Avanzi del cibo al ristorante? Chiedi la doggy bag!

Quante volte è successo che al ristoranti si avanzi del cibo? Un vero peccato perchè, oltre ad averlo pagato, va solo sprecato. Ma se potessimo portarcelo a casa in una “doggy bag”?

La cultura della Doggy Bag, un termine inglese che si traduce letteralmente in “borsetta del cane”, sta guadagnando sempre più popolarità nel mondo occidentale come una pratica sostenibile per affrontare il problema dei rifiuti alimentari. Perchè in Italia non è ancora obbligatoria? Eppure è acclamata a furor di popolo.

Anzi, potremmo dire che la doggy bag l’abbiamo inventata noi ai matrimoni, dove le zie più scaltre e più avventate si presentano con la borsetta tattica per ospitare tutto quello che avanza dai tavoli, rigorosamente avvolti nei tovaglioli di carta. La zia “beccata” in flagrante ha sempre una sola risposta:”porto a casa per il gatto/cane/canarino”, e se non ce l’ha (il gatto/cane/canarino), tranquilli che la zia ha sempre una vicina di casa che invece ne possiede almeno due! E viene proprio da qui il termine coniato dagli inglesi per indicare gli avanzi del cibo al ristorante.

E allora perchè in Italia non abbiamo la consuetidine di portare a casa la pizza o il cibo che non riusciamo a finir di mangiare al ristorante?

Mistero della fede, anzi, della cultura.

Quando è nata l’idea della Doggy Bag?

La Doggy Bag ha origini negli Stati Uniti negli anni ’40 e ’50, quando i ristoranti iniziarono a offrire contenitori per portare a casa gli avanzi del cibo rimasti. Inizialmente, questa pratica era vista come una soluzione pratica per evitare sprechi alimentari e risparmiare denaro. Nel corso degli anni, la cultura della Doggy Bag ha acquisito una nuova dimensione, diventando sempre più connessa alla consapevolezza ambientale.

Infatti, negli ultimi decenni, la pratica della Doggy Bag si è diffusa in tutto il mondo, anche se con variazioni culturali. Paesi come il Regno Unito e alcuni stati degli Stati Uniti hanno abbracciato questa pratica come parte integrante di un approccio sostenibile alla gestione dei rifiuti alimentari. I ristoranti offrono ai clienti contenitori per portare a casa i resti del pasto, promuovendo una mentalità di consapevolezza ambientale e di lotta agli sprechi alimentari.

La Francia, un paese noto per la sua gastronomia, ha addirittura preso misure più drastiche, rendendo obbligatoria la fornitura di contenitori per gli avanzi del cibo rimanente nei ristoranti dal 2016. Una mossa accolta con favore da molte parti, come un passo significativo verso una gestione più responsabile dei rifiuti alimentari.

Altri paesi, come l’Italia, devono ancora adottare ampiamente questa abitudine. Nonostante la richiesta da parte di circa un italiano su due, la Doggy Bag continua ad essere snobbata da molti ristoratori, spesso a causa di barriere culturali o della mancanza di incentivi da parte degli stessi ristoratori.

Waste watcher

La Doggy Bag gioca un ruolo cruciale nella riduzione dei rifiuti alimentari, uno dei problemi ambientali più urgenti del nostro tempo. Secondo uno studio condotto dalla Food and Agriculture Organization (FAO) delle Nazioni Unite, circa un terzo di tutto il cibo prodotto nel mondo viene sprecato ogni anno. L’adozione diffusa della Doggy Bag può contribuire in modo significativo a ridurre questa cifra, consentendo ai clienti di portare a casa i resti dei pasti invece di lasciarli sul tavolo del ristorante.

Inoltre, questa pratica aiuta a ridurre il carico sui siti di smaltimento dei rifiuti, contribuendo a limitare la produzione di gas serra derivanti dalla decomposizione dei rifiuti organici. Un approccio sostenibile che si allinea con gli sforzi globali per affrontare il cambiamento climatico e promuovere la sostenibilità ambientale.

Sfide e Ostacoli

Nonostante i suoi chiari vantaggi ambientali, l’adozione della Doggy Bag non è priva di sfide. In molte culture, esiste ancora una certa riluttanza nel portare a casa i resti del cibo dai ristoranti, in parte a causa di pregiudizi culturali o della paura di sembrare parsimoniosi. Inoltre, alcuni ristoranti potrebbero non offrire Doggy Bags per timore di danneggiare la loro immagine o reputazione.

Per superare queste sfide, è essenziale educare il pubblico sui benefici ambientali della Doggy Bag e sradicare i pregiudizi associati. Inoltre, i ristoranti possono svolgere un ruolo cruciale nel promuovere questa pratica, adottando politiche chiare sulla fornitura di contenitori riutilizzabili e sensibilizzando la clientela sull’importanza di ridurre gli sprechi alimentari.

Iniziative per Promuovere l’Uso della Doggy Bag

Numerosi ristoranti e organizzazioni stanno intraprendendo iniziative creative per promuovere l’uso della Doggy Bag. Alcuni ristoranti offrono sconti o piccoli incentivi ai clienti che portano i propri contenitori per portare a casa il cibo rimanente. Altri organizzano campagne di sensibilizzazione online e offline per educare il pubblico sui benefici della Doggy Bag.

Inoltre, alcuni paesi stanno considerando l’implementazione di normative o incentivi fiscali per incoraggiare i ristoranti a partecipare attivamente alla riduzione degli sprechi alimentari. Queste misure legislative potrebbero includere agevolazioni fiscali per i ristoratori che promuovono l’uso della Doggy Bag o addirittura divieti di smaltimento dei rifiuti alimentari per i ristoranti che non aderiscono a pratiche sostenibili.

Questione di mentalità!

Le sfide che ostacolano l’adozione della Doggy Bag in Italia sono varie e spesso radicate in percezioni culturali e tradizioni. Alcuni ristoratori temono che offrire la Doggy Bag possa essere interpretato come un segno di scarsa qualità del cibo o servizio, andando a danneggiare la reputazione del loro locale. Inoltre, la cultura italiana intorno al cibo è spesso centrata sull’esperienza culinaria sul momento, rendendo difficile introdurre l’idea di portare a casa il cibo rimanente.

Per superare queste barriere culturali, è fondamentale promuovere iniziative di sensibilizzazione e offrire incentivi sia ai ristoratori che ai clienti. Campagne educative possono evidenziare i benefici ambientali della Doggy Bag e sottolineare che portare a casa i resti del pasto non è sinonimo di una cena insoddisfacente. Alcuni ristoranti potrebbero considerare l’idea di offrire sconti o piccoli incentivi per coloro che utilizzano la Doggy Bag, incoraggiando così la sua adozione.

Doggy bag obbligatoria? Magari!

Alcuni sostengono che l’introduzione di leggi o normative potrebbe essere necessaria per spingere i ristoranti ad adottare la Doggy Bag in maniera più ampia. In Francia, l’obbligo imposto dal governo ha dimostrato che le misure legislative possono essere efficaci nel cambiare le abitudini dei ristoratori. In Italia, potrebbe essere utile valutare l’implementazione di incentivi fiscali per coloro che abbracciano la pratica della Doggy Bag, contribuendo così a un cambiamento culturale più rapido.

La Doggy Bag rappresenta un passo essenziale verso una gestione più sostenibile dei rifiuti alimentari, contribuendo a mitigare gli impatti ambientali derivanti dagli sprechi. Mentre in molti paesi questa pratica è già ben consolidata, l’Italia sta ancora affrontando sfide culturali e logistiche nella sua diffusione. Educare il pubblico, offrire incentivi e, se necessario, considerare l’implementazione di normative possono essere strategie chiave per promuovere la Doggy Bag come pratica comune in Italia, contribuendo così a preservare il nostro pianeta per le generazioni future.

Ma qualcosa si muove all’orizzonte. Il deputato Giandiego Gatta ha presentato una proposta di legge che mira a obbligare i ristoratori a fornire la Doggy Bag per gli avanzi del cibo dei clienti che la richiedono potrebbe essere la chiave per guidare il cambiamento verso una maggiore sostenibilità.

La Proposta di Legge: Obbligo per una Gestione Sostenibile

La proposta di legge in questione mira a rendere obbligatoria la fornitura della Doggy Bag da parte dei ristoratori per i clienti che desiderano portare a casa gli avanzi del cibo dei loro pasti. Questa iniziativa rappresenterebbe un passo significativo verso una gestione più responsabile dei rifiuti alimentari in Italia. In un contesto in cui la richiesta da parte dei consumatori è già diffusa, l’implementazione di norme obbligatorie potrebbe accelerare il processo di adozione della Doggy Bag, promuovendo così una maggiore consapevolezza e cambiamento culturale.

L’obbligo di fornire la Doggy Bag ai clienti che la richiedono comporterebbe benefici ambientali considerevoli. Ridurre gli sprechi alimentari significa diminuire il volume di rifiuti organici destinati ai siti di smaltimento, contribuendo a limitare la produzione di gas serra e a preservare le risorse naturali. Inoltre, una gestione più responsabile dei rifiuti alimentari contribuirebbe a creare una società più consapevole e orientata alla sostenibilità.

Certo, l’introduzione di normative obbligatorie non è priva di sfide. Alcuni ristoratori potrebbero percepire questa proposta come una limitazione alla loro libertà di gestione aziendale. È essenziale, quindi, considerare approcci che bilancino le esigenze dei ristoratori con gli obiettivi ambientali più ampi. Incentivi fiscali, supporto per l’adozione di pratiche più sostenibili e campagne di sensibilizzazione possono accompagnare la proposta di legge, rendendo più accettabile il cambiamento e promuovendo una transizione graduale verso la Doggy Bag.

Fate come la zia!

Per garantire il successo della proposta di legge, è cruciale coinvolgere il pubblico e sensibilizzare sull’importanza della Doggy Bag come strumento di lotta agli sprechi alimentari. Campagne informative possono spiegare i benefici ambientali della pratica e sfatare eventuali pregiudizi culturali legati all’uso della Doggy Bag. Inoltre, coinvolgere i cittadini nel processo decisionale può contribuire a creare una maggiore accettazione e sostegno per la legge proposta.

La proposta di legge che renderebbe obbligatoria la Doggy Bag per i ristoratori in Italia rappresenta un passo coraggioso verso una gestione più sostenibile degli sprechi alimentari. Se implementata con successo, potrebbe fungere da catalizzatore per il cambiamento culturale, spingendo ristoranti e consumatori a partecipare attivamente alla lotta contro gli sprechi alimentari. In un mondo che si sta sempre più orientando verso la sostenibilità, l’Italia potrebbe diventare un esempio di come la legislazione può guidare il cambiamento positivo per preservare il nostro pianeta per le generazioni future.

Immagine di copertina creata con IA Bing

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Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”