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Edoardo Bennato tra rock e fiabe in “Burattino senza fili”

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Edoardo Bennato tra rock e fiabe in “Burattino senza fili”

Per la rubrica “33 giri di ricordi”: recensione e retrospettiva di uno dei capolavori assoluti della storia della discografia: “Burattino senza fili” di Edoardo Bennato del 1977.

1977

Terminano ufficialmente le trasmissioni di “Carosello” (per la disperazione dei bimbi dell’epoca) e la RAI passa allo spot pubblicitario ancora attuale. Sempre mamma RAI, con una decina d’anni di ritardo rispetto ad altri paesi europei, passa alle trasmissioni a colori. Nascono le prime “TV private”.

Il segretario della CGIL, Luciano Lama, viene violentemente contestato all’Università La Sapienza di Roma, da gruppi di autonomi e indiani metropolitani, ed è costretto a interrompere il comizio e ad abbandonare la manifestazione. Nasce il “movimento del ’77”.

Torino: prima udienza del processo contro i capi storici delle Brigate Rosse. Sedici giudici popolari inviano un certificato medico per dirsi affetti da “sindrome depressiva”, e perciò impossibilitati ad esercitare la loro funzione. Il processo non può cominciare.

Memphis (Tennessee – USA), 16 agosto: presso la propria dimora di Graceland muore Elvis Presley.

Jimmy Carter è il nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America.

La Juventus vince il diciassettesimo scudetto, con 51 punti, record per il campionato a sedici squadre. Secondo classificato il Torino con 50 punti. Capocannoniere: Francesco “Ciccio” Graziani (AC Torino), con 21 reti.

Gli Homo Sapiens vincono il Festival di Sanremo con “Bella da morire“.

Io che non sono l’imperatore

L’anno di uscita dell’LP, il 1977, è stato un periodo alquanto significativo nella storia italiana. È stato l’anno che ha chiuso il decennio del dissenso nella sinistra extraparlamentare: la generazione del Sessantotto era legata alle simbologie del movimento operaio, mentre quella del Settantasette era senza bandiere.

Il cosiddetto Movimento del ’77 riesce a esprimere un volto anche rumoroso, come dimostrano le contestazioni contro Luciano Lama all’Università di Roma, ma risulta comunque meno spietato rispetto a gruppi come le Brigate Rosse, gli autonomisti radicali e l’estrema destra neofascista. Questo movimento include quella che è definita “area creativa”, la quale organizza, ad esempio, il convegno sulla repressione a Bologna e comprende anche i controversi “indiani metropolitani”.

In quegli anni, l’Italia sta affrontando una grave crisi economica e la disoccupazione di massa. Il nostro paese si trova nel cuore della tempesta, e i turbamenti musicali che agitano il mondo del rock e del pop altrove sono scarsamente avvertiti.

È un’epoca dominata dai cantautori, in cui la disco music commerciale fa scarsa breccia e il fermento del punk e della new wave d’oltremanica, non trova molto spazio. Allo stesso tempo, il Festival di Sanremo, da tempo istituzione nazionale, è in crisi, e lo spostamento dal Casinò al Teatro Ariston che non sortisce grandi effetti. Artisti come Edoardo Bennato, Area, Eugenio Finardi e Claudio Lolli si identificano e si fanno portavoce di quel movimento.  

Burattino senza fili

Burattino senza fili“, pubblicato appunto nel 1977, rappresenta un’icona nella storia della musica italiana. Attraverso un sapiente mix di rock, blues e folk, Edoardo Bennato si ispira e riprende, per quanto riguarda i testi, ai personaggi de “Le avventure di Pinocchio”, celebre libro di Carlo Collodi.

Nell’album, Bennato affronta vari temi di attualità, tra cui il potere, l’industria discografica, la situazione femminile, la saccenteria, la dittatura e l’intellighenzia. La rilettura della favola non è che una metafora per comprendere la società contemporanea. In un solo disco, Edo riesce a descrivere il contesto politico, sociale e culturale di un intero secolo, senza sapere, e senza forse rendersi conto, che le sue parole sarebbero diventate attuali anche per il secolo a venire.

Edoardo Bennato offre una prospettiva contemporanea e analitica delle avventure di Pinocchio, amalgamando elementi di rock, tradizioni popolari e composizioni d’autore.

Anche la copertina dell’album presenta un’immagine alquanto evocativa, che richiama il mondo fantastico di Pinocchio e le sue avventure.

Le tracce

È stata tua la colpa

Il brano d’apertura dell’album, oltre a fungere da introduzione, rappresenta la chiave interpretativa dell’opera di Collodi secondo l’artista partenopeo. L’autore rimprovera a Pinocchio la decisione di abbandonare il mondo senza preoccupazioni e responsabilità che caratterizzava la sua vita da burattino. Tuttavia, ora che è diventato una persona reale, la sua libertà è limitata. Deve conformarsi agli standard comportamentali imposti dalla società, soggiacendo così al condizionamento della normalità e rischiando di diventare un individuo anonimo tra molti altri.

La fata

Il brano della Fata si propone di riflettere sull’universo femminile, storicamente soggetto a soprusi e discriminazioni da parte dell’uomo. Rappresenta la figura femminile che spesso subisce maggiormente le conseguenze delle proprie azioni e che, se cerca di emanciparsi, rischia di essere etichettata come strega. Gli archetipi della fata e della strega nella canzone servono da metafore per illustrare l’atteggiamento della società verso le donne che non si conformano ai ruoli e alle aspettative tradizionali. Quasi un profeta.

“Il gatto e la volpe”

I due personaggi di Collodi incarnano coloro che cercano di trarre vantaggio dalle persone, approfittando della loro ingenuità e fiducia mal riposta. In un chiaro riferimento al mondo dello spettacolo, il gatto e la volpe assumono le sembianze di talent scout che cercano di conquistare la simpatia e la fiducia di un artista alle prime esperienze, con l’obiettivo di ingannarlo. La canzone è stata scritta, ripeto e ribadisco, nel 1977, ma è quanto mai attuale nel 2024, quarantasette anni dopo: vero Sangiovanni, vero Mr. Rain? (due nomi a caso, eh…)

Quando sarai grande

Il brano conclusivo del concept album, riprende il tema iniziale della difficoltà di crescere e di integrarsi nella complessità della vita, lasciando pian piano alle spalle la purezza e la spontaneità dell’infanzia. Il testo delinea la sensazione peculiare degli adolescenti di essere già coinvolti in un sistema autoritario, soprattutto attraverso l’istituzione scolastica. Quest’autoritarismo tende a respingere ogni interrogativo con la risposta standard “quando sarai grande”, suggerendo che le risposte da adulti sono già delineate durante l’adolescenza, quindi non c’è bisogno di fare troppe domande. Nel frattempo, l’autore consiglia agli adolescenti di leggere il maggior numero possibile di libri e di dedicarsi allo studio.

Nel 1977 i computer stavano muovendo i primi passi: Edo non aveva previsto, come tutti del resto, quale sarebbe potuta essere l’evoluzione dell’informatica e delle relative applicazioni. L’unica pecca in un album “profetico”.

Avanti, non perder tempo, firma qua
È un normale contratto, è una formalità
Tu ci cedi tutti i diritti e noi faremo di te
Un divo da hit parade

Uffà! Uffà!

Burattino senza fili”, apre la cosiddetta trilogia dei concept-album, che comprenderà “Sono solo canzonette” (1980) ispirato dalla storia di Peter Pan e “È arrivato un bastimento” (1983) basato sulla favola del Pifferaio Magico.

Trilogia che rappresenta il punto più alto, senza se e senza ma, della carriera artistica del cantautore napoletano.

Edoardo Bennato è stato, tra l’altro, il primo e unico in Italia, a pubblicare due album a quindici giorni di distanza l’uno dall’altro: “Uffà! Uffà!” e “Sono solo canzonette”.

Anni dopo l’artista partenopeo rivendicherà l’originalità e il coraggio dell’operazione, quando artisti come Bruce Springsteen (con “Human touch” e “Lucky town”) e Guns’n’Roses (“Use your illusion I e II”) faranno altrettanto, suscitando lo stupore del pubblico e della stampa specializzata.

Edoardo Bennato: un precursore, avanti un milione di anni luce.

Io di risposte non ne ho
Io faccio solo rock’n’ roll

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