Anatemah, fuori il nuovo album “Sambèło da ròcoło”

C’è tutta la sperimentazione degli Anatemah in quest’ultimo lavoro in bilico tra sinestesia e metafora. “Sambèło da ròcoło”, titolo che riecheggia l’antico dialetto veneto, è infatti un omaggio alle radici del trio composto da Alessandro FedrigoMichele Tedesco Gian Ranieri Bertoncini, ma anche un racconto simbolico, un viaggio tra le pieghe di un lavoro artistico essenziale.  

La figura dell’uccello evocata dal “sambeo” è infatti una cifra dalla duplice anima, laddove il riferimento animale richiama un’idea di libertà, di spoliazione dalla norma, mentre il significato traslato (di sciocco, “zimbello”) si ammanta dei più nobili richiami surrealisti, con la stupidità come alternativa alle codificazioni, al quotidiano ignobile. Niente di più attuale in un’epoca come la nostra, in cui “il sambeo” di turno, assoggettato ai dettami sociali, attira i suoi simili verso il baratro senza esserne consapevole, prestandosi ingenuamente a diventare una subdola trappola per generare finzione e stoltezza. Una reazione a catena infinita. Non solo; l’immagine del volatile che attira altri con il suo canto condensa, anche, l’intento artistico del trio: creare un richiamo sonoro per uomo contemporaneo, spesso disperso in una realtà frenetica e frammentata.

anatemah - la copertina del nuovo album

Sambèło da ròcoło

Dodici i brani che compongono l’album, i cui titoli (Dàghe!, Casòto, Tàsi e tira etc.) rievocano la genuinità dell’espressione dialettale, quella capacità di arrivare al cuore delle cose che sfugge alla lingua canonica, stretta nel perimetro di un’espressione univoca. In questa prospettiva, anche la musica di Anatemah si fa linguaggio esplorativo, una miniera di suggestioni, immagini e suoni capace di dar vita a una certa idea di mondo. Non a caso il trio coltiva da sempre un’estetica definibile come “surrealismo quotidiano”: una trasfigurazione sonora della realtà, dove l’onirico e l’irreale si fanno strumenti per esplorare l’identità e l’esperienza personale più autentica. 
 

Anatemah 

È un laboratorio sonoro in continua evoluzione, che cerca nel suono una forma di verità, e nel palco uno spazio rituale per una nuova relazione tra arte e vita. Un trio formato nel 2023 da Alessandro Fedrigo (basso elettrico), Michele Tedesco (tromba) e Gian Ranieri Bertoncini (batteria), uniti in un progetto che nasce dalla volontà di sovvertire le convenzioni musicali contemporanee e restituire alla musica una dimensione profondamente umana, intrecciando jazz, elettronica e sperimentazione sonora.

Sambèło da ròcoło” (produzione nusica.org) è disponibile in digitale dal 18 ottobre 2025 e potete ascoltarlo cliccando qui.

Realizzato con il contributo di NUOVOIMAIE.

Wako Kid
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Musicista giramondo Dice di sé: Amo viaggiare, conoscere luoghi, persone, meglio se diverse e lontane dalla propria cultura, per osservare, conoscere, approfondire, ampliando cosi il bagaglio di esperienze vissute. Sono curioso e sempre in cerca della verità, intesa come giustizia del vero. Amo tutto ciò che è genuina espressione di sentimenti e emozioni umane. Dall’arte e letteratura, alla pittura, fino alla cucina e alle tradizioni popolari. La musica, sia classica che moderna, è la mia passione più importante, alla quale dedica maggior spazio e dedizione.
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