“Bianco e Nero”: vinile e digitale per il leggendario album di Il Giardino dei Semplici

La Warner Music Italy ha rilanciato un importante disco de Il Giardino dei Semplici, che ha fatto la storia della musica napoletana d’avanguardia dei primi anni Ottanta: B/N (Bianco e nero).

L’album è stato ripubblicato in vinile bianco ed è stato parallelamente reso disponibile in digitale, rimasterizzato a 24 bit. Non è comunque il suo primo revival discografico: già sul finire degli anni Novanta, aveva beneficiato di una lussuosa reissue in CD, mirata al mercato giapponese.

L’uscita originale e il contesto musicale

Originariamente immesso sul mercato dalla WEA Italiana il 27 settembre 1979, il disco si rivelò subito come una pietra miliare del Neapolitan/Napule’s Power, capace di catalizzare, a livello nazionale, l’attenzione sull’intero movimento. Precedette di sei mesi il terzo album di Pino Daniele, Nero a metà.

Produzione e autori

Per questo lavoro, Il Giardino dei Semplici si avvalse della produzione di Claudio Cavallaro e degli arrangiamenti del maestro Vince Tempera. I brani inediti erano scritti da Gianni Averardi (testi) e Gianfranco Caliendo (musiche), i due fondatori della band.

La lineup del gruppo, all’epoca, era composta da:

  • Gianfranco Caliendo (voce solista, chitarre)
  • Luciano Liguori (voce solista, basso)
  • Andrea Arcella (tastiere, cori)
  • Gianni Averardi (batteria, percussioni, cori)

Stile musicale e tematiche

Cantato interamente in vernacolo partenopeo, il disco era una miscela esplosiva di pop, rock, disco e funk. Raccontava di una Napoli che oscillava tra splendore e oscurità, condannata a vivere sospesa tra meraviglia e malinconia, ma anche capace di rivendicare se stessa e combattere.

Successo e impatto

L’album entrò, dopo diversi mesi, nella Top 20 della classifica di TV Sorrisi e Canzoni e vendette circa 100.000 copie. Il brano Silvie divenne, a sorpresa, un grande successo nei Paesi scandinavi e fu persino reinterpretato dalla popstar finlandese Katri Helena.

Il tour teatrale e il Cantagiro

Nel 1980, Il Giardino dei Semplici si imbarcò in un lungo e spettacolare tour teatrale, vestendo caratteristici costumi bianconeri e presentando sul palco un’enorme maschera di Pulcinella, dotata di occhi “laser” rotanti, che sovrastava una riproduzione del Vesuvio. La conclusione della fortunata tournée fu sancita da tre consecutivi concerti sold out al Palapartenope di Napoli.

La band ebbe modo di promozionare l’album anche nell’ambito del Cantagiro, a quel tempo trasmesso dalla Rai, in uno stadio San Paolo invaso da una vastissima folla di spettatori.

bianco e nero - un giovane gianfranco caliendo, chitarrista de il gierdino dei semplici, durante un concerto.

Il significato di B/N secondo Gianfranco Caliendo

Come ha raccontato Gianfranco Caliendo, iconico frontman del complesso dal 1974 al 2012, a Rolling Stone Italia e all’autore Stefano Di Trapani in un’intervista recente:

Il bianco e nero rappresenta sinteticamente le contraddizioni della nostra città. Il bianco è quello della nostra storia, della nostra cultura, del nostro patrimonio musicale, della nostra generosità, della nostra creatività. Il nero è quello che leggiamo sui giornali tutti i giorni, il nero è la camorra, la strafottenza e l’indifferenza. Nella canzone Pulcinella va…, ad esempio, Pulcinella va in giro per la città per svegliare le coscienze della gente, per invogliarla a ribellarsi e ad accorgersi di ciò che succede intorno“.

Il musicista ha ripercorso la genesi e la storia dell’album “Bianco e Nero” nel suo libro autobiografico, “Memorie di un Capellone – Luci ed ombre di un successo anni 70“, edito dalla IacobelliEditore, con prefazione di Giorgio Verdelli.

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Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.
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