Tony Hadley: 40th Anniversary Tour live in Turin

Ladies and Gentlement THE Tony Hadley 40th Anniversary tour is on the run! E tutto riprende da Torino.

Tony Hadley è l’icona di un decennio mai passato e mai dimenticato, gli anni Ottanta, definititi da chi c’era, semplicemente “mitici”, e di un tipo di musica, il new romantic, punta di diamante della così detta “British Invasion”, di cui gli Spandau Ballet sono stati i paladini indiscussi.

40th Anniversary Tour” rappresenta davvero un “journey to glory” per il cantante londinese, che festeggia le nozze di smeraldo con la musica, senza la band che lo ha reso celebre ed osannato in tutto il mondo, ma con una scaletta che celebra equamente, sia la carriera solista, che quella con gli ex compagni di viaggio.

Take back everything” per la voce che ha segnato un’epoca, per quella voce che è magia pura. Il Teatro Colosseo di Torino è sold out da settimane: il secondo esordio, dopo le due date estive di Pescara e Porto Recanati, merita un pubblico d’eccezione. Pubblico di giovani cinquanta-sessantenni, ma non mancano le nuove generazioni: i millenials che accompagnano i genitori e che probabilmente si stupiscono di come i “matusa” sappiano divertirsi. Spettacolo a parte, come sempre quando si parla degli ‘80’s, le mamme, ovvero le fanciulle di allora, oggi malamente e genericamente catalogate come “milf”, che proprio come allora si presentano in gran spolvero, “messe su da guerra”, come direbbe il mio amico Gerry Calà.

tony hadley in primo piano, indossa vestito scuro e camicia bianca, ha l'asta del microfono nella mano sinistra

È bello stare tornati

Con queste parole, lodevole l’impegno nel voler parlare in italiano, e con l’immancabile bicchiere di Jack Daniel’s in mano, Tony Hadley si presenta sul palco. Elegantissimo come sempre, “dandy” come solo lui e Bryan Ferry sanno essere: camicia bianca inamidata, vestito nero antracite e scarpe così lucide che ti ci puoi specchiare. A dire la verità, la giacca, strategicamente abbottonata, copre gli addominali tipici di chi pratica gli sport da tavola, e questo, se premettete, aumenta la mia autostima, visto che siamo praticamente coetanei.

Lo show si apre con “Instinction”, dall’album “Diamonds”, pubblicato giusto quarant’anni fa.

Il resto della scaletta propone un sapiente mix di canzoni storiche degli Spands, alternati a brani della produzione solista.

Soul boy” è un tributo a Gary, Martin, Steve e John: “Senza gli Spandau Ballet io stasera non sarei qui”, dice con voce leggermente incrinata. Non manca la celebrazione al suo idolo di sempre Freddie Mercury, a cui dedica “Somebody to love” e non mancano gli auguri al pubblico per il prossimo Natale, anche se in largo anticipo, con una “Christmas song” che chiude lo show.

tony hadley in una foto in bianco e nero tiene l'asta del microfono inclinata e l'altra mano alzata

40th Anniversary Tour

Chi si aspettava, e chi è andato apposta, per ascoltare un greatest hits della band, non è rimasto deluso. A cercare il pelo nell’uovo, mancano all’appello “How many lies”, “Crashed into love” e magari “Empty spaces” (una delle mie preferite in assoluto), ma tutte le altre ci sono, eccome.

Ci sono, ma come ormai d’abitudine, stravolte negli arrangiamenti e modificate dal punto di vista vocale, ma la classe non è acqua, e lui riesce sempre e comunque a stupirci e farci sognare, con quella voce unica ed inimitabile.

Così “To cut a long story short”, manifesto della new wave, diventa roccheggiante, “I fly for you” viene presentata in una stratosferica versione “nightclubbing” e “True” propone un solo di chitarra elettrica (da birvidi) al posto del sax.

Momento più alto dello show “Through the Barricades”, che viene offerta al pubblico in versione a due voci: ancora brividi in platea e in galleria.

E fin qui, il pathos è ben conosciuto.

Quello che invece arriva dai brani del repertorio solista è semplicemente “Amazing“. Canzoni pop robuste, rigorosamente “made in England” e di gran classe: Tony ci regala alcune chicche del tutto personali che fanno ammutolire la platea. Una splendida Because of You, inumidisce gli occhi e fa sussultare il cuore. “Alibi” è semplicemente stupenda.

E poi “Tonight belong to us”, e non sono più così convinto che senza gli Spands oggi non sarebbe qui. Brani come questo gli appartengono, sono THE Tony Hadley soul, THE Tony Hadley heart, THE Tony Hadley style.

Il cantante mentre sta ballando e cantando con la testa in giu e le mani alzate

The Fabulous TH Band

No musicians, no show, non mi stancherò mai di ripeterlo. La band che da anni accompagna Tony Hadley è un meccanismo ben oliato e che gira a mille.

Sean Barry alle tastiere è una garanzia di precisione, Richard Barratt alla chitarra una piacevole conferma, Phil Williams al basso è una macchina ritmica e Tim Bye alla batteria picchia come un fabbro. E poi c’è lei, Lily Gonzales, percussioni e voce, il valore aggiunto della band, sia come performer che come presenza scenica.

the fabolous TH band Tre musicisti sul palco con Tony Hadley in mezzo. A destra

Thank you for comin’

Un’ora e mezza di musica che vola via in un attimo. “Thank you for comin’” caro amico: abbiamo ancora bisogno della tua voce, della tua simpatia sul palco, dei tuoi brindisi col pubblico, dei tuoi vestiti eleganti e molto “british-style”, indossati con una classe che fa invidia e quasi rabbia.

Abbiamo ancora bisogno di ascoltare ancora e ancora quelle canzoni che ci sono entrate nel cuore e che non andranno mai via, quelle canzoni che sono state la colonna sonora dei migliori anni della nostra vita.

40th anniversary tour: Tony Hadley con giacca scura camicia bianca davanti al microfono ride e si porta una mano alla testa facendo il segno della pistola

Info e credits

Il tour, organizzato da International Music and Arts, continua!

26 novembre – FIRENZE Tuscany Hall
27 novembre – UDINE Teatro Nuovo Giovanni da Udine
28 novembre – BOLOGNA Teatro Duse

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Many thanks to Roberto Troisi per gli scatti semplicemente “awesome”.

Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.