Le Cariofillacee, la famiglia botanica dei garofani, che devono il nome a una specie esotica
Le Cariofillacee subentrano come famiglia botanica alle Labiate – la cui trattazione abbiamo concluso la settimana scorsa – nella nostra rubrica “Segreti di erbe antiche”. Sono piante piuttosto eleganti, a cominciare da quella più rappresentativa, che offre il nome alla famiglia stessa, ossia il garofano. Tutti i garofani coltivati derivano, infatti, dalla specie selvatica che Linneo classificò come Dianthus caryophyllus L. L’aggettivo caryophyllus pone qualche problema, perché accomuna il garofano con un albero della famiglia delle Mirtacee, il Caryophyllus aromaticus L.
Tale pianta è originaria delle Molucche (Indonesia) ed è nota per la produzione dei cosiddetti chiodi di garofano. Perché, dunque, Linneo mise in relazione il garofano con un albero assai diverso? La spiegazione va cercata in epoca medioevale, quando le pestilenze erano frequenti e gli esotici chiodi di garofano ne erano ritenuti una cura efficace. Erano tuttavia una spezia assai costosa, che non tutti potevano permettersi. Si notò che i fiori del comune garofano selvatico ne rappresentavano comunque una valido surrogato. La moderna giustificazione sta nell’olio essenziale di entrambe le specie. Quello dei chiodi di garofano contiene un’alta percentuale di eugenolo, dal forte potere antisettico, presente però pure nel garofano. Per questa caratteristica comune, nacque la famiglia delle Cariofillacee, che sono anche chiamate Diantacee, sempre in riferimento al genere Dianthus del garofano.


Qualche nota di classificazione
Come già le Labiate, anche le Cariofillacee appartengono alla superdivisione delle Antofite o Fanerogame (piante con fiori visibili) e alla divisione delle Angiosperme (fiore con ovario). Condividono con le Labiate pure la classe delle Dicotiledoni. Diversa è invece la sottoclasse: se le Labiate sono Simpetale (o Metaclamidee), le Cariofillacee sono Monoclamidee. L’ordine è quello delle Centrosperme.


Elementi per riconoscere le Cariofillacee
Sebbene in questo caso non si abbiano le caratteristiche nette che contraddistinguono le Labiate, esistono elementi propri delle Cariofillacee. Si tratta in genere di piante erbacee (di rado hanno la base legnosa), che possono essere perenni o annuali. Rimarchiamo, inoltre, che:
- I nodi che presenta il fusto sono ingrossati (lo notiamo, ad esempio, osservando un garofano).
- Le foglie sono opposte, come quelle delle Labiate, ma sono a margine intero. Possono avere oppure no le stipole, ossia le foglioline alla base del picciolo.
- La corolla, inserita in un calice persistente, è composta da 4 o 5 petali, ben divisi fino alla base. Il loro colore varia dal bianco, al rosa, al rosso. Gli stami sono sempre in numero doppio dei petali.
- Il frutto è una cassula o un otricolo, che comprende semi molte volte reniformi.


Uno sguardo d’insieme sulla famiglia
Le Cariofillacee sono diffuse in tutto il mondo, benché siano numericamente più frequenti nell’emisfero Boreale, nelle regioni a clima temperato. In Italia, le specie che appartengono a tale famiglia sono poco meno di duecento. In questa rubrica, noi tratteremo quelle più interessanti dal punto di vista fitoterapico. Due specie sono già state affrontate in articoli passati: il centocchio e la silene. Potete rileggere gli articoli, se vi fa piacere: li trovate facilmente nell’archivio di ZetaTiElle Magazine.
Le altre che vi proporremo sono apparentemente molto diverse, come la piccola, infestante arenaria e l’imponente saponaria. Si sono adattate a vivere in habitat assai differenti tra loro, scegliendo ora i prati fertili, ora le rocce inospitali. Come droghe medicinali, sono interessanti ma, tra i principi attivi, molte contengono saponine, che richiedono una certa prudenza. Del resto, le saponine hanno fatto sì che, in passato, le radici della saponaria o dei garofani si impiegassero per lavare la biancheria. A contatto con l’acqua, infatti, formano una schiuma delicata e detergente. Scopriremo nelle prossime settimane le virtù e le curiosità di ciascuna Cariofillacea, cominciando proprio dall’affasciante garofano.
Foto copertina di Christiane da Pixabay