Anche Greenpeace Italia scenderà in piazza per unirsi al Corteo Nazionale contro la violenza maschile e di genere indetto dal movimento Non Una di Meno, e per manifestare il suo sostegno alla lotta per l’autodeterminazione di donne e persone LGBTIAQ+.
“Ogni giorno ci impegniamo per un mondo verde e di pace, impossibile da realizzare senza uguaglianza e giustizia per tutti e tutte. Ripudiamo la violenza di genere in tutte le sue forme: oppressione, sfruttamento, sessismo, razzismo, omo e transfobia”, dichiara Sira Bertarelli di Greenpeace Italia. “La battaglia delle donne e delle soggettività contro la violenza patriarcale è la battaglia di tutte e tutti verso una società più equa e inclusiva”.
Difendere la giustizia ambientale e di genere significa anzitutto difendere chi viene oppresso da chi opprime ed esercita violenza. La rivoluzione che dobbiamo praticare parte dal basso e deve mettere in discussione l’attuale sistema economico e culturale, così predatorio e spregiudicato nei confronti della natura e di tante persone.
Non Una di Meno
Dal 1° gennaio al 22 novembre 2022 sono oltre 100 i femminicidi, lesbicidi e transcidi, come riporta l’osservatorio di Non Una di Meno (i dati saranno aggiornati il 25 novembre) e il conto continua a salire.
“Contro l’economia di guerra che cancella il nostro futuro e le priorità poste dalla pandemia. Crisi climatica, violenza economica, disuguaglianze e impoverimento colpiscono soprattutto le donne, le persone lgbtqia+, migranti, precarie“, dichiara Non Una di Meno nel comunicato stampa.
“Il 26 novembre sarà marea contro le guerre sui nostri corpi, sarà un corteo autodeterminato, le assemblee territoriali di Non Una Di Meno sono lo spazio condiviso di organizzazione del corteo“.
Il Corteo Nazionale sarà una manifestazione senza spezzoni né bandiere, dai due camion organizzati il microfono sarà aperto alla molteplicità delle voci che la compongono. Il comunicato stampa continua invitando le rappresentanti politiche a rimanere in ascolto e non occupare lo spazio mediatico della manifestazione, dando indicazione alle strutture partitiche, sindacali e organizzate di rispettare le indicazioni date.
“Porteremo in piazza la voce di chi non ha più voce e di chi vede la propria voce invisibilizzata, sommersa, ricattabile. Saremo in piazza anche per chi non potrà esserci, per chi vive una condizione di privazione forzata della libertà; per le donne e le soggettività detenute, quelle rinchiuse nei CPR o ‘contenute’ nei reparti e nelle cliniche psichiatriche. Perché nessuna dovrebbe restare sola!”
Non Una di Meno
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