Libertà di parola e censura. Quando è abuso di una o sopruso dell’altra?

Quando si parla di salute, quanto è sottile il confine tra la libertà di parola e la censura? La libertà d’espressione può essere pericolosa? E la censura, può essere un sopruso ai diritti costituzionali?

Oggi la voglia di esprimere la propria opinione è sentita come non mai. Qualche giorno fa si è verificata una nuova ondata di proteste a Londra contro il lockdown. Centinaia di manifestanti si sono radunati ad Hyde Park e la polizia ne ha arrestati almeno sei, tra cui anche il fratello del leader laburista Jeremy Corbin. Secondo i promotori della manifestazione, con le norme del blocco il governo starebbe violando i diritti individuali dei cittadini. Nessuna violenza, nessuna resistenza, solo alcune discussioni pacifiche tra i manifestanti e i giornalisti, in un luogo che da ben 150 anni è il simbolo della libertà d’espressione, un’istituzione britannica. Il cosiddetto “angolo degli oratori”. Lo Speakers’ Corner, è un tradizionale luogo in cui chiunque può sentirsi libero di fare discorsi e dibattiti su qualsiasi argomento. 

Manifestazione contro il lockdown a Hyde Park.

Lo Speakers’ Corner diventa il luogo storico per i discorsi pubblici di Londra, nella metà del 1800, quando, a causa della soppressione di alcuni dibattiti, le proteste e dimostrazioni hanno cominciato a svolgersi in quell’angolo di Hyde Park.

Nel 1872, un atto di parlamento decreta quest’area libera da censura e permette incontri dove è possibile parlare liberamente in pubblico. Tuttora, di domenica mattina, non è raro trovare folle che si radunano qui per ascoltare le persone esprimere le loro opinioni, anche quelle più stravaganti. Chiunque può presentarsi senza preavviso per parlare di qualsiasi argomento.

Lo Speakers’ Corner e la libertà di espressione 

Vicino a questo sito, a Tyburn Gallows, le persone venivano impiccate. Le procedure relative alle esecuzioni capitali iniziarono nel 1196, ma la macabra pratica finì solo 250 anni fa. Si contano in tutto oltre 50.000 persone giustiziate qui. Tutti i condannati a morte avevano diritto a pronunciare un discorso finale. Per gli spettatori, le esecuzioni a Tyburn erano grandi eventi sociali. I londinesi potevano addirittura comprare un biglietto per assistervi. Alla fine, le autorità decisero che le impiccagioni erano troppo cruente e le trasferirono nella prigione di Newgate. Ma la tradizione dei discorsi di protesta continuò ad Hyde Park fino ai giorni nostri.

Palco dell'oratore simbolo della libertà di parola, Speakers' Corner, Hyde Park, Londra
Palco dell’oratore simbolo della libertà di parola, Speakers’ Corner, Hyde Park, Londra

Certo oggi l’oratore, per fortuna, dopo il suo discorso non è costretto a passare a miglior vita. Al massimo rischia qualche accesa aggressione verbale da parte di chi non condivide le sue idee. Ma il prestigio di tenere il proprio discorso nel famoso angolo di Hyde Park è più forte di qualsiasi critica che si possa ricevere. Basti pensare che, in passato, a porre una sedia nello Speakers’ Corner per salirvi sopra ed esprimere le proprie idee sono stati personaggi del calibro di Karl Marx, Lenin e George Orwell.

Non è un caso se il più famoso parco di Londra ha anche ospitato le più grandi manifestazioni democratiche della città e se ancora oggi è considerato un luogo di incontro di tutte le manifestazioni di protesta pacifiste, ecologiche o di carattere sociale. Tuttavia, è bene precisare che la libertà di parola concessa ad Hyde Park non gode della completa immunità legislativa, la polizia infatti ha il potere di intervenire nel caso in cui ciò che si dice è contrario all’ordine e alla decenza pubblica.

Spazio libero alla libertà di parola.
Spazio libero alla libertà di parola.

Dallo Speakers’ Corner di Londra al TSO d’Italia

Nei giorni scorsi la procura di Agrigento ha aperto un fascicolo a carico di ignoti per i reati d’abuso d’ufficio, reati contro la libertà personale e lesioni in seguito a un trattamento sanitario obbligatorio perpetuato nei confronti di Dario Musso di Ravanusa (AG). Il Garante nazionale delle persone private della libertà si è rivolto al sindaco e alle autorità sanitarie relativamente alle modalità di attuazione e al successivo sviluppo di tale TSO. L’uomo stava inscenato una protesta politica, una forma di disobbedienza civile. Guidava per le strade delle città e urlava con un megafono che la pandemia non esiste e che la gente doveva uscire e ricominciare a vivere.

È stato fermato dai carabinieri i quali non hanno seguito la normale procedura. Invece di limitarsi a identificarlo, multarlo e portarlo in caserma, hanno scelto la strada del TSO. Nonostante non abbia opposto alcuna resistenza, Dario musso è stato sedato da 3 operatori sanitari. Lo hanno dichiarato gli stessi medici che sono intervenuti insieme ai rappresentati delle forze dell’ordine. Ma nel modulo prestampato per la proposta di TSO è stato riportato che il soggetto in questione presentava uno scompenso psichico e agitazione psicomotoria. Il video non evidenzia quanto dichiarato. Al contrario, il ragazzo è apparso lucido e tranquillo.

L’arresto di Dario Musso

Il video che ritrae il 33enne inerme atterrato dagli agenti e sedato a forza ha fatto il giro del web, provocando sdegno e preoccupazione. Il fratello del ragazzo, l’avvocato Lillo Massimiliano Musso, documentazione alla mano, ha spiegato che per ben 4 giorni è stato impossibile ai familiari di Dario riuscire non solo a vedere il ragazzo, ma persino a parlare con lui. Dopo il ricovero coatto presso l’ospedale di Canicattì, la famiglia non ha ricevuto notizie, al punto che hanno iniziato a pensare che il figlio potesse essere addirittura morto.

Il caso Bahner in Germania

Senza entrare nel merito della vicenda, è da segnalare un precedente altrettanto inquietante che è avvenuto in Germania a metà aprile. La vicenda riguarda l’avvocatessa Beate Bahner di Heilelberg, che è stata molto critica nei confronti delle misure prese dal governo per la quarantena.

Come ha riportato l’Huffington Post, la Polizia di Mannheim ha fermato e portato in questura la donna come misura precauzionale in un reparto psichiatrico. Qui poi ha subìto la visita di un medico che l’ha sottoposta quindi a un TSO. La Bahner aveva fatto notizia per aver sostenuto che il virus è innocuo per il 95% della popolazione e per aver tentato di organizzare delle manifestazioni in tutto il Paese. Il suo intento era quello di far cancellare le misure contro il lockdown, giudicate eccessive e in grado di mettere a rischio la protezione dei fondamentali diritti umani, nella tutela dell’ordine libero e democratico della Repubblica Federale della Germania. Ora, le posizioni e le dichiarazioni di Musso e della Bahner possono essere opinabili, ma rimangono appunto “opinioni”. 

La scienza medica e la libertà di opinione

Ma quando è in ballo la salute, la libertà di parola o di opinione può essere giustificata a tutti i costi? Davvero la scienza non è democratica come dicono? Lo stesso Articolo 21 della Costituzione Italiana recita così:

“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.”

La scienza ha indubbiamente un suo legittimo campo di applicazione e di ricerca e in quanto tale va riconosciuta e rispettata. Ma davvero la scienza è il metodo che possa valere in maniera universale? Può essere la scienza l’unica disciplina valida tra tutti i saperi in ogni ambito? Inoltre, si può criticare una tesi scientifica? Se sì, è sempre roba per esperti oppure può essere lecito un punto di vista esterno?

Ci sono campi dell’esistenza in cui la scienza, quella medica, non ha nulla da dire. L’etica, la politica, l’estetica, la teologia, la biologia, la filosofia sono ad esempio discipline che adottano metodi diversi da quello scientifico, ma che sono altrettanto validi. Hegel diceva che la scienza non ha a che fare con la verità bensì con la certezza.

Dialogo e confronto

La scienza si basa su dati certi, che in un certo senso sono ancorati alla realtà, che sono frutto di misure, di osservazioni o risultati di esperimenti. Questi sono sacri e non si criticano. Ad esempio, la velocità della luce è un fatto che non si può decidere ad alzata di mano, come ha detto lo stesso Piero Angela, è un dato che non si può criticare e non si può modificare. Sono le diverse interpretazioni di tali dati e la formulazione di teorie diverse che creano dibattito. Ed è proprio questo che è alla base del concetto di scienza, la quale dovrebbe procedere per congetture e confutazioni, senza censura.

Karl Popper sosteneva: “Non il possesso della conoscenza, della verità irrefutabile, fa l’uomo di scienza, ma la ricerca critica, persistente e inquieta, della verità”. Oggi la scienza medica procede per dogmi. Succede per assurdo che, per legge, viene silenziato o sanzionato non solo qualsiasi individuo che si limita a criticarla, ma anche quanti nella stessa cerchia degli scienziati siano portatori di ipotesi scientifiche differenti da quelle dominanti, trasformandosi quasi in un nuova religione. Galileo diceva che la scienza deve procedere dialogando. Se alcune teorie o dichiarazioni per alcuni scienziati sono false perché non cercano di confutarle come la scienza dovrebbe fare? Perché non si impegnano a dimostrare di aver ragione, smascherando tali presunte menzogne, invece di azzittire, denigrare o scomunicare chi le afferma? Perché preferiscono impedire la libertà di parola invece di optare per un sano dialogo? Probabilmente ci sarebbero meno “complottisti” e meno “fake news”. Facendo così, non fanno che alimentarli.

Maria Grazia De Luca
Maria Grazia De Luca
Laureata in Lingue e Letterature Straniere con un Master in Traduzione e personal trainer a tempo perso. Appassionata di viaggi e sport all'aria aperta. Amo girare il mondo ma più che una viaggiatrice mi piace definirmi una VISITATRICE, MGVISITOR infatti è il nome del mio blog. Quando mi trovo in un posto nuovo immagino di essere un’ALIENA appena arrivata sulla Terra, che osserva con interesse e curiosità tutto ciò che è attorno, che vuole imparare il più possibile da questa stravagante ma bellissima civiltà. Vado a caccia di emozioni, visito luoghi che pochi conoscono, amo vedere gli animali nel loro habitat, parlare con le persone, mangiare insieme a loro e conoscere le loro storie perché penso fermamente che l’umanità, in fondo, non sia una brutta specie. CULTURA, CIBO e NATURA: queste sono le tre parole chiave, i tre elementi fondamentali per vivere un viaggio! Nonostante mi senta, a volte, un extraterrestre, mi impegno a restare “umana”. “Stay Human”
Logo Radio