Coronavirus “Ma la notte no”, diventa #IoRestoACasaMo

La risposta di Maurizio Casagrande al Coronavirus: “Ma la notte no”, diventa #IoRestoACasaMo

Perdonatemi la presunzione, ma i nati nel 1961, sono una classe speciale, una classe di ferro, eclettica e versatile come pochi. In questo caso gli onori della cronaca sono tutti per il grande attore e regista Maurizio Casagrande, e al suo instant project #IoRestoACasaMo. Una risposta spassosa e divertente al Coronavirus, e all’invito #iorestoacasa. Solo un classe ’61 poteva tanto.

Sorridere è un atto di resistenza

Tra un DPCM e l’altro, l’arte, in tutte le espressioni possibili, è stata la prima ad essere penalizzata dai provvedimenti restrittivi: cinema, teatro, cabaret, concerti, firmacopie, musei, mostre, set cinematografici. Una vera e propria mattanza, che ha penalizzato certamente il pubblico, ma soprattutto gli artisti, che hanno visto eventi su eventi cancellati e spostati a data da destinarsi. Data che rimane, a tutt’oggi, una chimera, forse ben definita, solo nella mente del nostro Premier Giuseppe Conte. Senza polemiche, per carità.

E qui, il colpo di genio: “In questo periodo, ho raccolto diverse testimonianze, dove potevi toccare con mano la fragilità delle persone, per l’avvilimento della morte di tante persone  e presa dalla paura di questo virus maledetto”. Così commenta Maurizio Casagrande, questo terribile periodo.

Ciò che mi preoccupa, però, è la gente da sola in casa, depressa, abbattuta, debole psicologicamente, angosciata e spaventata”. Infatti, dopo un primo periodo “artistico-creativo” dove gli italiani hanno trovato un palco sui loro balconi, la solitudine e la paura hanno preso il sopravvento.

Ma siamo italiani e il nostro modo di reagire è il sorriso. “E, quindi, ritengo che, in questo momento, le persone hanno bisogno di un sorriso, il mio grido di speranza è: “Sorridere è un atto di resistenza”. Continua Maurizio.

È per resistere che bisogna sorridere. Non è mancanza di rispetto per chi ci ha lasciato e a chi sta male, ma è sorridere per fare forza e dare sollievo a chi, in questo momento, è debole e sconfortato per la grave situazione”.

E non si può non dargli ragione.

Coronavirus "Ma la notte no", diventa #IoRestoACasaMo. Nella foto maurizio Casagrande, in primo piano, con pizzetto, veste una camicia bianca e una giacca beige
Coronavirus “Ma la notte no”, diventa #IoRestoACasaMo – Nella foto Maurizio Casagrande

Coronavirus “Ma la notte no”? #IoRestoACasaMo

La canzone, anzi la cover, davvero “Sui Genesis” (cit.), nasce dalla mitica “Ma la notte no!”, sigla della altrettanto mitica trasmissione Tv “Quelli della notte”.

Maurizio Casagrande, attingendo probabilmente dal proprio background tipicamente partenopeo, ha unito diversi artisti in questa video-canzone, divertente, positiva e scanzonata, per ricordarci che, indipendentemente da quanto le cose possano ancora peggiorare, torneremo molto più forti, senza farci influenzare da questi eventi, sia nei pensieri sia nelle azioni.

Da Luca Abete a Raul Cremona, passando per Paolo Belli, Massimo Boldi, Ricky Tognazzi e Paolo Conticini, in molti hanno risposto all’appello del sorriso. Non solo, anche Tiziana De Giacomo, Ella Goldmann, oltre a Massimiliano Gallo, Carmen Giannattasio, Pino Insegno e Simona Izzo.

Hanno voluto dare il proprio contributo anche Angelo Pintus, Shalana Santana, Stash. Ci sono anche The Jackal, al gran completo: Fabio Balsamo, Ciro Priello, Gianluca Fru. Non poteva mancare nel remake dello storico pezzo “Ma la notte no!”, icona musicale di Renzo Arbore, la presenza di Nino Frassica.

Una menzione anche ai musicisti (no musicians, non show): Fabrizio Buongiorno al basso, Giancarlo Ippolito alla batteria, Lorenzo Maffia alle tastiere e Pippo Seno alla chitarra.

#IoRestoACasaMo il video

#IoRestoACasaMo è disponibile, dal 30 marzo, sulla pagina Facebook di Maurizio Casagrande e sul canale ufficiale YouTube.

Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.