella discografia di De Piscopo e nella storia della musica italiana, un esempio brillante di come l’arte possa catturare l’essenza di un’epoca e trascendere il tempo.

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Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.