Genesis Reunion: ha un senso questa storia?

Genesis Reunion: da fan della prima ora, non posso che essere contento, da addetto ai lavori non posso che essere perplesso.

Cercherò di dare un senso a questa storia, ma andiamo con ordine.

The lamb lies down on Broadway live

Io c’ero, il 24 marzo 1975, al Palasport di Torino: non avevo ancora compiuto quattordici anni, e per andare al concerto scappai praticamente di casa. Ne pagai care conseguenze, i genitori di allora non erano quelli di adesso (la cinghia sulle gambe nude fa un male cane), ma ne valse la pena.

Il concerto al Parco Ruffini di Torino resta l’unico di quella tournée italiana, che venne annullata dopo gli incidenti e i tafferugli in altri live, che condannarono il nostro paese a una quarantena (toh, guarda cosa si sente), senza artisti stranieri durata anni, interrotta da Carlos Santana, nel 1977.

Peter Gabriel abbandonò i costumi e le maschere che avevano reso celebri i Genesis fino a quel momento, e cambiò registro per interpretare Rael: trucco pesante, jeans, maglietta bianca, scarpe da ginnastica, giubbotto di pelle nera. In alcuni momenti si esibì anche a torso nudo. Fondamentali, per lo svolgimento dell’opera, perché di rock-opera trattasi, anche le bellissime proiezioni sugli schermi della scenografia. I Genesis erano già avanti anni luce.

E poi, chi dei due era il manichino?

Genesis: the lamb tour 1975

We can’t dance tour

Dovevo esserci il 18 luglio 1992 allo Stadio delle Alpi, sempre a Torino, ma la data venne inspiegabilmente annullata, e dovetti ripiegare sul concerto del giorno dopo, a Nizza, Stade de l’Ouest.

Ricordo ancora il boato del pubblico all’annuncio di Phil Collins: “Tonight we play very, very, very old songs”. Vecchie canzoni, a dimostrazione di un passato difficile da cancellare, che si ridussero ad un semplice medley, il celeberrimo “Old medley” (nemmeno tutto davvero “old”), impresso nel live “The way we walk, volume two: the longs”.

Bel concerto, per carità, multimediale al punto giusto, suonato in maniera perfetta, ma che mi lasciò un senso di incompiuto, quella sensazione di fame che ti prende nonostante ti sia appena alzato da tavola. Troppo “Phil oriented”, per suoni ed atmosfere, troppo pochi anche i brani classici dei Genesis second edition, una grave mancanza fra le tante: “Afterglow”.

I can't dance tour 1992

When in Rome

C’ero a Roma, per l’ultima data europea del “Turn It On Again: The Tour”, tenutasi al Circo Massimo, il 14 luglio 2007, nella quale i Genesis suonarono di fronte a circa 500.000 spettatori.

“Noi siamo i Genesis! E’ un posto molto speciale, siete un pubblico molto speciale, è una serata molto speciale“. Phil Collins saluta la folla in italiano, e il pubblico va in delirio.

C’era gente che bivaccava nell’arena da almeno due giorni prima, c’erano pullman che arrivavano a getto continuo da tutta Europa, in particolare da Austria, Germania, Francia e Slovenia.

Una vera festa della musica, la giusta cornice per la band più famosa al mondo.

Fu un concerto strepitoso: un greatest hits pazzesco, tra suoni perfetti, luci, fumi, laser, ledwall, video di back-drop e milioni di watt, nella magia della Città Eterna.

Ci fu anche il tempo per vedere lo stesso Phil perdere il tempo nell’exept strumentale di “Firth of fifht” (segnale di un declino fisico purtroppo inarrestabile), ma è un dettaglio.

Ho sempre considerato quel concerto la degna celebrazione della storia della band, di fatto terminata quasi dieci anni prima.

When in Rome 2007

The Last Domino? Tour 2020

Il 4 marzo 2020, Mike Rutherford, Tony Banks e Phil Collins, ospiti in studio della trasmissione radiofonica “The Zoe Ball Breakfast Show” in onda sulla BBC2, hanno annunciato la reunion, e una nuova tournée nel Regno Unito a novembre e dicembre 2020; la formazione comprende Daryl Stuermer alle chitarre e Nicholas “Nic” Collins alla batteria.

Ora: Mike, un tranquillo gentleman, ricco sfondato, che si trastulla fra una partita di polo e una caccia alla volpe, Tony, altrettanto gentleman, altrettanto pieno di sterline, attualmente preso fra il giardinaggio e la passione per la musica classica, e Phil, invecchiato davvero male, tra un divorzio e un coma etilico, dopo essere stato la popstar megagalattica per eccellenza. Cosa può spingere i nostri tre eroi, perché comunque di eroi si tratta, a rimettersi on the road?

Che senso ha, nel 2020 una reunion?

Many too many

Tanto so già come andrà a finire: a costo di mangiare pane e cipolla per settimane, troverò il modo per andare in terra d’Albione, e starò in platea, a vivere questa ennesima reunion, con i lucciconi dalla prima nota fino all’ultima.

Spero che le date vengano ampliate, anzi ne sono sicuro, e probabilmente non dovrò sobbarcarmi il viaggio fino in U.K., ma la sostanza sarà la stessa.

Mi incazzerò perchè invece di “Supper’s ready”, almeno un accenno, o di “The cinema show”, dovrò sorbirmi “Hold On My Heart” e “Throwing It All Away”, ma mi passerà immediatamente, perché in fondo, è giusto così.

Non sono mai stato troppo ortodosso sulla evoluzione dei Genesis: ho iniziato ad amarli da adolescente, anzi in pieno periodo di pubertà, quando c’era Peter, e li ho amati da persona più grande, “matura” non mi si addice neanche alla soglia dei sessanta, nonostante certe contaminazioni francamente evitabili. Poi, chissà come sarebbe andata se il quintetto fosse rimasto integro: non possiamo proprio dirlo.

Phil è stato il mio maestro virtuale di batteria, e lo è ancora, quelle rare volte che prendo le bacchette in mano; le canzoni dei Genesis “mark 2” mi hanno accompagnato in tante notti passate a trasmettere per radio, compagne di un lungo viaggio da lupo solitario deejay.

And then there where three

Peter e Steve non faranno parte della reunion, anche se voci incontrollate e parecchio gossipiane, parlano di uno special guest alla chitarra, ma ripeto, sono solo voci, e neppure troppo autorevoli.

Non ci sarà Chester Thompson, e questa per me è la mancanza più grave, ma ci saranno Mike, Tony e Phil: tre signori ormai invecchiati, lontani anni luce dall’icona della pop star; ma che sono parte del mio DNA, tre fratelli maggiori, che hanno accompagnato la mia vita, che sono stati la colonna sonora della mia vita, e che ancora una volta si daranno da fare per essere i Genesis.

Solo questo conta: that’s all.

Genesis formazione quintetto: Peter, Steve, Phil, Tony e Mike

Genesis reunion tour 2020:save the date

Calendario in aggiornamento.

16 novembre – Dublino (3 Arena)
19 novembre – Belfast (SSE Arena)
23 novembre – Liverpool (M&S Bank Arena)
24 novembre – Liverpool (M&S Bank Arena)
26 novembre – Newcastle (Utilita Arena)
27 novembre – Newcastle (Utilita Arena)
29 novembre – Londra (The O2)
30 novembre – Londra (The O2)
2 dicembre – Leeds (First Direct Arena)
3 dicembre – Leeds (First Direct Arena)
5 dicembre – Birmingham (Arena Birmingham)
6 dicembre – Birmingham (Arena Birmingham)
8 dicembre – Manchester (Manchester Arena)
9 dicembre – Manchester (Manchester Arena)
11 dicembre – Glasgow (SSE Arena)
12 dicembre – Glasgow (SSE Arena)

Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.