Grande Fratello Vip: “l’orrenda” collana che impazza sul web

C’è un grande dilemma che attanaglia l’Italia intera, più ancora della preoccupazione del caro bollette e della guerra del gas: infatti, non è Putin a tenere sveglie le famiglie italiane, e neanche il rincaro dell’energia, ma le vicende del Grande Fratello Vip. E anche qui, gli italiani non sono particolarmente preoccupati per le dinamiche antropologiche e sociali che interessano il comportamento di individui vittime di una convivenza forzata. No. Gli italiani hanno un grosso dilemma da risolvere: la collana indossata dalle dive della casa del grande Fratello Vip, è fighissima o è “orrenda” come l’ha definita un’ opinionista del web?

Com’erano belli gli anni Sessanta

Quando ero piccola (e quando ero piccola io, molti di voi non c’erano ancora e non esisteva il Telefono Azzurro), se qualcuno (parenti o amici, si intende, perchè non si accettava nulla dagli sconosciuti), ci offriva qualcosa (e ai miei tempi qualcosa si traduceva in cibo), tipo una minestra, o delle verdure (che non avevano proprio l’aspetto invitante delle patate arrosto di mammà), se malauguratamente si rifiutava dicendo “mi fa schifo”, nella migliore delle ipotesi ci arrivava un malrovescio che solo la fisica quantististica poteva tradurre in termini di velocità. E, di norma, era accompagnato da una voce amplificata in stereo Surround 5+1 e senza autotuning che diceva” non si dice mi fa schifo, si dice non mi piace“.

La chiamavano educazione.

Oggi, questo concetto, si traduce in politically correct o deontologia.

Una semplice regola su cui si basa (o si presume che si basi) il giornalismo. Ma i blogger e i leoni da tastiera a quanto pare stanno spazzando via quel che di buono c’è (ancora) nel mio mestiere.

Per questo sono rimasta basita dal contenuto (che non può definirsi “articolo”, e lo dico da editrice) scritto da una signorina (ai miei tempi si diceva “pischella”) che dall’alto dell’esperienza dei suoi 27 anni, è riuscita in una parola a sfanculare tutte le regole che accompagnano il buon diritto di cronaca (che significa “riportare un fatto senza dare opinioni personali“).

I millennials, questi (s)conosciuti

La signorina in questione che si concede la licenza di definire “orrenda” una collana, è un precedente importante per chi scrive pubblicamente sul web (e qui nessuna ironia e torno seria).

Pensate se ogni persona a cui viene data la possibilità di scrivere su un magazine, giornale o rivista, contestualmente, al potere di influenzare l’opinione pubblica, possa permettersi di sentenziare dando opinioni personali.

La signorina Victoria (con la “c”), fin dal titolo si esprime in maniera personale, definendo “orrenda” la collana, continuando poi all’interno dell’articolo con “non piace proprio a nessuno“. Un pò totalitaria come visione, anche perchè, da cliente De Liguoro, quale sono, quel “nessuno” includerebbe anche me e, francamente, trovo invece che la collana sia davvero bella e originale. Forse è per questo che è, cito testualmente, ridondante e sta passando di collo in collo alle ‘vippone‘ del Grande Fratello Vip?

Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi…

Vorrei ricordare che certamente è lecita la critica, ma che l’arte non si giudica. Può non piacere, ma non si giudica. Può non incontrare i gusti personali, ma non si giudica. Soprattutto quando non si hanno le competenze.

Infatti, la signorina in questione, non ha un pedigree come Maestro Orafo di Valenza, o una storicità nel mondo dell’arte dei gioielli, o, ancora, nel campo della moda. Le origini del suo passato, sono un pò confuse come del resto, a dire il vero, anche il suo futuro. In pratica, non sa da dove viene e neanche dove sta andando. Prima che mi accusiate dello stesso peccato, vi informo che sto citando la biografia scritta di suo pugno sulla sua pagina di presentazione e, cito testualmente: Sto ancora decidendo cosa voglio diventare ‘da grande’.

Un consiglio ce l’avrei, ma faccio la giornalista e non è richiesta la mia opinione.

Certo, per una che si definisce “armocromista”, le tendenze al grigio-nero non l’aiuteranno nel sviluppare la professione al meglio, ma lei già insegna, anzi “professorizza” (esiste? Boh!). Tra i tanti dubbi amletici che ha della vita, però una certezza ce l’ha: vuole scrivere un libro (OMG!!!)

Lo dice lei: “Su dove vengo e cosa voglio fare c’è un po’ una confusione generale, ma sul mio sogno nel cassetto sono sicura al 100%. Mi piacerebbe scrivere un libro“, e per un progetto così, fossi in lei, partirei dal ripassare la grammatica e la coniugazione dei verbi.

Il diritto di cronaca

Ed ora, se permettete, salgo in cattedra per i prossimi 46 secondi. Sarò breve.

La prima regola che mi hanno insegnato quando ho iniziato a fare la giornalista è “il diritto di cronaca”. E’ anche il primo corso che viene offerto dall’Ordine dei Giornalisti a chi si approccia al percorso da pubblicista.

Se vogliamo riportare una notizia che è potenzialmente lesiva per la reputazione di un soggetto, persona o azienda che sia, è obbligatorio offrire all’interno dello stesso contenuto, il contraddittorio. Ergo, se c’è una notizia dove qualcuno denigra, offende o accusa un soggetto, oltre a riportare l’offesa o l’accusa, il buon giornalista deve, DEVE, riportare anche la posizione della controparte.

Per questo, nei prossimi due paragrafi, potete leggere la replica dell’azienda Deliguoro. E a lei, signorina Victoria, lascio una frase tanto cara a mio padre: “ne devi mangiare di pastasciutta prima di essere alta abbastanza per guardare negli occhi i grandi”.

Perchè ho deciso di dare così tanto spazio a una critica ininfluente? Perchè io vesto De Liguoro.

Ed ora, per buona regola del contraddittorio, lascio la parola all’azienda De Liguoro.

De Liguoro reply

Il choker con fibbia “RUNWAY ” della collezione Fall / Winter 2022-23 ha fatto impazzire le dive del Grande Fratello VIP così come moltissime delle nostre clienti che ancora una volta si sono dimostrate molto “fashion”. De Liguoro è molto orgogliosa di voi!

La collana De Liguoro indossata dalle dive del Grande Fratello Vip

Che si tratti di un pezzo decisamente audace e istrionico è evidente a tutti, del resto è un gioiello della Fashion Jewellery in perfetto stile De Liguoro, un gioiello che esprime appieno il nostro DNA e ben racconta i nostri 60 anni di storia, ma qualche opinionista “da web” ha definito la nostra collana brutta, anzi orrenda, sostenendo che il “web” – portato a sostegno della sua tesi senza però fornire alcun dato – non l’abbia per nulla apprezzata (fonte Tuttonotizie).

Le critiche sono sempre utili e ben accette, e le opinioni sono tutte rispettabili – del resto le nostre nonne ci direbbero “non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace” – ma a noi sorge il dubbio che questa opinionista del web non sia in grado di comprendere il senso stesso della creatività, il senso dell’arte, del design e della moda, ed il loro ruolo nel comprendere, elaborare ed accompagnare l’evoluzione della società, della socialità e del gusto, e quindi di ciò che in futuro verrà percepito “bello”.

Il Diavolo veste Prada

Probabilmente anche lei come la Andy de “Il Diavolo veste Prada” pensa che questa collana non abbia nulla a che fare con lei “ […] tu apri l’armadio e scegli quel maglioncino azzurro infeltrito perché vuoi gridare al mondo che ti prendi troppo sul serio per curarti di ciò che ti metti addosso […] ma quello che non sai […]” e probabilmente anche lei è altrettanto allegramente inconsapevole dell’evoluzione della moda nelle prossime stagioni e così, come Andy, attenderà che quanto visto oggi diventi nel tempo di suo gusto. 

Probabilmente Miranda Priestley, con la smorfia di un sorriso sdegnato, la giustificherebbe anche per il suo apprezzare la caricatura di una diva, che scopiazzando la mitica ed incomparabile Sandra Mondaini ha però preso una decisa deriva verso la divina Moira, Regina degli elefanti.

Scherzi a parte… amiamo il nostro lavoro e adoriamo la moda, e difenderemo sempre il suo ruolo, perché come sostiene John Galliano “la moda è prima di tutto l’arte del cambiamento”.

Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”