Quando è nato il fast food e chi l’ha inventato? Da Pompei ai giorni d’oggi, scopriamo la storia e le origini del cibo veloce e del take away
Se pensi che il fast food sia un’invenzione moderna, sei fuori strada. Già nell’antica Roma, i cittadini affamati si fermavano alle “thermopolia”, antenati degli attuali chioschi di street food, per un pasto veloce. Lo scoop arriva da Pompei, dove gli scavi hanno riportato alla luce i “Termopoli”. Questi locali avevano tutto quello che troviamo anche oggi nei nostri moderni locali: banconi di pietra con recipienti scavati per conservare e servire il cibo, affreschi coloratissimi e una posizione strategica per attirare i passanti affamati.
E come se non bastasse, invece dei nostri moderni poster, decoravano i muri con graffiti che raccontavano di scherzi e prese in giro, esattamente come oggi i bagni dei fast food sono pieni di scritte goliardiche. Insomma, il fast food esisteva già ed era già associato al moderno concetto di “take away”, solo che invece di hamburger e patatine, offriva zuppa e focacce.
Il Termopolio era situato in un angolo strategico. Si trova di fronte ad una piazza che ospitava una cisterna, una fontana, e una torre piezometrica: il lounge bar di ristoro del quartiere. Certamente dalla fontana sgorgava acqua, ma nei dintorni sicuramente c’era qualche pub operativo fino a tardi.
(Per chi volesse approfondire, può leggere qui l’articolo completo)


Da Pompei al Kansas
Facciamo un salto nel tempo e arriviamo agli anni ’20 del Novecento, quando il fast food inizia a prendere la forma che conosciamo oggi. La White Castle porta per la prima volta un sistema di ristorazione, a conduzuione famigliare, veloce e industrializzato: hamburger piccoli, quadrati, economici e serviti in pochi minuti, “così facili da mangiare che furono soprannominati Sliders e venduti a sacco“, come si legge sul sito ufficiale.
Nasce il “carry out” che diventerà “take away” in breve. L’idea fa impazzire gli americani e viene copiato da tanti altri ristoranti. Da quel momento, il fast food diventa sempre più popolare, con menu semplici, servizio ultra rapido e prezzi modici.
Piccola curiosità: l’attività fondata da Billy Ingram è ancora viva e vegeta e gode di ottima salute, al punto che, nel 2014, il Time lo ha dichiarato “l’hamburger più influencer di tutti i tempi”.
Drive Thru e Drive in
Se pensate che il Mac Drive sia anche questa una novità del millennio, vi sbagliate di nuovo. L’idea risale alla fine degli anni ‘40 ed è un’altra rivoluzione: il drive-thru. In-N-Out Burger, in California.
L’idea è geniale: il cliente ordina e ritira il cibo senza scendere dall’auto. Comodo, veloce e perfetto per chi ha fretta! Da qui, il drive-thru diventa una componente fondamentale del fast food e viene adottato da tutte le grandi catene.
Negli anni ’60, il fast food incontra l’intrattenimento grazie ai drive-in. Questi posti, amatissimi negli Stati Uniti, permettono di mangiare direttamente in auto mentre si guarda un film o si ascolta musica dal vivo. Camerieri sui pattini a rotelle portano vassoi pieni di hamburger e milkshake, creando un’atmosfera unica. Catene come Sonic tengono viva ancora oggi questa tradizione, ma il drive-in rimane un simbolo dell’epoca d’oro del fast food.


Hamburger e patatine. In una parola: Mc Donald’s!
Se dici fast food, pensi subito a McDonald’s. Nato come un piccolo ristorante dei fratelli McDonald nel 1940, diventa un impero quando Ray Kroc ne prende le redini nel 1955. Il suo segreto? Standardizzazione, marketing aggressivo e un sistema di franchising che porta il marchio in tutto il mondo. Con il suo menu iconico e la capacità di adattarsi ai gusti locali, McDonald’s diventa il re del fast food, conquistando generazioni di clienti.
Da qui la strada è aperta e nascono altre grandi catene come il Burger King e i Tex Mex.


I Paninari degli anni Ottanta
Negli anni ’80, il fast food in Italia non è solo cibo, è uno stile di vita. Nasce la cultura dei “paninari”, ragazzi che affollano paninoteche e camioncini di street food parcheggiati fuori da discoteche, stadi e strade trafficate. Il “porcaro”, soprannome del venditore di panini con la porchetta, diventa una figura iconica: ancora oggi è un punto di riferimento per chi vive la notte, offrendo panini generosi e gustosi fino a orari improbabili.
Ma i paninari non sono solo clienti affamati: sono una vera e propria tribù urbana con un linguaggio e un abbigliamento “trooppo giusto!”. Vestono giubbotti Moncler, jeans Levi’s 501, Timberland o mocassini Sebago, ascoltano Duran Duran e amano tutto ciò che arriva dagli Stati Uniti. Mangiare un panino al volo non è solo questione di fame, è un rituale, un punto di ritrovo, un momento di socialità.
Alta piccola curiosità: in Italia esplode letteralmente la moda del paninaro grazie alla fortunata trasmissione Drive In e al personaggio del paninaro, interpretato da Enzo Braschi (bei tempi…).
(l’articolo continua sotto il video)
Kebab che passione!
Con la globalizzazione e i flussi migratori, l’Europa, e soprattutto l’Italia, ha conosciuto altre sfiziosità, alternative alle proposte americane. Grazie all’arrivo di comunità medio orientali, si sviluppa tutta una rete capillare di piccoli locali che propongono specialità arabe e il kebab diventa un must del take away. Enormi spiedi di carne che girano lentamente su se stessi e infondono nell’aria un’invitante profumo di carne, attirandoci come il pifferaio magico.
Certo, non è il kebab (o kebap) che si mangia in Turchia, in Marocco o in Tunisia, ma il concetto è lo spiedo. Mentre in patria il kebab è un piatto con diversi spiedini di carne e verdura, in Occidente arriva una formula rivisitata e corretta, che prevede della carne finemente tagliata direttamente dallo spiedo gigante, che finisce in una sorta di piadina, farcita con salse e verdure fresche.


Perchè amiamo il fast food?
La domanda può sembrare retorica, visto che finora abbiamo parlato di velocità di servizio e di cibo sfizioso. In realtà il fast food è entrato nelle nostre vite anche per via dei cambiamenti sociali. Il lavoro, così come lo viviamo da una trentina d’anni a questa parte, non lascia molto tempo per dedicarci al buon cibo. Le pause pranzo spesso si consumano direttamente sul posto di lavoro, in qualche locale vicino o addirittura su una panchina del parco. Impossibile rientrare a casa per pranzo, quindi, come non cedere alla tentazione di una pizza al trancio, a un kebap o dei nuggets di pollo già pronti?
Questa condizione ha fatto si che non solo le generazioni più giovani frequentino i fast food, ma che, volenti o nolenti, un pò tutti si adattino ad uno stile di vita più dinamico e veloce e il fast food si è incastrato perfettamente in quest’ottica, rivoluzionando non solo le nostre abitudini, ma anche il settore stesso della ristorazione. I bar che prima servivano solo ottime colazioni e qualche toast, si sono riprogettati sul modello fast food, offrendo alla clientela una vasta scelta di cibo veloce e d’asporto (e le patatine non mancano quasi mai).
Anche l’Italia, però, si difende bene in fatto di fast food. Siamo insuperabili nei take away di pizza al trancio, per non parlare delle piadine romagnole famose in tutto il mondo!


Il fast food oggi
Oggi il fast food è ovunque e si evolve per stare al passo coi tempi. Dai classici hamburger e patatine, si passa a opzioni vegetariane, vegane e persino salutiste. Certo, non mancano le critiche su salute e ambiente, ma le catene rispondono con ingredienti più sostenibili e menu sempre più variegati.
Certamente la pratica del fast food apre uno scenario molto vasto sul tema alimentazione e sulle responsabilità che ha, a livello globale, sullo sviluppo di “effetti collaterali” sulla nostra salute, tra cui obesità e diabete, ma di questo ne parleremo in un’altra occasione.
Nonostante tutto, la formula vincente resta la stessa: cibo take away da mangiare on the road, servizio rapido, prezzi accessibili e tanto gusto.
Dai termopoli di Pompei ai moderni Mc Donald’s, il fast food è sempre stato parte della nostra vita. Si evolve, cambia forma, ma alla fine resta fedele alla sua missione e, soprattutto, è sempre di moda.
Foto copertina di leonardovieira260998 da Pixabay
Potrebbe interessarti anche:
Street food e lounge bar tra le nuove scoperte di Pompei
Avanzi del cibo al ristorante? Chiedi la doggy bag!
Ristoranti giapponesi, cinesi e all you can eat: cosa mangiamo?
Ristoranti cinesi: l’evoluzione dal buffet al “all you can eat”