Ristoranti cinesi: l’evoluzione dal buffet al “all you can eat”

La chinese invasion nella ristorazione italiana: quando sono diventati di moda i ristoranti cinesi e perchè costano poco?

Fino a qualche decennio fa piatti come il sushi (giapponese) e il huǒguō (cinese) erano ignoti ai palati italiani. Fino agli inizi degli anni novanta, infatti, il cibo più trasgressivo era ancora il buon vecchio hamburger del Mc Donald’s (Il Burger King arriverà solo nel 1999). La cucina più esotica era quella cinese e i ristoranti di questo tipo erano davvero pochi e poco frequentati, se non per una cena speciale con commensali coraggiosi, ma la nostra cultura in fatto di cucina orientale finiva con gli involtini primavera e il riso alla cantonese.

Ma cosa ha scatenato questa ondata di appetito per la cucina orientale in Italia?

Facciamo un passo indietro di circa 40 anni. Non siamo nella preistoria, ma solo negli anni ’80.

La moda non è più simbolo di uno status sociale, come imponeva il modello del boom economico, ma diventa, complici anche le rivoluzioni sociali degli anni settanta, una forma di espressione artistica che va a braccetto con le tendenze musicali del momento. Anzi, l’una influenza l’altra e le strade si riempioni di “compagnie” che colorano i quartieri, le piazze e le panchine dei parchi, a secondo delle preferenze: paninari, yuppies, dark, metal, punk e rock sono i nuovi caratteri distintivi sociali dei nuovi giovani (new age).

E questa moda influenza anche il cibo e, di conseguenza, l’offerta culinaria sul mercato della ristorazione.

La chinese invasion

Il ristorante cinese diventa il simbolo dell’apertura a nuove culture, la globalizzazione è ormai alle porte, ed esplorare nuovi orizzonti significa appprocciarsi a esperienze lontane dalle nostre tradizioni. Un bagaglio culturale che passa anche attraverso la conoscenza di nuovi gusti e di nuovi alimenti.

L’Italia, patria della pizza e della pasta, apre le porte alla cucina orientale, segnando un’incredibile crescita di ristoranti cinesi e giapponesi nel paese. Questa evoluzione gastronomica affascina il palato italiano, portando a una vera e propria esplosione di locali che offrono piatti provenienti da diverse tradizioni culinarie asiatiche.

E poi, c’è la questione divertente delle bacchette al posto delle posate. Perchè non provare?

La proposta culinaria asiatica, poi, si distingue anche nel “come” scegliere e consumare un pasto e, in quegli anni, è una vera rivoluzione.

Siamo sempre negli anni ottanta e la formula tradizionale impone un menù alla carta, con una più o meno vasta scelta tra antipasti, primi, secondi e desserts. Andare a cena fuori costa ed è un lusso che l’italiano medio si permette solo per le grandi occasioni.

All’inizio, anche i ristoranti cinesi offrono menu “alla carta” con una vasta selezione di piatti, consentendo ai clienti di sperimentare una varietà di sapori in un’unica seduta, ma ecco che arriva “l’illuminazione”: il buffet.

ristoranti cinesi: il buffet fatto con tanti vassoi disposti in fila con del cibo pronto dentro

Il buffet: da mangiare…con gli occhi!

Quello che esisteva solo alla mensa aziendale diventa un must della ristorazione asiatica: cena a buffet dove il cibo è presentato non a piatto, ma disposto in una immensa vetrina in bella mostra, da mangiare prima con gli occhi e poi con la bocca. I prezzi si abbassano notevolmente, attirando, di conseguenza, molte più persone, dando così la possibilità, anche ai meno facoltosi, di uscire a cena con più frequenza.

Questo stile piace subito perchè consente ai clienti di servirsi autonomamente da una vasta gamma di pietanze disposte su lunghe tavolate.

Questo approccio ha avuto successo per diversi decenni, offrendo ai clienti la possibilità di esplorare una serie di sapori cinesi senza dover necessariamente impegnarsi in un pasto completo.

La moda del cinese esplode letteralmente e le città italiane si riempiono di ristoranti cinesi. Ma, si sa, le mode passano e i gusti cambiano se non c’è “del nuovo” a cui attingere e prima ancora di registrare un calo di affluenza è necessaria una notevole trasformazione che passi dal tradizionale buffet ad una formula più metropolitana. Emerge la necessità di un modello più dinamico e adatto alle esigenze moderne.

E’ il travaglio che porta alla nascita degli “All you can eat“.

‘”All You Can Eat”

Negli ultimi anni, la tendenza dominante nei ristoranti cinesi è stata l’adozione del concetto “All You Can Eat“. Questo modello offre ai clienti la possibilità di consumare quantità illimitate di cibo per una tariffa fissa. La varietà di piatti offerti in questo contesto è spesso ampia e può comprendere specialità regionali, piatti dim sum, noodle, riso e molto altro.

Questa transizione è stata motivata da diversi fattori. In primo luogo, l'”All You Can Eat” ha introdotto un approccio più flessibile e conveniente per i clienti, che possono assaporare una vasta gamma di piatti senza preoccuparsi dei costi aggiuntivi in base alle porzioni. Questa formula è particolarmente attraente per i gruppi di amici o famiglie che desiderano condividere e gustare una varietà di sapori senza limiti.

Con l’adozione dell'”All You Can Eat”, i ristoranti cinesi hanno anche rivoluzionato i loro menu. Oltre ai classici piatti che caratterizzano la cucina cinese, molti locali offrono ora opzioni più innovative e moderne. Ad esempio, è comune trovare una selezione di sushi cinese, fusion di cucina asiatica e reinterpretazioni creative di piatti tradizionali.

Una innovazione nei menu che è, in parte, una risposta alla crescente domanda di esperienze culinarie uniche e alla ricerca di sapori originali. I ristoranti cinesi stanno dimostrando di essere laboratori di creatività gastronomica, mescolando tradizione e modernità per soddisfare i gusti diversificati di una clientela sempre più esigente.

Molti ristoranti cinesi “All You Can Eat” investono nella creazione di un’atmosfera accogliente e moderna. L’uso di design contemporaneo, illuminazione sofisticata e arredamenti attraenti contribuisce a trasformare il pasto in un’esperienza sensoriale completa. Alcuni locali offrono anche intrattenimento dal vivo o spettacoli culinari per aumentare ulteriormente l’esperienza del cliente.

all you can eat - dei vassoi bianchi con del pesce sopra

Perchè mangiare al cinese costa poco?

Oggi, la scelta di mangiare cinese è soprattutto dettata dai prezzi decisamente più bassi rispetto ai ristoranti tradizionali italiani, e dalla formula “all you can eat”, che permette di ordinare anche tutto il menu e più volte, ingozzandosi fino allo sfinimento, pagando un prezzo fisso che, di norma, non supera le 25/30 euro a persona.

Il basso costo dello scontrino alla fine del pasto potrebbe far riflettere sulla qualità degli ingredienti, ma è altrettanto vero che non sempre l’uno è legato all’altra.

A parte frutta e verdura che reperiscono sul mercato locale, le materie prime (come riso, spaghetti di riso, prodotti a base di soia, alghe ecc. ) utilizzate nei ristoranti cinesi provengono dalla Cina. Quansi sempre il pesce è congelato e proviene da mercati esteri molto economici. Il salmone impéra, poichè costa molto meno del tonno o dell’orata e, soprattutto, si presta per diverse pietanze.

Non mi soffermo sulle disquisizioni in merito alla tracciabilità che, purtroppo, non sempre è chiara, ma anche questo è un fattore che contribuisce a reperire prodotti ittici a basso costo, soprattutto per la preparazione del sushi.

Poi c’è il costo della manodopera, nettamente competitivo poichè il locale è solitamente a conduzione famigliare o quasi sempre reperita in famiglia.

C’è da riconoscere che esiste un crescente interesse per la sostenibilità e la qualità degli ingredienti nei ristoranti cinesi. I clienti sono sempre più consapevoli dell’origine degli alimenti e dell’impatto ambientale delle loro scelte alimentari. Di conseguenza, molti ristoranti cinesi stanno cercando di utilizzare ingredienti freschi, locali e sostenibili.

Dai Classici ai Trend Contemporanei

Negli anni, i gusti degli italiani nei ristoranti cinesi e giapponesi hanno subito una trasformazione. In passato, piatti come gli involtini primavera, l’arrosto di maiale in salsa agrodolce e il riso fritto erano tra i più richiesti. Questi classici sono ancora popolari, ma l’evoluzione della cucina asiatica in Italia ha portato a una maggiore apertura verso piatti più autentici e sofisticati.

Oggi, molti italiani cercano esperienze gastronomiche più autentiche, sperimentando con sushi di alta qualità, ramen giapponese, dim sum cinesi e piatti regionali meno conosciuti ma altrettanto deliziosi. I ristoranti cinesi e giapponesi, quindi, hanno risposto alle esigenze dei consumatori aggiornando i loro menu e offrendo opzioni più diverse e raffinate anche se, si sa, per l’italiano verace, che sia involtino primavera, hotpot o Dim Sum, davanti ad una carbonara o a una pizza napoletana, non c’è sushi che tenga.

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Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”