Trading online, il miraggio della ricchezza facile, quando l’investimento diventa raggiro: truffe online, investimenti falsi, guadagni impossibili e VIP usati come esca per ingannare i risparmiatori. Come riconoscerle e cosa fare.
Le criptovalute hanno rivoluzionato il mondo della finanza. Ma, come ogni rivoluzione, si porta dietro anche i suoi furbetti. E non stiamo parlando solo di giovani smanettoni o sognatori digitali. C’è chi ancora pensa che dietro una truffa online ci siano ragazzini col cappuccio che digitano al buio in cameretta. In realtà, come chiarisce la Polizia Postale, il falso trading online è un business lucrosissimo, alimentato sempre più spesso da reti criminali organizzate, con tanto di call center, campagne pubblicitarie e tecnologia all’avanguardia.
Nel solo 2023, sono state oltre 3.400 le denunce ricevute dalla Polizia Postale per truffe legate a investimenti farlocchi via internet, per un totale che supera i 111 milioni di euro sottratti. Una cifra da capogiro, che rende l’idea della portata del fenomeno.
Il phishing cambia maschera: dal flirt alla frode finanziaria
Non sono più solo le mail del principe nigeriano a infettare le caselle di posta con messaggi amorosi e richieste d’aiuto per un bonifico bloccato chissà dove. Oggi le truffe parlano italiano, si presentano con siti iperprofessionali, chatbot convincenti, e spesso, attenzione, con numeri di telefono italiani. Alcune arrivano persino a spacciarsi per società reali — con tanto di logo, partita IVA e indirizzi copiati da aziende vere.
Tra i casi più diffusi c’è quello della “piattaforma di investimento”: ti contattano con un’offerta, spesso via social o su un sito che hai visitato. Ti invitano a investire un piccolo importo, giusto per provare. I primi giorni ti fanno vedere guadagni, anche tripli. Ma per prelevarli… sorpresa: serve versare altre somme, magari per “commissioni”, “sblocchi” o “verifiche antiriciclaggio”. Il finale è sempre lo stesso: soldi spariti, e addio a ogni interlocutore.
Oggi i criminali sfruttano anche l’intelligenza artificiale per creare sui social, video promozionali in cui personaggi famosi, dirigenti d’azienda, politici o volti noti del web sembrano consigliarti proprio quell’investimento truffaldino. Ma non è vero niente: quelle parole non le hanno mai dette, quelle immagini non le hanno mai girate. Sono deepfake.
Ma voi pensate che sia finita? Magari! Qualcuno di voi è capitato sulla notizia di Elisabetta Canalis o di Diletta Leotta?
Le strane interviste in TV
Curioso il caso (e non è l’unico) che coinvolge il quotidiano La Repubblica, Elisabetta Canalis, la trasmissione “Stasera c’è Cattelan” e, addirittura, la Banca d’Italia. In breve, la Canalis ospite da Cattelan avrebbe dichiarato (e promosso) di avere guadagni facili (“un sacco di soldi”) e veloci con una piattaforma online che, grazie all’intelligenza artificiale, scambia criptovalute. Parrebbe anche, che la Banca d’Italia abbia fatto interrompere la trasmissione, che l’abbia censurata e addirittura citato in giudizio la stessa Canalis. La notizia sarebbe stata poi diffusa da La Repubblica.
Stesso caso, cambio di personaggi: Diletta Leotta a “Felicissima sera” condotta da Amedeo Grieco del duo Pio e Amedeo, Mediaset e la RAI. L’intervista è la stessa, la dichiarazione sui guadagni facili, la pubblicità ad una piattaforma di trading con criptovalute ma, questa volta, a pubblicare la notizia sarebbe stata Rainews.
In entrambi i casi, tutto falso. Dalle dichiarazioni delle due artiste alla pubblicazione delle notizie.
Repubblica e Rainews non hanno mai pubblicato nulla in merito e, soprattutto, non è mai successo che la Leotta o la Canalis parlassero di questo argomento. Eppure sui social sono comparsi post con screenshot dei due giornali che riportavano la notizia. Peccato che l’url del post riconducesse a tutt’altro sito e fraudolento pure.
Quello che vi abbiamo appena raccontato, sia per il caso Canalis, che per quello Leotta, l’abbiamo attinto dal sito di Facta news, il portale online che è parte della comunità internazionale del fact-checking, ed è tra i membri più attivi a livello europeo e non solo. Sono due casi che ancora stanno girando in diversi post sui social.
Il trucco è proprio quello: convincerti che se lo dice “quello famoso”, allora puoi fidarti. In realtà, stai cadendo in una messinscena ben costruita, e soprattutto su misura per farti abbassare la guardia
Tecnologia e fiducia: l’alleanza più sfruttata dai cybercriminali
Oggi il web pullula di piattaforme fasulle, finti broker e “guru” dell’investimento che promettono rendimenti a doppia cifra in pochi giorni. L’unica cosa che cresce, in realtà, è il numero delle vittime.
La dinamica è quasi sempre la stessa: un contatto amichevole, spesso su social o app di dating. Poi la proposta d’investimento, spesso con un piccolo versamento iniziale, e l’illusione che tutto stia andando alla grande. Ti mostrano risultati mirabolanti, testimonianze costruite ad arte, dashboard false con grafici in salita, e ti convincono che basta poco — un bonifico, magari — per iniziare a “cambiare vita”. Fino al colpo finale: il famigerato “costo di sblocco” per riavere i propri soldi. Spoiler: quei soldi non torneranno mai.
L’elemento più sottile — e per questo più insidioso — è la fiducia. Le truffe crypto non si fondano solo sulla tecnologia, ma sulla psicologia. I truffatori costruiscono relazioni, non solo transazioni. Ti parlano, ti ascoltano, ti rassicurano. Alcuni ti chiamano ogni giorno, altri ti mandano aggiornamenti, newsletter, report di mercato. Ti fanno sentire al centro, quasi un investitore esperto.
Nel frattempo, però, costruiscono una rete: profili falsi che commentano, articoli farlocchi che citano “successi incredibili”, siti-fotocopia che sembrano usciti dalla stessa agenzia che cura i brand finanziari veri. Un teatro perfetto, ma con un solo scopo: sottrarti denaro.
Cosa succede quando ti accorgi della truffa?
Quando arriva il sospetto — e arriva
sempre troppo tardi — ci si trova a fronteggiare un muro. Numeri che non rispondono, email che rimbalzano, siti che improvvisamente spariscono. E se provi a cercare sul web, scopri che non sei il solo: decine, centinaia di persone nella stessa situazione. Tutti convinti di aver fatto “la mossa giusta”, tutti raggirati con la stessa sceneggiatura.
Denunciare è fondamentale, ma non sempre basta per recuperare i soldi. La maggior parte di queste truffe ha base all’estero, spesso in Paesi che non collaborano con le nostre autorità. In molti casi, i criminali cambiano nome, dominio e ripartono da capo in poche settimane.
Un mercato che le autorità faticano a inseguire
Il mondo crypto è veloce, decentralizzato, fluido. E le truffe seguono lo stesso ritmo. La CONSOB e la Polizia Postale fanno il possibile: segnalano piattaforme sospette, oscurano siti, informano i cittadini. Ma spesso le contromisure arrivano quando il danno è già fatto.
La mancanza di regolamentazione precisa su scala globale e la rapidità con cui queste truffe si evolvono rendono difficile una risposta tempestiva. Non è raro che la stessa truffa si ripresenti dopo pochi mesi, con un altro nome e un altro sito, ma con la stessa identica modalità.
Chi può offrirti veri investimenti?
Partiamo da un concetto che sembra scontato, ma evidentemente non lo è: in Italia, i servizi e le attività di investimento possono essere offerti solo da soggetti autorizzati dalla CONSOB. Sì, quella vera, quella che regola i mercati finanziari e non quella che si firma “Consob.ltd” via WhatsApp.
Le imprese autorizzate al trading online devono rispettare requisiti patrimoniali, organizzativi, di trasparenza. Non ci si improvvisa broker: non basta un sito con un grafico in tempo reale e un logo dorato. Chi non è autorizzato non solo opera fuori legge, ma spesso maschera vere e proprie truffe dietro il paravento dell’“opportunità d’investimento”. Quindi la domanda da farsi è sempre la stessa: questa società è autorizzata?
Come capire se ti stanno fregando prima ancora di perdere un euro
Per fortuna non servono hacker né avvocati per capire se qualcuno vuole raggirarti. Basta un po’ di attenzione e qualche clic sui siti ufficiali.
- Vai sul sito della CONSOB e consulta gli elenchi delle SIM (Società di Intermediazione Mobiliare) autorizzate.
- Controlla se esistono warning o provvedimenti contro quella società (li trovi nella sezione “Avvisi ai risparmiatori”).
- Se la società dice di avere sede in un altro paese europeo o extra UE, verifica se è autorizzata a operare in Italia: tutto è disponibile pubblicamente, anche post-Brexit.
- Infine, attenzione ai siti clone: alcuni truffatori copiano nome, logo e sito di imprese vere. Ma basta controllare l’indirizzo web ufficiale riportato dalla CONSOB per smascherarli.
Un consiglio pratico? Chiedi. Nome della società, numero di autorizzazione, sede, ente che ha rilasciato l’autorizzazione. E se alla quarta domanda iniziano a innervosirsi o svicolare… hai già la risposta che ti serve.
Hai già investito? Respira, ma muoviti subito
Se hai già messo dei soldi e inizi a sospettare qualcosa, agisci in fretta:
- Segnala tutto alla CONSOB usando il modulo online.
- Denuncia alle forze dell’ordine, anche per proteggerti da eventuali usi illeciti dei tuoi dati.
- Diffida di chi ti promette di recuperare il denaro perso, magari dietro pagamento anticipato: è la “truffa nella truffa”, una pratica fin troppo diffusa.
In caso di esercizio abusivo dell’attività finanziaria, parliamo di un reato, punibile con la reclusione fino a 8 anni. Quindi ogni segnalazione ha valore, anche se non sempre riesce a riportare indietro i soldi. Ma può impedire ad altri di cascarci.
Puoi trovare tutti i dettagli sul sito CONSOB, nella pagina dedicata alle truffe online.
Segnali d’allarme: come riconoscerli
Quando si tratta di trading online, ci sono alcune “bandierine rosse” che dovrebbero farti accendere il campanello d’allarme subito:
- Ritorni economici troppo elevati per essere credibili.
- Scarsa chiarezza: non capisci bene cosa stai comprando, ma ti parlano solo di quanto potresti guadagnare.
- Sedi in paesi esotici o off-shore (salvo rari casi, è solo un modo per evitare controlli).
- Pressione insistente via telefono o e-mail: ti vogliono convincere subito, oggi, adesso.
- Meccanismi di “reclutamento”: se porti altri investitori, guadagni di più. È uno schema piramidale, non un investimento.
Offerte di “beni alternativi”? Occhio, anche quelli possono essere investimenti truffaldini
Un’altra trappola sempre più diffusa: ti offrono di partecipare a “progetti alternativi”, “beni diversi”, o “programmi di investimento” che non rientrano nel classico trading online. Ti dicono che non si tratta di un prodotto finanziario, ma ti chiedono un capitale, ti promettono rendimenti e ti offrono incentivi. Tradotto: ti stanno proponendo un investimento mascherato.
Per legge, qualsiasi offerta pubblica di prodotti finanziari deve essere accompagnata da un prospetto informativo approvato dalla CONSOB. Se manca questo documento, l’offerta è irregolare. E spesso dietro c’è, anche in questo caso, un’operazione fraudolenta.
A questo proposito, la Consob (in un comunicato stampa) lancia l’allarme su un nuovo tipo di truffa online che mischia finte offerte di lavoro e investimenti in criptovalute. La tecnica è semplice quanto insidiosa: agli utenti vengono proposti incarichi generici – come cliccare link, iscriversi a siti, lasciare recensioni o mettere like – con la promessa di piccoli guadagni. In seguito, si insinua l’idea di ottenere profitti più consistenti tramite operazioni su criptovalute. In realtà, dietro queste attività si nascondono operatori abusivi che sfruttano i dati personali e soprattutto i soldi delle vittime.
La Consob ha reagito oscurando quattro siti web coinvolti nella promozione di questi schemi illeciti:
hct685.it
sdh878.it
skillnexp.top
ymg686.it
Con questi, sale a 1.353 il numero complessivo di siti oscurati dall’Autorità a partire dal 2019.
L’ente regolatore invita i risparmiatori a mantenere alta l’attenzione, a verificare sempre l’autorizzazione dei soggetti che propongono investimenti e a controllare la presenza di documentazione ufficiale (come prospetti informativi o white paper). Sul sito della Consob è disponibile una sezione dedicata, “Occhio alle truffe!”, con risorse e segnalazioni aggiornate.
I consigli della Polizia Postale
La Polizia Postale ha stilato un elenco di consigli da tenere bene a mente per non cadere nella rete di questi truffatori 2.0. Eccoli, semplici ma fondamentali:
- Diffida di chi ti promette guadagni miracolosi: nessuno regala soldi, soprattutto online.
- Non condividere mai i tuoi dati bancari o personali con chi dice di essere un “consulente” trovato su internet.
- Verifica sempre le autorizzazioni: Consob e Banca d’Italia pubblicano online gli elenchi ufficiali. Basta un clic.
- Evita di cliccare su pubblicità miracolose, banner e video sensazionalistici: l’investimento serio non ti cerca, sei tu che lo devi cercare.
- La richiesta di pagamenti per “sbloccare” il capitale è sempre una truffa: è il colpo di coda del truffatore per tirarti fuori altri soldi.
In caso di dubbio, rivolgiti alla Polizia Postale. Puoi fare segnalazioni online tramite il portale ufficiale www.commissariatodips.it oppure andare di persona. Se hai già investito e sospetti di essere stato raggirato, denuncia subito: la tempestività è cruciale per provare a recuperare qualcosa, ma anche per fermare la truffa sul nascere per qualcun altro.
Un consiglio solo: dubita di chi promette l’impossibile
Se ti offrono un investimento di trading online con ritorni garantiti, sicuri e veloci, c’è solo una certezza: ti stanno mentendo. Le criptovalute sono strumenti ad altissima volatilità, e nessun professionista serio ti dirà mai che “non puoi perdere”. Quando senti frasi come “non c’è rischio” o “è un’occasione unica”, fermati. Prenditi un giorno. Cerca. Chiedi.
E magari, invece di cliccare sul primo link con scritto “fai soldi con Bitcoin”, prova a leggere una guida seria. O a parlare con un consulente vero. Perché la differenza tra investimento e truffa, nel 2025, sta tutta in una manciata di clic — e nella capacità di farsi le domande giuste prima di mettere mano al portafoglio.
Foto copertina di Bianca Holland da Pixabay
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