FORTIS – 1° officiALive: un viaggio lungo 40 anni

ALberto Fortis ci porta in uno straordinario viaggio attraverso quarant’anni di carriera

Autunno 1980

Ricordo quel concerto al palasport di Torino come se fosse adesso.

Protagonista la PFM, che stava vivendo un momento critico della propria storia: il disco dell’anno precedente “Passpartù” aveva riscosso poco successo, e dissidi interni avevano portato il vocalist Bernardo Lanzetti ad abbandonare il gruppo.

Doveva ancora uscire “Suonare Suonare”, l’album della svolta pop-rock, da parte della band milanese, che si imbarcò così in un tour diciamo “da contratto”, alquanto deludente: vecchi brani in scaletta (esclusi tutti quelli con Bernardo voce solista), qualche cover e tante digressioni strumentali.

Supporter di quel tour uno sconosciuto Alberto Fortis.

El niño

Il ragazzo di Domodossola presentò, con l’ausilio delle basi, una manciata di canzoni tratte dal suo primo LP “Alberto Fortis”, e durante “La sedia di lillà” (che nessuno dei presenti aveva mai sentito), si accesero magicamente una miriade di fiammiferi e di accendini.

Si, può sembrare strano, ma all’epoca i cellulari non erano ancora stati inventati, e il pubblico dimostrava l’apprezzamento all’artista con i mezzi a disposizione.

Forse era meglio allora, ma è una mia idea personale.

I “lumini” colpirono parecchio Alberto, che quasi commosso disse: “E’ la prima volta che mi capita. Grazie, vi ricorderò per sempre”.

Lo incrociai nel back-stage, ancor visibilmente emozionato, poco prima che Franz e soci salissero sul palco: parlammo a lungo, del disco, di lui e dei suoi progetti futuri.

Ne è passata di acqua sotto i ponti, Alberto ci ha regalato capolavori assoluti “La grande grotta”, “Fragole infinite”, e un concept album, mai abbastanza apprezzato, “Tra demonio e santità”. Senza dimenticare naturalmente, il primo disco, dove suona proprio la PFM al gran completo.

Una carriera fatta di grandi album, lunghi silenzi e grandi ritorni.

Un artista, un cantautore, unico nel suo genere: una voce acuta e graffiante, dolce e amara, accompagnata da un pianoforte che trasforma tutto in poesia.

Ci siamo rivisti quasi trent’anni dopo, in occasione di un concerto in un teatro di Nichelino, nei pressi del capoluogo torinese: ho ritrovato la stessa persona, nonostante gli anni passati, con la stessa energia, e la stessa voglia di fare musica.

Fortis: primo piano del cantautore di domodossola, che indossa un paio di occhiali da sole

FORTIS – 1° officiALive

Voglia che lo ha portato a festeggiare quarant’anni di attività, prima, con un album “4Fortys”, pubblicato nel 2018, ed oggi, proprio oggi, con “FORTIS – 1° officiALive”.

L’opera contiene contiene 2 CD e un DVD, allegati ad un libro con copertina rigida composto da 64 pagine, ricche di fotografie inedite provenienti dall’archivio personale dell’artista. 

“FORTIS – 1° officiALive” (Azzurra Music), è un viaggio musicale lungo 40 anni, ripercorso in compagnia di amici musicisti, che con lui hanno condiviso momenti fondamentali della carriera, e che vede ospiti come Rossana Casale e Francesco Baccini, con i quali ha dato vita a duetti indimenticabili.

Tratto dallo straordinario concerto celebrativo dei 40 anni di carriera, registrato il 9 giugno 2019 al Castello Sforzesco di Milano.

“Così ammiraglio Santo, portami dove anche i Sogni divampano l’Ardore e per il Tempo che, sai nel ruvido vanto, prova a seguirmi tra meandri lisci, da quando Ti implorai impedisci il dolore e di punirmi”.

A questa poesia Alberto affida la partenza del suo Live Ufficiale, al giro di boa del 40esimo anniversario di carriera. 

“Lo dedico a chi ha sempre navigato insieme e a chi desidera salire a bordo, destinazione Bellezza” – dichiara Alberto – “Nonostante tutto è solo questione di tempo, perché all’orizzonte qualcosa già si intravede”.

Fortis - 1° officiALive: la copertina del nuovo disco del cantautore di Domodossola
Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.