Classi energetiche: in Italia 6 su 10 sono “F” e “G”

Nei prossimi mesi (ed anni), “emissioni edilizie” e “classi energetiche” diventeranno le parole-tormentone. Fattori della stessa equazione, dovranno rientrare nei progetti di riqualificazione energetica delle abitazioni europee. Una bella “tegola”, è proprio il caso di dirlo, che cade sulla testa dei tanti proprietari che dovranno adeguarsi alle direttive europee, entro il 2030.

Nel nostro Paese, il superbonus 110% dava già l’occasione di realizzare migliorie importanti per la transizione energetica, poichè permetteva a costo zero, oltre alla realizzazione del cappotto termico della facciata, di effettuare lavori trainanti, come il cambio degli infissi, ad esempio. Occasione che non tutti però hanno colto al volto e percepito come un “portarsi avanti” per il futuro, scegliendo così il bonus al 90%.

Il più delle case, in Italia sono di classe inferiore a quelle previste dall’UE. Almeno 6 su 10 rientrano nella classe energetica “F” o addirittura la “G”.

Uno studio condotto da Silvi Costruzioni Edili ci rivela lo “stato di salute” del patrimonio abitativo italiano.

6 immobili su 10 sono obsoleti

«In Italia il 62% del patrimonio abitativo (il 92% del totale degli immobili) ed il 38% di quello destinato ad altri usi (che corrisponde al rimanente 8%) si trovano nelle classi energetiche più basse, “F” o “G”» spiegano gli analisti di Silvi Costruzioni Edili , azienda dal 1970 leader a Roma e nel Lazio nella progettazione, costruzione, ristrutturazione e manutenzione di fabbricati, includendo immobili sottoposti a tutela delle Belle Arti.

Insomma nel nostro Paese 6 immobili su 10 sono obsoleti e potrebbero trarre un grande beneficio dalle ristrutturazioni. «Eppure il tasso annuo di ristrutturazione profonda in Italia è di appena lo 0,9%, una percentuale che consente di ridurre i consumi in una forbice di valori compresi tra i 4,2 e i 5,8 TWh all’anno» sottolinea Gianni Silvi, CEO di Silvi Costruzioni Edili.

In altri termini, con l’attuale percentuale di ristrutturazione profonda, le “emissioni edilizie” si riducono in una forbice di valori compresi tra 0,85 e 1,17 MtonCO2. A questi risultati si possono poi sommare le stime relative alle nuove costruzioni in fase progettuale o di realizzazione.

Le ristrutturazioni devono aumentare di circa il 50%

«Al 2030 gli edifici in classe energetica “A” saranno quasi il triplo rispetto ad oggi, passando dal 5% al 14%, con una riduzione dei consumi compresa tra il 6,5% e l’8,5% kWh/mq, passando quindi dagli attuali 611 TWh ad una forbice che andrà da 665 a 680» puntualizza Silvia Silvi, General Manager della Silvi Costruzioni.

Risparmi energetici e tagli di emissioni che tuttavia non sono sufficienti per raggiungere gli obiettivi europei di -55% emissioni a fine decennio. «Per raggiungere questo livello, il tasso di ristrutturazione profonda dovrebbe aumentare del 50%, passando dall’attuale 0,9% all’1,4%» conclude Silvia Silvi.

La Direttiva Ue sulla riqualificazione energetica degli edifici prevede sostanzialmente che, entro il 2030, tutte le abitazioni siano “case green”, cioè a basso impatto ambientale e con una classe energetica non inferiore alla classe E, e che arrivino ad una classe D entro il 1° gennaio del 2033.

Di fatto, tute le case che non rientrano in questa classe energetica dovranno provvedere ad una riqualificazione energetica, sia che siano delle abitazioni indipendenti, sia che siano condominiali.

Case green: requisiti

Gli interventi da effettuare sono sostanzialmente quattro: il cappotto termico, la sostituzione degli infissi, il fotovoltaico e una caldaia di ultima generazione. Una spesa stimata intorno alle 600 mila euro a condominio e 105 mila euro a villetta (fonte Wall Street Italia).

Chi non ha approfittato degli incentivi del 110% nel 2021, che prevedevano lavori trainanti, come la sostituzione della centrale termica e la realizzazione del cappotto in facciata, e trainati, come la sostituzione degli infissi, oggi può solo approfittare del bonus 90%. Una spesa davvero onerosa, se non arriva un nuovo piano di incentivi da parte dello Stato.

Oltre ad essere un ennesimo carico sulle tasche dei proprietari italiani, quello che l’Europa non tiene in considerazione è che l’Italia è fatta di centri storici con edifici tutelati il più delle volte dalle Belle Arti, per la maggior parte adibiti a uso commerciale. E non tiene conto delle normative vigenti e delle procedure previste per la salvaguardia del patrimonio artistico.

I tempi dettati dall’Unione Europea sono davvero stretti e il rischio è quello di far crollare il valore degli immobili nei prossimi anni e, di conseguenza l’intero settore dell’immobiliare.

Avv. Luciano Zagarrigo
Avv. Luciano Zagarrigo
Avvocato dal 1997, Cassazionista dal 2016 Dice di sè :“Il coraggio è quello che ci vuole per alzarsi e parlare; il coraggio è anche quello che ci vuole per sedersi ed ascoltare” diceva Sir Winston Churchill… Nella vita come nel lavoro resta sempre un buon consiglio, e nella mia professione spesso ti salva la vita. In questo incredibile mestiere, si incrociano molte storie, coppie che si separano, bambini confusi, aziende che falliscono e lavoratori in difficoltà, ma anche famiglie che nascono così come imprese che si creano. Qualunque sia la divergenza da risolvere, la lite da sedare, non si deve mai dimenticare che al centro di ognuna di queste storie, ci sono persone, donne, uomini, bambini, imprenditori, persone che a volte hanno solo sbagliato il tempo, il tempo giusto per parlare o quello per ascoltare…Oltre 20 anni di professione con l’entusiasmo di chi vuole sempre immaginare, costruire ed osservare, cosa accadrà nei prossimi 20...”