Street food e lounge bar tra le nuove scoperte di Pompei

Se pensavate che street food e lounge bar fossero una moda degli ultimi decenni, dovete ricredervi. C’erano già arrivati secoli fa gli abitanti di Pompei.

I nuovi scavi, non solo hanno rivelato la possibilità che Pompei fosse una città fondata dagli Etruschi, ma hanno riportato alla luce testimonianze di vita quotidiana che raccontano abitudini molto simili a quelle che abbiamo oggi. All’epoca si chiamava Termopolio ed era un punto di ristoro dove, in grandi recipienti rotondi scavati nella pietra del bancone, si cucinava del cibo da passeggio.

E’ quanto emerge dagli ultimi ritrovamenti tra le strade di Pompei che non hanno ancora finito di raccontare una storia sospesa nel tempo. E’ stato completato l’intervento di pulizia del Termopolio e sono riaffiorate delle decorazioni e delle pitture incredibilmente ben conservate.

Il Termopolio della Regio V

Oltre a trattarsi di una ulteriore testimonianza della vita quotidiana a Pompei, le possibilità di analisi di questo termopolio sono eccezionali, perché per la prima volta si è scavato un simile ambiente per intero ed è stato possibile condurre tutte le analisi che le tecnologie odierne consentono. I materiali rinvenuti sono stati, infatti,  scavati e studiati sotto ogni aspetto da un team interdisciplinare composto da: antropologo fisico, archeologo, archeobotanico, archeozoologo, geologo, vulcanologo. I materiali saranno ulteriormente analizzati in laboratorio e in particolari i resti rinvenuti nei dolia (contenitori in terracotta) del bancone, rappresenteranno dei dati eccezionali per capire cosa veniva venduto e quale era la dieta alimentare”. Questa è la fiera dichiarazione Massimo Osanna,  Direttore Generale ad interim del Parco archeologico di Pompei.

Dagli affreschi rinvenuti, dalla collocazione del locale, si evince che la gente di Pompei asseggiava per le vie della città accompagnata da un arredo urbano armonioso e gradevole. In particolare, all’angolo tra tra il vicolo delle Nozze d’argento e il vicolo dei Balconi, il “chiosco” di ristoro è arricchito da scene di nature morte,con rappresentazioni di animali, probabilmente macellati e venduti nel locale.

Un bancone…invitante!

In una cornice colorata vivacemente di giallo delle scene di animali rallegrano tutto il bancone. Due anatre germane dipinte con la testa all’ingiù e un gallo. Ma la cosa più sorprendente è un cane al guinzaglio, immagine che dice molto anche sul fato che già all’epoca i cani avevano un ruolo di compagnia e che ricevevano cure e attenzioni, con il rispetto delle regole esattamente come oggi.

Infine, sul lato più in vista del bancone, una splendida Nereide a cavallo in ambiente marino, mentre sul lato più corto, quella che sicuramente era l’insegna commerciale.

Il rinvenimento vicino al bancone ha del “geniale”: delle anfore, poste davanti al bancone, che riflettevano l’immagine del locale.

Street food e lounge bar in piazza

Il Termopolio era situato in un angolo strategico. Si trova di fronte ad una piazza che ospitava una cisterna, una fontana, e una torre piezometrica: il lounge bar di ristoro del quartiere. Certamente dalla fontana sgorgava acqua, ma nei disntorini sicuramente c’era qualche pub operativo fino a tardi.

Non abbiamo davvero inventato nulla. Uno scenario che è perfettamente uguale a quello di oggi, persino per i graffiti sui muri. Infatti, durante il ritrovamento gli archeologi hanno rinvenuto anche una iscrizione graffita con la frase “Nicia cineade cacator“, Cacatore invertito!. Probabilmente qualcuno che aveva un conto in sospeso con un dipendente del locale, poichè il nome ‘Nicia’ è di origine greca.

In un contesto così goliardico rattrista solo la presenza di ossa umane, a ricordare la tragedia di quel 29 ottobre del 79 d.C. S

Dietro al bancone sono state rinvenute, infatti, delle ossa appartenenti ad un uomo. A quanto risulta dalle prime analisi, doveva avere all’incirca 50 anni d’età. Un pò ovunque intorno al sito sono riaffiorate anche delle ossa animali, alcune appartenenti ad un cane di piccola taglia, altre a volatili probabilmente pronti per essere cucinati.

E infine, tantissime giare ancora piene di fave tritate che servivano per sbiancare il colore del vino e conferirgli un sapore più aromatico.

Visitare Pompei

“Con un lavoro di squadra,che ha richiesto norme legislative e qualità delle persone, oggi Pompei è indicata nel mondo come un esempio di tutela e gestione, tornando a essere uno dei luoghi più visitati in Italia in cui si fa ricerca, si continua a scavare e si fanno scoperte straordinarie come questa”. Commenta Dario Franceschini, Ministro per i beni e per le attività culturali e per il turismo.

Purtroppo bisognerà ancora aspettare per poter ammirare da vicino questo patrimonio artistico. Il sito archeologico di Pompei, come tutti gli altri del resto, subisce gli effetti di questa pandemia che sempbra non finire più. Ma la ripartenza è fatta anche di queste scoperte e, grazie allo streaming, possono essere ammirate ovunque con un clik. Non appena le condizioni delle misure anti covid-19 lo permetteranno, il sito sarà di nuovo visitabile.

Per saperne di più visitate il sito ufficiale di Pompeii (clicca qui)

Immagini dal sito www.pompeiisites.org

Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”