Jean Michel Basquiat il genio maledetto del graffitismo

Jean Michel Basquiat è una vittima della sua stessa arte. Muore nel 1988 per un overdose di droga, a soli 27 anni. Per anni le sue opere di graffitismo erano state e messe in ridicolo e sbeffeggiate da tutta la critica internazionale. Da allora le sue quotazioni non hanno fatto altro che crescere. Oggi valgono milioni.

Jean Michel Basquiat il genio maledetto del graffitismo
Jean Michel Basquiat

Basquiat, roso già dalla maledizione del genio, scappa di casa a soli 15 anni e va a vivere per strada. Un anno dopo, il primo colpo di fortuna, grazie al suo talento per il disegno può iscriversi a una scuola di Manhattan per ragazzi dotati. Lì stringe amicizia con Al Diaz, un writer di talento. Insieme iniziano a tracciare sui muri di New York misteriosi aforismi firmati con l’acronimo SAMO. Ad esempio SAMO© SAVES IDIOTS” (SAMO© salva gli idioti). Dopo la rottura con Diaz, Basquiat scriverà nelle vie del centro della città “SAMO© IS Dead, SAMO è morto”.

Basquiat, Diaz, il graffitismo e SAMO

Ma cosa vuol dire lacornimo SAMO? “Una notte stavamo fumando erba ed io dissi qualcosa sul fatto che fosse sempre la stessa merda, The Same Old Shit. SAMO, giusto? Immaginatevi: vendere pacchi di SAMO! È così che iniziò, come uno scherzo tra amici, e poi crebbe” . Dichiara Basquiat in un intervista al Village Voice nel 1978.Sono i ruggenti anni 80 e tutto ovviamente sembra possibile. Basquiat e Diaz fanno uso di droghe e si divertono con goliardate : un pomeriggio fingono di rapinare un negozio di Downtown. Solo dopo che tutti i clienti sono a terra si accorgono che i due non hanno in mano pistole, ma bottiglie di Seltz, quello stesso anno i due lasciano la scuola senza conseguire il diploma.

Cartolina illustrata

Poco dopo Jean Michel incontra in un ristorante a Soho, il suo idolo: Andy Warhol . Lo ferma, ed è così deciso e convincente che riesce a vendergli alcune delle sue cartoline decorate. Tutto questo però non basta. Frequenta i luoghi più di richiamo per gli artisti del momento, ma è senza un soldo. Motivo per cui a volte si prostituisce agli omosessuali incontrati nei club che frequenta per promuovere la sua arte.

Jean Michel Basquiat e Andy Warhol

La sua perseveranza è premiata e nel 1980, a vent’anni realizza la sua prima mostra Times Square Show, una retrospettiva con un gruppo di Street Art. È la sua consacraziome. Dal 1982 al 1984 i suoi quadri salgono alle stelle. Anche perchè nel 1983 inizia a collaborare proprio con Warhol con immagini crude e infantili, che facevano riferimento alla Art Brut di Jean Dubuffet.

Jean Michel Basquiat il genio maledetto del graffitismo
Warhol e Basquiat nella locandina di una loro mostra

Il New York Times definisce Basquiat “la mascotte di Warhol“: questo fatto, unito all’eccesso nell’uso delle droghe e alla sua progressiva tossicodipendenza da eroina che Warhol non riesce ad arrestare, porta Basquiat a soffrire di frequenti disturbi psichici.

L’arte le donne la droga

Ma, senza dubbio, l’ elemento che caratterizza Basquiat è ‘utilizzo delle parole. Inserite nei suoi dipinti come parte integrante, ma anche come sfondo, cancellate, a volte anche per attrarre l’attenzione dello spettatore. Ma le sue priorità resteranno sempre l’arte, le donne e la droga.Il suo rapporto con il denaro rimane sempre sfuggente. All’apice della carriera gira con mucchi di banconote sgualcite nelle tasche, in preda a una compulsività d’acquisto riesce anche a comprare 4 o 5 modelli dello stesso televisore che poi accantona senza nemmeno utilizzarli.

Basquiat esprime la fuggevolezza, l’effimero, l’impetuosità, nell’arte così come nella vita. Passa da momenti di inerzia e inedia assoluta a attimi di improvvisa iperattività. Spesso si sveglia nel cuore della notte e dipinge come se si trovasse in uno stato di trance. Secondo alcuni le sue opere migliori sono state partorite nel cuore della notte.

La sua relazione con Madonna

Poche donne riescono a resistergli ammaliate dal suo fascino selvaggio e sensuale. Tra queste anche Madonna. La popstar finanzierà, nel 91, la retrospettiva a lui dedicata al Whitney Museum di New York e nel 1996 pubblicherà un breve ma sentito ricordo di lui sul Guardian.

Jean Michel Basquiat il genio maledetto del graffitismo
Basquiat e Madonna courtesy of King pleasure

Non smetteva di fare l’eroina. Era un uomo straordinario e profondamente talentuoso, lo adoravo – ha detto Madonna in un intervista su Interview-. Quando ho rotto con lui, mi ha fatto restituire i dipinti che mi aveva dato. E poi li ha dipinti di nero. Ho ricordi di lui in piedi, nel cuore della notte, così vicino alla tela, che dipinge come in trance. Sono rimasta sbalordita da questo. Dal fatto che lavorasse quando si sentiva commosso“.

La morte per overdose

Il 12 agosto del 1988 viene ritrovato incosciente nel suo loft dalla sua compagna di allora. Trasportato al Cabrini Medical Center, vi giunge senza vita. Il rapporto dell’autopsia attibuirà la causa della morte ad un’intossicazione acuta da droghe miste: oppio e cocaina.

Viene soprannominato immediatamente il James Dean dell’arte moderna. Pare che oggi il suo loft, al primo piano di un palazzo in 57 Great Jones Street a Manhattan sia in affitto su Airbnb a 650 dollari per notte. “Se vuoi parlare di influenza, amico, allora devi capire che l’influenza non è influenza. È semplicemente l’idea di qualcuno che attraversa la mia nuova mente“. J. M. Basquiat

Opera di Basquiat
Monica Col
Monica Col
Vicedirettore di Zetatielle Magazine e responsabile della sezione Arte. Un lungo passato come cronista de “Il Corriere Rivoli15" e “Luna Nuova”. Ha collaborato alla redazione del “Giornale indipendente di Pianezza", e di vari altri giornali comunali. Premiata in vari concorsi letterari come Piazza Alfieri ( 2018) e Historica ( salone del libro 2019). Cura l’ufficio stampa di Parco Commerciale Dora per la rassegna estiva .Cura dal due anni la promozione della Fondazione Carlo Bossone,. Ha curato per quattro anni l'ufficio stampa del progetto contro la violenza di genere promosso da "Rossoindelebile", e della galleria d’arte “Ambulatorio dell’Arte “. Ha curato l'ufficio stampa e comunicazione del Movimento artistico spontaneo GoArtFactory per tre anni. Ha collaborato come ufficio stampa in determinati eventi del Rotary distretto 2031. Ė Presidente dell 'Associazione di promozione sociale e culturale "Le tre Dimensioni ", che promuove l' arte , la cultura e l'informazione e formazione artistica in collaborazione con le associazioni e istituzioni del territorio. Segue la comunicazione per varie aziende Piemontesi. Dice di sé: “L’arte dello scrivere consiste nel far dimenticare al lettore che ci stiamo servendo di parole. È questo secondo me il significato vero della scrittura. Non parole, ma emozioni. Quando riesci ad arrivare al cuore dei lettori, quando scrivi degli altri ma racconti te stesso, quando racconti il mondo, quando racconti l’uomo. Quando la scrittura non è infilare una parola dietro l’altra in modo armonico, ma creare un’armonia di voci, di sensazioni, di corse attraverso i sentimenti più intensi, attraverso anche la realtà più cruda. Questo per me è il vero significato dello scrivere".