Il barbagianni e la leggenda sarda di Sa Stria

Se una notte d’estate ti trovi lontano dai rumori della città, e senti un grido acuto e tremolante, come un lamento nel buio, non avere paura: molto probabilmente è solo un barbagianni. Questo misterioso rapace notturno, il cui nome scientifico è Tyto alba, fa parte della famiglia dei gufi, ha da sempre alimentato leggende e superstizioni, ma in realtà è un animale affascinante e delicato, importantissimo per la natura.

Con il suo volo leggero e il volto chiaro a forma di cuore, sembra quasi un piccolo spirito notturno. Ma dietro a questo aspetto etereo si nasconde un predatore abilissimo, dotato di sensi incredibili e di un comportamento affettuoso verso i suoi piccoli. Pronto a scoprire tutto su questo “guardiano dei granai”?

Dove vive?

Il barbagianni è uno degli uccelli notturni più diffusi al mondo. Si trova in quasi tutti i continenti: Europa, Africa, Asia occidentale, Australia, e anche in molte zone delle Americhe. Vive ovunque ci siano spazi aperti e un po’ di tranquillità: pianure coltivate, campagne, pascoli, brughiere, perfino deserti con qualche albero isolato. Non ama i boschi fitti, ma si trova benissimo nei paesaggi rurali.

In Italia è piuttosto comune, anche se negli ultimi anni è diventato più raro in alcune regioni a causa dell’uso di pesticidi e della scomparsa dei vecchi edifici rurali dove nidificava. Si adatta facilmente alla presenza dell’uomo e spesso sceglie come rifugio granai, soffitte, torri, ruderi o chiese abbandonate. È proprio per questo che, nei secoli, è entrato nell’immaginario popolare: perché viveva (e vive ancora) molto vicino a noi, anche se pochi riescono a vederlo davvero.

Che aspetto ha?

Il barbagianni ha un aspetto davvero speciale. Il suo viso, così diverso da quello degli altri rapaci, è bianco o crema, con una forma perfettamente a cuore che lo rende inconfondibile. Gli occhi sono neri e profondi, incastonati in un disco facciale che funziona come una parabola per raccogliere i suoni. Il becco è piccolo, ma affilato, nascosto tra le piume.

Il resto del corpo è rivestito da un piumaggio leggerissimo e morbido, di colore dorato, beige o grigiastro sul dorso, più chiaro sul petto. La sua apertura alare supera spesso il metro, anche se il corpo è lungo appena 30-35 centimetri e le femmine sono più grandi dei maschi. Le sue ali, larghe e flessibili, gli permettono di volare in assoluto silenzio, tanto da non farsi sentire nemmeno a pochi metri di distanza. È proprio questa sua leggerezza a renderlo così affascinante da osservare… se si ha la fortuna di scorgerlo in volo tra le ombre.

Cosa mangia?

Il barbagianni è attivo esclusivamente di notte. Appena il sole tramonta, lascia il suo rifugio e inizia a pattugliare i campi in cerca di cibo. Il suo pasto preferito? I piccoli roditori, soprattutto topi di campagna, ma anche arvicole, talpe, lucertole, rane e grossi insetti.

Per cacciare si affida a due superpoteri: un udito straordinario e un volo silenzioso, reso possibile dal particolare piumaggio. Riesce a localizzare un topolino nascosto sotto l’erba o la neve ascoltando il rumore dei suoi passi. Poi, senza fare il minimo fruscio, piomba su di lui con precisione millimetrica. In una sola notte può catturare anche dieci prede, che porta spesso al nido se ci sono piccoli da nutrire.

Riproduzione

Il barbagianni è una specie monogama, anche se sono stati verificati casi di poligamia. In generale, però, i barbagianni che si uniscono in coppia, restano insieme finché uno dei due non muore. Si accoppiano una volta all’anno e il periodo della riproduzione può variare a seconda della zona e del clima, ma in Italia inizia solitamente tra marzo e maggio. Dopo un breve corteggiamento, fatto di richiami e offerte di cibo, la coppia sceglie un rifugio sicuro: raramente costruiscono un nido nuovo, preferiscono occupare  una cavità naturale, una soffitta, un anfratto in una parete rocciosa o una cassetta-nido.

La femmina depone tra 4 e 7 uova, che cova da sola per circa un mese, mentre il maschio caccia e le porta da mangiare. Alla nascita, i piccoli sono ciechi e completamente bianchi, ma crescono in fretta. Dopo qualche settimana, iniziano a muoversi e ad esercitarsi nel volo. Restano vicini al nido finché non sono in grado di cacciare da soli, ma spesso continuano a dormire nello stesso rifugio con i genitori per tutta l’estate.

due barbagianni con gli pcchi chiusi, sono marroni con il volto bianco e stanno dormendo su un ramo
Foto di hartono subagio da Pixabay

È pericoloso per l’uomo?

Assolutamente no. Nonostante il suo canto a volte inquietante e il fatto che spesso sia attivo nei pressi di vecchi edifici, il barbagianni è del tutto innocuo per l’uomo. Non attacca, non si avvicina, non provoca danni. Anzi, si può dire che sia uno degli animali più utili per l’agricoltura: mangiando ogni notte decine di topi, aiuta a tenere sotto controllo le popolazioni di roditori.

Purtroppo, in passato è stato vittima di molte superstizioni. Il suo verso, che può sembrare un grido stridulo o un pianto, ha fatto nascere la credenza che portasse sfortuna o addirittura predicesse la morte. Per questo, in alcune zone, veniva scacciato o cacciato. Ma oggi sappiamo bene che queste sono solo leggende, e che il barbagianni è un animale prezioso da proteggere.

Storie e leggende

Da sempre il barbagianni popola racconti e fiabe. In molte culture, il suo aspetto quasi ultraterreno lo ha reso simbolo di mistero, ma anche di saggezza. In alcune zone d’Italia si diceva che, se si fosse sentito il suo canto sopra un tetto, qualcuno in quella casa si sarebbe ammalato. Al contrario, in altre, si credeva che fosse un buon presagio e predicesse l’arrivo di una nascita in famiglia.

Una vecchia leggenda contadina racconta di un barbagianni che vegliava ogni notte sul raccolto di un vecchio agricoltore, impedendo ai roditori di rovinare il grano. Per ringraziarlo, l’uomo lasciava sempre un piccolo cesto di paglia sotto il tetto del granaio, così che il suo “amico con il volto a cuore” potesse riposare al sicuro. Oggi, storie così ci ricordano che questo animale, anche se timido e solitario, ha sempre fatto parte della nostra vita quotidiana.

Il barbagianni e la leggenda sarda di “Sa Stria”

In Sardegna, il barbagianni non è solo un uccello notturno affascinante: è anche protagonista di una leggenda antica e misteriosa. Nella tradizione popolare sarda, questo rapace veniva associato a Sa Stria, una figura simile a una strega capace di assumere le sembianze di civette, gufi o barbagianni. Il suo canto notturno, lungo e lacerante, faceva rabbrividire, e molti credevano che annunciasse sventure o addirittura la morte. Secondo la leggenda, Sa Stria era attratta dai neonati e si diceva potesse rubarne l’anima o succhiarne il sangue, alimentando la paura delle morti improvvise nella culla. Per capire se si fosse trattato davvero di un caso di striadura, si sarebbe ricorso a un metodo davvero curioso: si misurava la persona con un filo bianco, confrontando l’altezza del corpo con l’apertura delle braccia. Se le due misure non avessero coinciso, sarebbe stato segno che qualcosa non andava.

In quel caso, venivano eseguiti riti di guarigione tradizionali, diversi da paese a paese, spesso accompagnati da preghiere, gesti simbolici e formule magiche. Per difendersi da questa creatura, le famiglie seguivano antichi riti: bruciavano piume di barbagianni e ne usavano la cenere mescolata ad acqua o caffè, accompagnando il gesto con formule magiche sarde chiamate is brebus. Oggi sappiamo che il barbagianni è un animale innocuo e fondamentale per l’ambiente, ma queste storie raccontano molto del rapporto profondo, e talvolta timoroso, che le persone hanno sempre avuto con il mistero della notte.

Perché si dice “sei un barbagianni”?

Nel linguaggio comune, dare del “barbagianni” a qualcuno significa prenderlo un po’ in giro, come a dire che è goffo, impacciato o che sembra sempre perso nei suoi pensieri. Ma da dove nasce questa espressione? Probabilmente dal suo aspetto: il barbagianni ha un’espressione fissa e un po’ stralunata, con grandi occhi scuri e un viso a forma di cuore che può sembrare stupito. In più, è un animale notturno e solitario, che si muove in silenzio e vive nascosto, caratteristiche che nel tempo lo hanno fatto associare a persone un po’ strane o bizzarre. Anche il suo canto, simile a un lamento acuto, ha contribuito a rafforzare quest’immagine curiosa. In realtà, il barbagianni è tutt’altro che sciocco: è un cacciatore abilissimo e un alleato prezioso per l’ambiente. Come spesso accade, i detti popolari non rispecchiano la verità della natura… ma raccontano molto del nostro modo di guardarla.

Perché è importante

Il barbagianni è un anello fondamentale nella catena alimentare. Aiuta a mantenere l’equilibrio degli ecosistemi rurali e riduce il bisogno di veleni o trappole per topi. Dove ci sono barbagianni, i campi sono più sani e le coltivazioni più protette. Inoltre, la sua presenza è un segno che l’ambiente è ancora abbastanza naturale e accogliente.

Oggi molte associazioni ambientali cercano di proteggerlo installando cassette-nido nei fienili o vicino ai campi, in modo da offrirgli un rifugio sicuro. Ogni barbagianni salvato è un aiuto concreto alla biodiversità.

Quindi, la prossima volta che sentirai quel suono acuto nella notte, fermati ad ascoltare. Magari, sopra un tetto o su un palo in mezzo al campo, c’è un barbagianni, guardiano silenzioso delle nostre campagne, pronto a raccontarti – con un semplice sguardo – una storia fatta di vento, stelle e battiti d’ali.

Foto copertina di Jean van der Meulen da Pixabay

Potrebbe interessarti anche:

La civetta , pericolo oscuro o assurda superstizione?

Zeus, lo straordinario gufo con gli occhi stellati.

Allocco: scopri i segreti sorprendenti sul rapace della notte

Il corvo: uccello del malaugurio o grande comunicatore?

Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”
Logo Radio