Max Pezzali e Repetto: nessun rimpianto, nessun rimorso

Come negli anni d’oro del grande Real, Max Pezzali e Mauro Repetto sono di nuovo davanti a due birre scure a ridere di tutte le stronzate che stanno girando sui social sul loro rapporto che anima le malelingue che non hanno una vita propria. Un classico, come la separazione tra Ilary Blasi e il Pupone o i Ferragnez. Il meraviglioso mondo dei social…

Peccato che siano gli stessi protagonisti della storia a smentire e a ridere dei rumors che circolano in rete.

Tutta scena in nome della beata deontologia del mondo dello spettacolo? Non credo. Le beghe legali che gravitano intorno al nome degli 883 esistono eccome, ma riguardano il Mangiafuoco di Milano che negli anni ottanta riuscì a diventare il re della disco music italiana. Leggerezze e ingenuità che sono costate care, nel tempo, al duo pavese.

A dirlo, anzi, a scriverlo sui social. è proprio Max Pezzali che pubblica la foto tanto attesa dai fans sia degli 883, che da i neo arrivati che si sono avvicinati al pop della loro discografia grazie alla fortunata serie TV “Hanno ucciso l’uomo ragno“.

In realtà, Max Pezzali avrebbe da togliersi più di un sassolino nella scarpa, sulla questione del nome 883-Repetto-Cecchetto ma, sinceramente, cosa può fregare a un uomo che è appena diventato azionista al 75% di una florida multinazionale che guadagna milioni di dollari, di avvelenarsi il sangue con quisquilie da rotocalco?

E poi, Max Pezzali è il simbolo del supereroe: anche se cercano di fregarlo, anche se lo derubano della paternità di un nome (ad esempio) o di un premio (San Siro), lui ha il superpotere dei sogni ed è lui che alla fine raccoglie migliaia di fans sotto il palco, senza dover passare dai teatri dell’oratorio con un patetico musical-revival per fare cassa.

L’hanno chiamato “bamboccione”, “mammolo”, “cuore di mamma”, e lui ride davanti a una birra scura perchè a lui piacciono le moto di James Dean, non quelle stronzate che si dicono nei film.

Se non è saggezza questa…

La morale? Nessuno uccide l’uomo ragno.

La foto copertina è stata diffusa da Max Pezzali sul suo profilo facebook

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Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.