Targa e assicurazione obbligatorie per i monopattini elettrici

Per troppo tempo i monopattini elettrici hanno circolato in una sorta di “zona grigia” normativa: pochi obblighi, controlli blandi e una percezione diffusa di libertà totale. Una condizione che ha generato, inevitabilmente, una crescita disordinata. Incidenti, comportamenti pericolosi, parcheggi selvaggi: l’anarchia iniziale ha evidenziato la necessità di mettere ordine.

L’ingresso nel nuovo Codice della Strada di queste nuove regole non vuole frenare la rivoluzione green e smart che i monopattini hanno portato nelle città italiane. Al contrario, mira a garantire che questa rivoluzione sia sostenibile nel tempo, per chi la vive tutti i giorni.

Chi guiderà il monopattino dovrà farlo con consapevolezza, rispettando le regole come qualsiasi altro veicolo su strada. Solo così si potrà davvero parlare di mobilità urbana moderna e sicura.

Il boom silenzioso dei monopattini elettrici

Negli ultimi anni, le nostre città hanno assistito a una trasformazione rapida e silenziosa. Dove un tempo dominavano auto e scooter, oggi sfrecciano leggeri e agili i monopattini elettrici. Spinti dal desiderio di mobilità sostenibile e accelerati dalla pandemia, che ha cambiato radicalmente il modo di vivere lo spazio urbano, questi mezzi hanno conquistato il cuore (e le strade) di milioni di italiani.

Nati come alternativa comoda e green al trasporto pubblico, i monopattini hanno vissuto un’ascesa repentina. Ma il successo, si sa, porta con sé nuove sfide. E quella della regolamentazione è diventata urgente.

Come sarà la targa obbligatoria

L’introduzione del contrassegno identificativo rappresenta il primo passo concreto verso un sistema più strutturato. Un codice alfanumerico ben visibile, che collegherà il mezzo al suo proprietario e aprirà finalmente la strada a un altro tassello fondamentale: l’assicurazione.

Per via dello spazio esiguo da occupare, non era ben chiaro come strutturare una targa per il monopattino elettrico. Finalmente, dopo mesi di attesa, il Ministero dei Trasporti (MIT) ha fatto chiarezza sul formato e sulle modalità di emissione. Non saranno simili a quelle delle moto o delle auto, ma un contrassegno adesivo, plastificato e resistente, con dimensioni precise di 5×6 centimetri.

Questo piccolo adesivo dovrà essere applicato sul parafango posteriore del monopattino, oppure, se mancante, sulla parte anteriore dello sterzo, posizionato tra i 20 e i 120 centimetri da terra per garantirne la visibilità. Il contrassegno conterrà una combinazione di tre lettere e tre numeri su due righe, su sfondo bianco riflettente, e includerà anche il simbolo della Repubblica Italiana e la sigla del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

La targa sarà strettamente collegata al proprietario del monopattino, non al mezzo stesso, visto che i monopattini non dispongono di un numero di telaio. Per questo motivo, il sistema ricorda quello dei ciclomotori. Un passo essenziale, perché permette di associare ogni monopattino a un individuo, rendendo possibile – per esempio – l’emissione di multe o la stipula di assicurazioni.

Il casco e l’assicurazione

L’adozione delle targhe apre anche la porta a un altro obbligo fondamentale: l’assicurazione. Fino a oggi, senza una forma di identificazione, stipulare polizze era impossibile. Ora invece, grazie al contrassegno, sarà possibile assicurare anche questi mezzi.

Il casco, già previsto, diventa un obbligo irrinunciabile. Le statistiche parlano chiaro: il rischio di incidenti gravi cresce senza protezione. Regolamentare significa salvaguardare vite, ma anche diffondere una cultura della sicurezza.

Il decreto non ha ancora definito i costi per ottenere la targa, un’incognita che potrebbe rallentare l’entrata in vigore dell’obbligo, ma la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale fa partire il conto alla rovescia: dopo 15 giorni, chi circolerà senza contrassegno rischierà una multa tra 100 e 400 euro.

Sicurezza prima di tutto

Dietro la spinta alla regolamentazione non c’è solo la burocrazia. C’è una questione di sicurezza pubblica che non può più essere ignorata. La leggerezza del mezzo non deve ingannare: un monopattino può fare male, e spesso lo ha fatto. Soprattutto se guidato senza casco, contromano o sui marciapiedi.

Le nuove regole – targa, assicurazione, casco obbligatorio – non vogliono spegnere l’innovazione, ma incanalarla. Rendere compatibile la mobilità leggera con una convivenza civile e sicura. E in fondo, ogni innovazione che vuole durare nel tempo deve imparare a fare i conti con le regole del gioco.

Non si tratta solo di una questione tecnica. Dare un’identità ai monopattini significa anche responsabilizzare gli utenti. Chi guida dovrà sapere che non si è più invisibili né anonimi. E che la strada è uno spazio condiviso, con diritti e doveri per tutti.

Foto copertina di Silviu on the street da Pixabay

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