Intestino: gli alimenti che non possono mancare nella nostra dieta

Una dieta per l’intestino deve assolutamente essere anche una dieta per il microbiota. E se per Feuerbach siamo quello che mangiamo, dopo oltre due secoli possiamo aggiornare l’aforisma, dicendo che siamo quello che mangiano i nostri batteri! Scopriamo insieme alcuni alimenti che non possono mancare nel nostro stile alimentare.

Le fibre

Iniziamo con le fibre, meglio le solubili, ovvero quelle che possono essere fermentate dal nostro microbiota e quindi favorire la crescita di organismi probiotici, ma anche ridurre l’assorbimento degli zuccheri e dei grassi, perciò agire su glicemia, colesterolo e trigliceridi, oltre che aumentare il senso di sazietà con conseguente riduzione del peso.

Dove sono contenuti questi preziosi nutrienti?

Nei legumi, principalmente piselli, fagioli bianchi, fave, ceci, lenticchie e soia, nei cereali integrali: avena, orzo e segale, nella frutta: prugne e fichi meglio secchi, banane mature, mele preferibilmente con la buccia,  pere, arance, avocado, albicocche e mele cotogne, e ancora: patate, patate dolci (note anche come batate o patate americane) carote, topinambur, porri, e gli immancabili broccoli. Le fibre insolubili, invece, svolgono un altro compito molto importante, e cioè quello di aumentare la massa fecale, velocizzandone il transito e contrastando la stipsi. Questo determina meno irritazione, poiché i prodotti di scarto sono a contatto con le mucose per un tempo inferiore, e quindi in prospettiva meno infiammazioni e profilassi verso eventuali degenerazioni neoplastiche.

Aiuta il fegato

Pensiamo a due alimenti fondamentali per questo scopo, che grazie alla loro ricchezza di inulina, fungono anche da prebiotici, quindi in grado di essere un terreno di crescita per i batteri buoni. Stiamo parlando di carciofi e cicorie. I primi, da sempre utilizzati anche nella medicina popolare come disintossicante epatico, sono ricchi di acido folico (utile in caso di anemia) mucillagini (aiutano a contrastare la stipsi) cinarina (funzione epatoprotettrice) oltre che tannini (antiossidanti) vitamine e minerali. Attenzione se sei in allattamento, perché riducono la montata lattea.

E le cicorie?

Sono ricche di minerali e vitamine tra le quali spiccano betacarotone, ferro, vitamina C, acido cicorico e cicorina, che conferiscono proprietà diuretiche e depurative.  Inoltre le cicorie sono efficaci in casso di disturbi digestivi, perdita dell’appetito e stipsi. Cautela per chi soffre di calcolosi renale

Aceto di mele

La sua efficacia la si deve alla presenza degli acetobacter, microrganismi che agiscono sul nostro intestino evitando i fenomeni fermentativi e putrefattivi delle disbiosi, alla pectina, fibra solubile che favorisce il transito intestinale conferendo maggiore morbidezza alla massa fecale e facilitando la peristalsi, al potassio e al calcio molto abbondanti oltre agli altri minerali e vitamine. Questo prezioso derivato del sidro è anche efficace come fluidificante, depurativo, dimagrante e per contrastare le infiammazioni articolari.

Cibi fermentati

Sono questi i veri artefici della salute del nostro intestino e del microbiota. Il razionale di questo procedimento sta nell’allungare la vita ai cibi freschi, modificandone le proprietà organolettiche, antagonizzando gli ef­fetti nocivi per il corpo. In pratica, il processo di fermentazione si svolge così: si crea un ambiente acido attraverso l’intervento di microrganismi, in modo da fare abbassare il ph del substrato, permettendo il proliferare di batteri benefici, che trasforme­ranno gli zuccheri in sostanze acide.  Le prime testimonianze esistenti circa l’utilizzo della fermentazione arrivano da molto lontano nel tempo, ovvero da circa novemila anni fa: si tratta di un sito neolitico ritrovato in Cina in cui sono stati ritrovati vasi contenenti resti di bevande fermentate a base di riso, miele e frutta.

Kombucha

Si tratta di un particolare tipo di tè, dal sapore a metà strada tra un sidro di mele frizzante e lo champagne, che si ottiene dalla fermentazione dello zucchero da parte di una colonia batterica. Avvolta da tante leggende questa bevanda si racconta fosse stata utilizzata per la prima volta dai Samurai Giapponesi intorno al decimo secolo avanti Cristo e che la bevessero prima di ogni combattimento per accrescere vigore e destrezza. Oggi le sue doti riconosciute sono molteplici, oltre a supportare la funzionalità gastrointestinale e quella epatica, è un ottimo antiossidante con proprietà antibatteriche ed antifungine.

Kefir

Ma forse l’alimento più conosciuto è il kefir, che fa parte della grande famiglia dei latti fermentati la cui storia parte da molto lontano, ovvero dall’età del bronzo, anche se una leggenda lo vuole collocare dopo l’anno Mille e per la precisione alla corte dell’imperatore mongolo Gengis Khan. Si racconta che un suo corriere si fosse fermato in un villag­gio per abbeverarsi e riposarsi. Durante la sosta, qualcuno per sabotarlo, aveva riempito la sua borraccia con il latte invece che con l’acqua, nella speranza che l’irrancidimento dell’alimento potesse in qualche modo fer­marlo. Invece fu esattamente il contrario: il latte fermentò, e divenne una corroborante bevanda per l’uomo, che portò brillantemente a termine la propria missione. Da questa esperienza, si dice, che Gengis Khan impose a tutti i suoi soldati di assumere tale bevanda.

Ma il kefir non fa solo bene all’intestino?

Assolutamente no, in quanto due recenti studi di coorte svolti in Svezia e Olanda l’associano ad una significativa riduzione di tumori alla vescica e malattie cardiovascolari. Ricerche inglesi e danesi concordano nell’affermare che innalza l’im­munità sia umorale che cellulo-mediata, mentre uno studio canadese su pazienti affetti da diabete di tipo 2, dimostra come sia responsabile di una significativa riduzione dei livelli di insulino-resistenza. Altre pubblicazioni evidenziano le sue doti antimicrobiche e antipertensive, oltre a definirlo un efficace supporto nel tumore del colon-retto, del polmone e della mam­mella.

Gli altri kefir

Oltre alla variante con i latti vegetali (soia, cocco, mandorla) esi­ste quello di acqua, il tibicos, le cui origini dovrebbero essere policentriche e trovarsi tra il Messico e la valle degli Hunza, popolazione di ultracentenari in ottima salute.  Anche in questo caso fioriscono tante leggende, quella più interessante riguarda Madre Teresa che l’avrebbe portato gratuitamente in Messico dalla Cina, per aiutare le famiglie più bisognose.

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Dr. Rocco Berloco
Dr. Rocco Berloco
Rocco Berloco, medico chirurgo, specializzato in Medicina Generale, esperto in Omeopatia con iscrizione presso l’Albo dell’Ordine dei Medici di Bari. In quanto omeopata tratto i disturbi pediatrici, le allergie, le problematiche ginecologiche, tutte le patologie funzionali dell'intestino, ma in special modo mi occupo di ansia, di depressione, di attacchi di panico, ma anche di supportare il soggetto oncologico con medicinali omeopatici, per antagonizzare gli effetti collaterali della chemio e radioterapia. Da sempre mi piace pensare che basta poco per trasformare la sofferenza in un sorriso, che la Medicina sia Una e comprenda varie sfaccettature e che la sua Mission sia quella di aiutare le persone a Cambiare, a diventare migliori, a lasciarsi alle spalle sofferenze e traumi, perchè non si deve curare la Malattia, ma guarire l'Uomo. Cerco di avvicinarmi alle emozioni, di riuscire a parlare loro e farle fluire in modo da rendere le persone libere da quegli schemi e da quelle convinzioni limitanti che ne bloccano i comportamenti. Lavorare per il cambiamento significa scrollarsi di dosso pattern negativi ed abitudine non ecologiche. E tutto questo si può fare attraverso i medicinali omeopatici, attraverso i fiori di Bach (ma anche altre essenze floreali) e i fitoterapici. Ma non solo. A volte non basta, bisogna scendere in profondità, scrostare la rabbia, vivere diversamente il Tempo, il passato di cui non ci si riesce a liberare ed il futuro che è sempre un passo davanti. Bisogna imparare a restare nell'attimo, nel qui ed ora, nel hic et nunc, bisogna fermarsi semplicemente nel Presente. A volte è fondamentale il lavoro profondo con la pnl (programmazione neurolinguistica) per prendere finalmente consapevolezza dei propri Talenti, per far riaffiorare la propria autostima. Ma a volte c'è bisogno anche creare un percorso, trovare la strada, fissare gli obiettivi, identificare la propria Mission, attraverso una Vision personalizzata. Ecco perchè diventa fondamentale il coaching! Ma spesso il tassello decisivo è nel nostro intestino, perchè l'asse intestino-cervello muove tanti neurotrasmettitori, tante citochine, tante endorfine, e perchè andando a ritroso la stragrande maggioranza delle patologie si struttura su quella che gli anglosassoni chiamano "leaky gut syndrom" in Italia meglio conosciuta come permeabilità intestinale. E allora prendiamo coscienza del ruolo fondamentale del microbiota, e che i probiotici non sono tutti uguali, e che un intestino sano fa persone sane.