Un uomo, un Papa, il vuoto che “s…Piazza”

È un uomo, un Papa, quello sul vuoto della Piazza, il 27 marzo, che impartisce la benedizione Urbi et Orbi. La Piazza è quella di San Pietro, il Papa è Papa Francesco, il vuoto è un vuoto che s…Piazza.

Riportiamo, qui di seguito la riflessione della Psicologa Henni Rissone su quell’immagine che difficilmente ci abbandonerà : di un uomo, di un Papa e di una Piazza.

Il vuoto che S.. Piazza

Da quale finestra stiamo guardando il mondo? Me lo chiedo a partire dall’Urbi et Orbi di pochi giorni fa. Perché evidenziare la piazza vuota? Perché non declamare la preghiera dentro una stanza?
Diverse persone mi hanno riferito il loro pensiero in relazione a Piazza San Pietro senza fedeli. Riporto qui di seguito tre posizioni differenti
:


1- Qualcuno dice che l’Urbi et Orbi è stato l’ennesima dimostrazione di come la Chiesa antepone l’estetica ai contenuti, di come abbia bisogno di spettacolarizzare tutto.
2- Qualcun altro dice che quelle immagini sono state fonte di ansia perché viste come un’amplificazione delle città deserte, della paura che non ci fa guardare nemmeno più negli occhi le cassiere dei supermercati.
3- Qualcun altro ancora dice che quelle immagini sono state fonte di speranza perché chi comunica con “i piani alti” lo fa a prescindere dal fatto che ci sia qualcuno che ascolta.

Un uomo, un Papa, il vuoto che "S...Piazza" piazza San Pietro e il Papa da solo

Ciò che colpisce di queste considerazioni è, di primo acchito, notare che l’accento è stato posto sulle immagini e non sulle parole: nessuno mi ha riferito una riflessione sulle argomentazioni portate dal Papa, tutti quelli con cui ho parlato mi hanno restituito reazioni rispetto al VUOTO.
Ciascuno di noi, in quella scena, ha proiettato il suo mondo, il suo modo di sentire ciò che sta accadendo.

Lasciamo vuoto il vuoto

Il “vuoto che spiazza”, dunque. Il vuoto che diventa insostenibile ma anche il “vuoto che piazza” cioè che è simbolizzato da quella piazza e che viene usato per collocare, per piazzare appunto, dentro una scatola le nostre personali visioni fantasmatiche della realtà.

Da questo traggo un insegnamento: lasciamo vuoto il vuoto. Proviamoci almeno, proviamo a pensare e poi a svuotare la mente, senza giudizio.
Riguardiamo le nostre posizione istintive e a tentiamo una sosta nel nulla, facciamo in modo che la nostra finestra stia vuota per poter guardare meglio fuori.

Henni Rissone

Chi è Henni Rissone

Henni Rissone lavora dal 2010 come psicologa con tecniche di danzamovimentoterapia in un centro a Rivarolo Canavese e, in uno studio associato, a San Mauro Torinese.
Nel periodo universitario sviluppa l’interesse per la Medicina Tradizionale Cinese e si diploma operatrice shiatsu presso la scuola Hakusha di Torino, nel 2003.


Conduce corsi di DO-IN (auto-shiatsu) e workshop di ricerca espressiva del movimento a partire dall’ascolto dei meridiani energetici presso alcune associazioni in Torino e nel Canavese.
Dal 2017, in qualità di presidente dell‘Associazione di promozione sociale Artemixia, insieme agli altri soci fondatori, sta sviluppando alcuni progetti di sensibilizzazione sociale sul tema della discriminazione e dei diritti delle minoranze.