Cariofillacee: famiglia botanica dei garofani, per combattere la peste

Le Cariofillacee subentrano come famiglia botanica alle Labiate – la cui trattazione abbiamo concluso la settimana scorsa – nella nostra rubrica “Segreti di erbe antiche”.  Sono piante piuttosto eleganti, a cominciare da quella più rappresentativa, che offre il nome alla famiglia stessa, ossia il garofano. Tutti i garofani coltivati derivano, infatti, dalla specie selvatica che Linneo classificò come Dianthus caryophyllus L. L’aggettivo caryophyllus pone qualche problema, perché accomuna il garofano con un albero della famiglia delle Mirtacee, il Caryophyllus aromaticus L.

Tale pianta è originaria delle Molucche (Indonesia) ed è nota per la produzione dei cosiddetti chiodi di garofano. Perché, dunque, Linneo mise in relazione il garofano con un albero assai diverso? La spiegazione va cercata in epoca medioevale, quando le pestilenze erano frequenti e gli esotici chiodi di garofano ne erano ritenuti una cura efficace. Erano tuttavia una spezia assai costosa, che non tutti potevano permettersi. Si notò che i fiori del comune garofano selvatico ne rappresentavano comunque una valido surrogato. La moderna giustificazione sta nell’olio essenziale di entrambe le specie. Quello dei chiodi di garofano contiene un’alta percentuale di eugenolo, dal forte potere antisettico, presente però pure nel garofano. Per questa caratteristica comune, nacque la famiglia delle Cariofillacee, che sono anche chiamate Diantacee, sempre in riferimento al genere Dianthus del garofano.

Cariofillacee - nella foto un fiore rosso che è un garofano
Cariofillacee: famiglia botanica dei garofani, per combattere la peste – Foto di Pradip Kar da Pixabay

Qualche nota di classificazione

Come già le Labiate, anche le Cariofillacee appartengono alla superdivisione delle Antofite o Fanerogame (piante con fiori visibili) e alla divisione delle Angiosperme (fiore con ovario). Condividono con le Labiate pure la classe delle Dicotiledoni. Diversa è invece la sottoclasse: se le Labiate sono Simpetale (o Metaclamidee), le Cariofillacee sono Monoclamidee. L’ordine è quello delle Centrosperme.

cariofillacee disegnate in un astampa antica - tanti garofani di diverso colore dal rosa al rosso passando per il giallo
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Elementi per riconoscere le Cariofillacee

Sebbene in questo caso non si abbiano le caratteristiche nette che contraddistinguono le Labiate, esistono elementi propri delle Cariofillacee. Si tratta in genere di piante erbacee (di rado hanno la base legnosa), che possono essere perenni o annuali. Rimarchiamo, inoltre, che:

  • I nodi che presenta il fusto sono ingrossati (lo notiamo, ad esempio, osservando un garofano).
  • Le foglie sono opposte, come quelle delle Labiate, ma sono a margine intero. Possono avere oppure no le stipole, ossia le foglioline alla base del picciolo.
  • La corolla, inserita in un calice persistente, è composta da 4 o 5 petali, ben divisi fino alla base. Il loro colore varia dal bianco, al rosa, al rosso. Gli stami sono sempre in numero doppio dei petali.
  • Il frutto è una cassula o un otricolo, che comprende semi molte volte reniformi.
garofani rosa in un prato
Cariofillacee: famiglia botanica dei garofani, per combattere la peste – File Concesso in licenza ai sensi della Licenza Apache , versione 2.0 (la “Licenza”); copia Licenza Apache

Uno sguardo d’insieme sulla famiglia

Le Cariofillacee sono diffuse in tutto il mondo, benché siano numericamente più frequenti nell’emisfero Boreale, nelle regioni a clima temperato. In Italia, le specie che appartengono a tale famiglia sono poco meno di duecento. In questa rubrica, noi tratteremo quelle più interessanti dal punto di vista fitoterapico. Due specie sono già state affrontate in articoli passati: il centocchio e la silene. Potete rileggere gli articoli, se vi fa piacere: li trovate facilmente nell’archivio di ZetaTiElle Magazine.

Le altre che vi proporremo sono apparentemente molto diverse, come la piccola, infestante arenaria e l’imponente saponaria. Si sono adattate a vivere in habitat assai differenti tra loro, scegliendo ora i prati fertili, ora le rocce inospitali. Come droghe medicinali, sono interessanti ma, tra i principi attivi, molte contengono saponine, che richiedono una certa prudenza. Del resto, le saponine hanno fatto sì che, in passato, le radici della saponaria o dei garofani si impiegassero per lavare la biancheria. A contatto con l’acqua, infatti, formano una schiuma delicata e detergente. Scopriremo nelle prossime settimane le virtù e le curiosità di ciascuna Cariofillacea, cominciando proprio dall’affasciante garofano.

Foto copertina di Christiane da Pixabay

Maura Maffei
Maura Maffei
Maura Maffei è da trent’anni autrice di romanzi storici ambientati in Irlanda, con 17 pubblicazioni all’attivo, in Italia e all’estero: è tra i pochi autori italiani a essere tradotti in gaelico d’Irlanda (“An Fealltóir”, Coisceim, Dublino, 1999). Ha vinto numerosi premi a livello nazionale e internazionale, tra i quali ci tiene a ricordare il primo premio assoluto al 56° Concorso Letterario Internazionale San Domenichino – Città di Massa, con il romanzo “La Sinfonia del Vento” (Parallelo45 Edizioni, Piacenza, 2017) e il primo premio Sezione Romanzo Storico al Rotary Bormio Contea2019, con il romanzo “Quel che abisso tace” (Parallelo45 Edizioni, Piacenza, 2019). È a sua volta attualmente membro della Giuria del Premio Letterario “Lorenzo Alessandri”. Il suo romanzo più recente è “Quel che onda divide” (Parallelo45 Edizioni, Piacenza 2022) che, come il precedente “Quel che abisso tace”, narra ai lettori il dramma degli emigrati italiani nel Regno Unito, dopo la dichiarazione di Mussolini alla Gran Bretagna, e in particolare l’affondamento dell’Arandora Star, avvenuto il 2 luglio 1940, al largo delle coste irlandesi. In questa tragedia morirono da innocenti 446 nostri connazionali internati civili che, purtroppo, a distanza di più di ottant’anni, non sono ancora menzionati sui libri di storia. Ha frequentato il corso di Erboristeria presso la Facoltà di Farmacia di Urbino, conseguendo la massima votazione e la lode. È anche soprano lirico, con un diploma di compimento in Conservatorio. Ama dipingere, ha una vasta collezione di giochi di società e un’altrettanto vasta cineteca. È appassionata di vecchi film di Hollywood, quelli che si giravano tra gli Anni Trenta e gli Anni Sessanta del secolo scorso. Tra i registi di allora, adora Hawks, Leisen e Capra. Mette sempre la famiglia al primo posto, moglie di Paolo dal 1994 e madre di Maria Eloisa.
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