Corona party, l’ultima spiaggia per il Super Green Pass

C’è un’ultima follia collettiva che sta dilagando tra i no vax. Arriva dall’Austria e dalla Germania e sta prendendo sempre più piede anche in Italia, a partire dal Trentino. Si tratta dell’ultima spiaggia per acquisire il Super Green Pass, o green pass rafforzato, quello che si ottiene con vaccinazione o guarigione. Un sistema semplice ma completamente assurdo: organizzare feste per contagiarsi. Veri e propri Corona Party.

L’allarme è stato lanciato dal vice coordinatore dell’unità Covid di Bolzano, Patrick Franzoni. Ci sono giovani ragazzi, anche di età scolare, che si incontrano con positivi e cercano di acquisire l’infezione, non rendendosi conto che il virus è pericoloso anche nei bambini e nei giovani”.

Cosa sono i corona party

Ma cos’è di preciso, e come si svolge un corona party? In pratica è una vera e propria festa a cui vengono invitate appositamente persone positive e chi partecipa , da non positivo, lo fa con il solo scopo di infettarsi. Ma perchè ammalarsi appositamente esponendosi a un rischio di salute non indifferente? Solo ed esclusivamente per ottenere il super green pass ( che arriva automaticamente dopo la guarigione), senza necessità di vaccinarsi.

Infatti, ricordiamo che fra qualche giorno, senza il famoso certificato verde non sarà possibile accedere a luoghi di lavoro pubblici e privati a partire dai 50 anni di età. Così come non sarà possibile accedere a bar e ristoranti neanche all’aperto, insieme a molte altre limitazioni.

corona party, ultima spiaggia per il super green pass

La “moda” arriva dall’America

In realtà questo delirio collettivo è stato importato dall’America all’Europa. Infatti , già a marzo del 2020, la CBS dava notizie di un uomo nel New Jersey accusato di aver organizzato un corona party. Quarantasette persone in un appartamento di neanche sessanta metri quadrati. Sulla vicenda era anche intervenuto Roberto Burioni. Professore Ordinario Microbiologia e Virologia alla Facoltà di Medicina e Chirurgia Università Vita-Salute San Raffaele, Milano.

Vi ricordate i “varicella party” degli antivaccinisti? – esordiva Burioni a luglio 2020 su Medical Facts – Ora si sta facendo di peggio. In Alabama alcuni studenti hanno messo in piedi una gara davvero originale: hanno organizzato una festa, hanno invitato persone con COVID-19, ognuno ha messo una posta e chi riesce a infettarsi vince tutto il denaro. So cosa state pensando: è impossibile, ed è la stessa cosa che ho pensato io. Invece è vero“.

Abbiamo raggiunto telefonicamente una persona che ha scelto di non vaccinarsi e le abbiamo chiesto un parere in merito ai corona party per ottenere il super green pass.

Le parole di un No vax sul corona party

E’ preoccupante, davvero. Perchè indica il vero degrado del livello culturale e sociale italiano. Non è così che si lotta: aggirando la legge, ma si sa, siamo in Italia: fatta la legge trovato l’inganno. Allo stesso tempo, rivela lo stato di disperazione e di esasperazione attuali. La gente che aveva dei dubbi sul vaccino, continuerà ad averli, ma è costretta a vaccinarsi per lavorare. E’ stata messa sotto ricatto e sono molti ad aver accettato per poter sopravvivere a livello economico. Non lo dico io, lo dimostrano i numeri.

I corona party sono anche la dimostrazione del fallimento della comunicazione. Preferiscono ammalarsi, quindi senza aver capito affatto quanto sia pericoloso questo virus. Colpa di parole come immunità, immunizzazione e vaccino, usate impropriamente. Poichè il vaccino non immunizza e non ci sono immunizzati, il messaggio che è passato è che forse non è così pericoloso, al punto che ci si può permettere il rischio di andarselo a cercare.

Una scelta incosciente

Trovo puerile, incoscente, pericoloso riunirsi per contaggiarsi “All together”. Senza pensare che il rischio non è soggettivo ma si allarga al contesto sociale della persona che fa ‘sta bravata.

E, infine, senza contare che da un punto di vista dell’ideologia (novax, no greenpass) è vergognoso. Vengo da un’epoca dove le lotte sociali le facevamo diversamente, ma che ne sanno i millenials…. E quelli della mia età ormai sono troppo abituati alla loro confort zone.

Sono No green pass non No vax

Però una cosa me la lasci dire. Lei mi presenta come ‘novax’. Io non sono ‘novax’, semmai ‘no greenpass’, nella maniera più assoluta e convinta. Credo nei vaccini e nella scienza. Diffido di questo farmaco, che non è un vaccino sennò immunizzerebbe, ed è sperimentale, con i rischi e i pericoli del caso. Non me la sento di partecipare ad una sperimentazione volontaria dove nessuno si prende la responsabilità e il rischio. Oltretutto gli effetti nel tempo non sono noti. Perchè devo farlo per forza?”.

Ovviamente noi della redazione non possiamo né principalmente siamo in grado di rispondere a questa domanda. Non ne abbiamo le competenze. Ma è confortante sapere che il corona party non sia una soluzione da mettere in pratica. Neanche da chi ha scelto di non vaccinarsi e porta avanti coerentemente e senza sotterfugi questa sua opinione.

Monica Col
Monica Col
Vicedirettore di Zetatielle Magazine e responsabile della sezione Arte. Un lungo passato come cronista de “Il Corriere Rivoli15" e “Luna Nuova”. Ha collaborato alla redazione del “Giornale indipendente di Pianezza", e di vari altri giornali comunali. Premiata in vari concorsi letterari come Piazza Alfieri ( 2018) e Historica ( salone del libro 2019). Cura l’ufficio stampa di Parco Commerciale Dora per la rassegna estiva .Cura dal due anni la promozione della Fondazione Carlo Bossone,. Ha curato per quattro anni l'ufficio stampa del progetto contro la violenza di genere promosso da "Rossoindelebile", e della galleria d’arte “Ambulatorio dell’Arte “. Ha curato l'ufficio stampa e comunicazione del Movimento artistico spontaneo GoArtFactory per tre anni. Ha collaborato come ufficio stampa in determinati eventi del Rotary distretto 2031. Ė Presidente dell 'Associazione di promozione sociale e culturale "Le tre Dimensioni ", che promuove l' arte , la cultura e l'informazione e formazione artistica in collaborazione con le associazioni e istituzioni del territorio. Segue la comunicazione per varie aziende Piemontesi. Dice di sé: “L’arte dello scrivere consiste nel far dimenticare al lettore che ci stiamo servendo di parole. È questo secondo me il significato vero della scrittura. Non parole, ma emozioni. Quando riesci ad arrivare al cuore dei lettori, quando scrivi degli altri ma racconti te stesso, quando racconti il mondo, quando racconti l’uomo. Quando la scrittura non è infilare una parola dietro l’altra in modo armonico, ma creare un’armonia di voci, di sensazioni, di corse attraverso i sentimenti più intensi, attraverso anche la realtà più cruda. Questo per me è il vero significato dello scrivere".