Le Rosacee, alleate della nostra salute, che valgono per cinque

Con le Rosacee, prosegue il nostro approfondimento sulle famiglie botaniche, dopo avervi già illustrato, nei mesi scorsi, Labiate e Cariofillacee. Il loro nome deriva dal genere più rappresentativo, che è quello che comprende le varie specie di rosa. A livello sistematico, fanno parte della superdivisione delle Antofite o Fanerogame (piante con fiori visibili), della divisione delle Angiosperme (fiore con ovario)  e della classe delle Dicotiledoni.  Sono state inserite nella sottoclasse delle Dialipetale e nell’ordine Rosali.

Consultando le chiavi botaniche, riguardo all’ordine Rosali, noi leggiamo subito che comprende erbe, alberi e arbusti. E questo vale, ovviamente, anche per la famiglia delle Rosacee, alla quale appartengono piante assai diverse tra loro. Ci sono buona parte degli alberi da frutto, come il ciliegio, il melo o il mandorlo. Ma troviamo pure gli arbusti, come il biancospino, il rovo o la rosa stessa. E non mancano infine le erbe di campo, come l’agrimonia, la potentilla o l’olmaria. Diventa perciò difficile trovare caratteri comuni che ce le facciano identificare con certezza.

Le rosacee - Un bellissimo fiore rosa in mezzo a rami verdi
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Tutto dipende dal fiore, che vale per cinque

Nelle Rosacee, forse più che in ogni altra famiglia, è il fiore a essere fondamentale. Sì, perché, tranne qualche rara eccezione (ad esempio, la potentilla), hanno calice e corolla pentameri. Per essere più chiari, le Rosacee si caratterizzano per i fiori a cinque petali. Si potrebbe obbiettare che le rose che ammiriamo in giardino hanno ben più di cinque petali. Tuttavia, se noi le sfogliassimo, staccando un petalo dopo l’altro, ci accorgeremmo che il loro numero è sempre un multiplo di cinque.

In altre parole, le rose coltivate sono state selezionate per essere più appariscenti e decorative. Ma il numero dei petali è stato moltiplicato per cinque, che è quello delle rose selvatiche, che vegetano spontaneamente in natura. C’è molta varietà anche riguardo ai frutti, che presentano differenti tipologie. Per rendercene conto, basta paragonare una pesca a una fragola. Sono entrambi frutti di Rosacee, ma la pesca è una drupa a un solo carpello, mentre la fragola è un frutto parziale con molti carpelli.

Le rosacee - dei bellissimi fiori bianchi con stami gialli
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Piante straordinarie, in fitoterapia

Nelle scorse settimane, vi abbiamo proposto la famiglia delle Cariofillacee, piante poco usate come rimedi fitoterapici, a causa delle saponine tossiche che contengono. Per le Rosacee, il discorso è del tutto diverso, perché comprendono spesso principi attivi così salutari da essere stati sfruttati persino dall’industria farmaceutica. Tra gli esempi, citiamo senz’altro il biancospino, con la sua importante azione sul cuore e sul sistema vascolare, e l’olmaria, da cui è nata l’aspirina.

Bacche rosse con un punto nero in mezzo ai rovi
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Articoli già scritti, articoli che verranno

Negli ultimi due anni, noi vi abbiamo sovente parlato di Rosacee, attraverso articoli monografici pubblicati da ZetaTiElle Magazine. Per farvi un’idea di questa famiglia botanica, vi consigliamo di rileggerli e vi forniamo di seguito un breve elenco di piante da cercare. Esse sono: agrimonia, biancospino, cotogno, fragola, geum, mandorlo, melo, olmaria, potentilla, prugnolo, rovo e sorbo.

Tra gli articoli passati, c’è anche quello sulla rosa canina, la più preziosa fra le rose spontanee. Ma proprio dalla rosa inizieremo con gli approfondimenti su questa nuova famiglia, perché ci sono altre rose selvatiche altrettanto interessanti. Non perdetevi, dunque, l’uscita della prossima settimana e quelle che verranno e che spazieranno dall’alchemilla al lampone, dal pero alla sanguisorba.

Le rosacee - delle foglie larghe verdi con goccioline di rugiada
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Maura Maffei
Maura Maffei
Maura Maffei è da trent’anni autrice di romanzi storici ambientati in Irlanda, con 17 pubblicazioni all’attivo, in Italia e all’estero: è tra i pochi autori italiani a essere tradotti in gaelico d’Irlanda (“An Fealltóir”, Coisceim, Dublino, 1999). Ha vinto numerosi premi a livello nazionale e internazionale, tra i quali ci tiene a ricordare il primo premio assoluto al 56° Concorso Letterario Internazionale San Domenichino – Città di Massa, con il romanzo “La Sinfonia del Vento” (Parallelo45 Edizioni, Piacenza, 2017) e il primo premio Sezione Romanzo Storico al Rotary Bormio Contea2019, con il romanzo “Quel che abisso tace” (Parallelo45 Edizioni, Piacenza, 2019). È a sua volta attualmente membro della Giuria del Premio Letterario “Lorenzo Alessandri”. Il suo romanzo più recente è “Quel che onda divide” (Parallelo45 Edizioni, Piacenza 2022) che, come il precedente “Quel che abisso tace”, narra ai lettori il dramma degli emigrati italiani nel Regno Unito, dopo la dichiarazione di Mussolini alla Gran Bretagna, e in particolare l’affondamento dell’Arandora Star, avvenuto il 2 luglio 1940, al largo delle coste irlandesi. In questa tragedia morirono da innocenti 446 nostri connazionali internati civili che, purtroppo, a distanza di più di ottant’anni, non sono ancora menzionati sui libri di storia. Ha frequentato il corso di Erboristeria presso la Facoltà di Farmacia di Urbino, conseguendo la massima votazione e la lode. È anche soprano lirico, con un diploma di compimento in Conservatorio. Ama dipingere, ha una vasta collezione di giochi di società e un’altrettanto vasta cineteca. È appassionata di vecchi film di Hollywood, quelli che si giravano tra gli Anni Trenta e gli Anni Sessanta del secolo scorso. Tra i registi di allora, adora Hawks, Leisen e Capra. Mette sempre la famiglia al primo posto, moglie di Paolo dal 1994 e madre di Maria Eloisa.
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