Giuseppe Penone e duecento opere su carta, precisamente 219. Questo il patrimonio della donazione che l’artista ha fatto al Museo di Arte contemporanea del Castello di Rivoli e che saranno custodite presso il CRRI (Castello di Rivoli Research Institute).
Donazione arrivata a ruota di quelle effettuate, dallo stesso artista, al Philadelphia Museum of Art e al Centre Pompidou di Parigi: rispettivamente 309 opere su carta e 5 libri d’artista in edizione limitata e 350 opere su carta. Materiali per lo più mai esposti che saranno oggetto di tre mostre, nei rispettivi musei, nel 2022.


Al Castello di Rivoli la prima intuizione
“La prima intuizione , la prima idea di un’opera annotata su un foglio testimonia il fluttuare dell’immaginazione prima di irrigidirsi nella forma. È bello pensare di posare le idee nei luoghi in cui sono apparse fluttuanti”.
Così Penone, in un foglio di carta che fa parte della donazione stessa, commenta l’importanza di donare i propri disegni a un museo di un territorio che ha visto nascere la sua creatività. Perché si riferisce a tutte le principali opere d’arte concepite e realizzate nel territorio piemontese dove risiede, lavora e in cui è nato.
I luoghi di Giuseppe Penone
Le carte sono quindi, oltre che testimonianza progettuale di un lavoro in divenire, anche una cartina geografica personale: un piccolo ecosistema. Passiamo dagli inizi nel 1968 in cui Penone interagisce con gli elementi naturali nei boschi intorno a Garessio con Alpi Marittime, all’intervento, in Torino, al Passante Ferroviario con Albero giardino. Infine di fronte alla GAM-Torino, In limine del 2008.
Si sposta poi nel Parco Basso della Venaria Reale con l’opera-giardino Il Giardino delle sculture fluide, 2003-2007 e la successiva Anafora, 2016–2019. In ultimo, nel 2019, di fronte al Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea con Identità, 2017: un doppio albero in alluminio, bronzo e specchio.


Un grande atto di fiducia
“Significa qualcosa quando uno tra i più grandi artisti del mondo decide di donare un eccezionale corpus di opere a tre grandi musei pubblici. È un’investitura e un atto di fiducia nella capacità delle istituzioni pubbliche di reggere alle crisi momentanee e alle intemperie, e pertanto di durare nel tempo, un tempo molto più lungo di quello di una sola vita – afferma Carolyn Christov-Bakargiev, Direttore del Castello di Rivoli.
Si tratta di trasmettere ai posteri dei semi che sono la propria arte, fiduciosi che essi potranno germinare in un futuro oggi ancora inimmaginabile. Il Castello di Rivoli è lieto di ricevere questo dono, e grato della fiducia che l’artista ripone nel Museo. L’arte di Giuseppe Penone esplora i fondamenti della scultura quale modo di conoscere e comprendere empiricamente il mondo. La sua arte si basa sul principio di incarnare una consapevolezza fisica, tattile-visiva, di tutti gli organismi viventi e delle loro trasformazioni.


Un incontro tra umano e materia
Penone percepisce il mondo e la vita in modo scultoreo, toccandone e accarezzandone le parti costitutive, senza mai distinguere tra natura e cultura o, piuttosto, senza pretendere alcuna superiorità dell’essere umano rispetto al resto del mondo naturale. Si tratta di un incontro e, quindi, di relazioni tra l’umano e la materia, tra l’umano e il non umano, questioni di pelle e di toccarsi, elementi conoscitivi a cui i disegni su carta donati puntualmente ci introducono.
Il dono del lavoro Svolgere la propria pelle, realizzato utilizzando i materiali originali dell’installazione sulle finestre a Kassel nel 1972, è un ulteriore gesto straordinario”. L ‘opera, che sarà allestita permanentemente presso la Manica Lunga del Castello di Rivoli, è composta da 19 impronte del proprio corpo riportate fotograficamente su pellicola sui pannelli di vetro del Fridericianum di Kassel nel 1972.
Il disegno come processo creativo
“Attraverso il disegno si pensa, si associano forme, si accostano materiali… Il disegno nasce da una materia che al di fuori del foglio è solo sporco ma quando è organizzata in un insieme di gesti diventa un oggetto che ha la preziosità del pensiero e dell’evocazione”. Così Giuseppe Penone descrive l’arte che scaturisce dai suoi disegni, dalle sue note di lavoro, dagli schizzi progettuali e dalle fotografie. Documenti di un processo creativo e di pensiero che preludono all’allestimento delle opere.
Identità al Castello
Un albero di bronzo con un innesto d’acciaio, reso simmetrico da un gioco di specchi. Questo è Identità, l’opera di Penone che si può vedere, dal 2017, all’ingresso principale del Castello di Rivoli. Gli specchi, incastonati nei rami, creano un doppio di legno e di acciaio, portando nello stesso tempo le due materie ad essere un tutt’uno, pur mantenendo la propria dualità.
Una ricerca quella di Penone che pone sempre al centro le figure ambientali, come quella dell’albero. Un incontro tra la natura e l’urbano, tra l’uomo e il suo contesto visto in una poliedricità di aspetti. 219 opere in carta che aiuteranno a scoprire l’anima di un artista durante la creazione.
“Sento il respiro della foresta, / odo la crescita lenta e inesorabile del legno, / modello il mio respiro sul respiro del vegetale, / avverto lo scorrere dell’albero attorno alla mia mano / appoggiata al suo tronco. / Il mutato rapporto di tempo rende fluido il solido e solido il fluido. / La mano affonda nel tronco dell’albero che per la velocità della crescita e la / plasticità della materia è l’elemento fluido ideale per essere plasmato“. Da un disegno legato ad Alpi Marittime

