Il fotovoltaico e lo sviluppo della transizione energetica in Italia

Il fotovoltaico in Italia potrebbe crescese sei volte: Lombardia, Sicilia e Puglia sul podio.

La guerra in Ucraina e la consenguente carenza di approvigionamenti di gas hanno accelerato il processo di transizione energetica anche nel nostro Paese. La ricerca e l’individuazione di fonti energetiche alternative punta su diverse soluzioni che possano in un immediato futuro sostituire quelle tradizionali ed in uso fino ad oggi. Certo, la conversione degli impianti di riscaldamento sarà un’opera che dovrà avere il supporto delle istituzioni, ma la scelta deve essere una soluzione green e soddisfare il fabbisogno nazionale.

Quale alternativa allora?

Le risorse alternative

Il fotovoltaico, risorsa per la quale il nostro Paese è particolarmente favorito, potrebbe crescere di 6 volte. Il potenziale aumento della produzione relativamente al fotovoltaico è infatti pari a 126 GW addizionali. corrisponde a circa 6 volte la capacità installata odierna con Lombardia, Sicilia e Puglia sul podio. Queste tre regioni messe insieme rappresentano un terzo della potenza addizionale nazionale, il 40% è relativo agli impianti installati sui tetti ed il rimanente 60% relativo agli impianti a terra, includendo anche l’agrivoltaico. A metterlo in evidenza è EnergRed (www.energred.com), E.S.Co. impegnata nel sostenere la transizione energetica delle pmi italiane con un particolare focus sulle fonti rinnovabili e sul solare.

L’eolico —che in Italia non manca— ha invece un potenziale per crescere di 2,5 volte. L’incremento raggiungibile a breve in termini di potenza è pari a 26 GW. Anche in questo caso con tre regioni sul podio: Sicilia, Puglia e Sardegna. Queste tre aree italiane messe insieme rappresentano il 62% dell’opportunità di sviluppo legata all’eolico. Ma tra le regioni a più alta ventosità ci sono anche Basilicata, Calabria e Campania.

Poi ancora, l’idroelettrico, sia mediante il repowering di impianti esistenti che attraverso lo sviluppo di impianti di mini-idroelettrico, come EnergRed già sta facendo, ha un potenziale di incremento del 25% pari a circa 6 GW, prevalentemente in Lombardia, Trentino Alto Adige e Piemonte. Ma anche in Abruzzo.

Il caso Villetta Barrea

“Proprio in Abruzzo abbiamo voluto essere promotori ed artefici del ripristino di una centrale mini-idroelettrica, quella di Villetta Barrea (L’Aquila), che risale al 1910 e rappresenta un patrimonio architettonico e storico fortemente identitario, con un importante impatto ambientale positivo. Per noi quello nel Parco Nazionale d’Abruzzo è un “flagship project” attraverso il quale arrivare alla creazione di molteplici comunità energetiche a impatto quasi zero in tutt’Italia“. Ha dichiarato Moreno Scarchini, ceo di EnergRed.

Quello di Villetta Barrea, nel cuore del Parco Nazionale, è stato inoltre il primo progetto italiano di “comunità a impatto energetico quasi zero“, andando a riqualificare una piccola centrale idroelettrica grazie ad una collaborazione pubblico-privato che vede —attraverso il crowdfunding— il coinvolgimento dei cittadini.

Senza dimenticare i rifiuti. “Con le potenzialità del biometano si potrebbe arrivare ad una produzione di 6,4 miliardi di metri cubi, pari all’8% del consumo nazionale ed al 22% del gas importato dalla Russia” sostiene Giorgio Mottironi, marketing manager di EnergRed.

“Certo è che con le rinnovabili abbiamo l’opportunità di rendere il nostro Paese quanto più possibile autonomo dal resto del mondo, accelerando nel contempo il processo di decarbonizzazione e di transizione energetica globale” sottolinea il ceo di EnergRed, Moreno Scarchini.