Guglielmo Fineschi, classe 1996 e una maturità da vecchio saggio. Il suo nuovo singolo è un brano pure rock, appartenente a quel genere di musica leggera, che di “Leggero” ha solo il titolo. Il brano infatti è un’introspezione che tocca le corde del cuore, dell’anima, un grido quasi liberatorio di quelli che tiri alla fine di una lunga corsa, davanti all’infinito. Bellissimo.
Un brano che racconta il più che mai attuale tema del disagio sociale che colpisce i giovani. Un disagio invisibile, che corre sul filo di una chat, di una chiusura forzata da lockdown. Un malessere che serpeggia sui banchi di scuola imbavagliati dalle mascherine, dal silenzio degli altoparlanti di una discoteca chiusa, ma soprattutto un “overthinking” che si focalizza su un futuro, più incerto che mai, che non sembra neanche più una promessa ma una minaccia.
E’ il mal comune mezzo gaudio della nostra generazione. Un artista che è un uomo solo o solo un uomo, come cantava quel Baglioni tanto caro a mia madre.
Impossibile non avere voglia di conoscerlo, viverlo, entrargli in testa per vedere che effetto fa ritrovarsi nei pensieri di un altro.
Nasce così la nostra chiacchierata/intervista con Guglielmo.
Due giovani appartenenti a mondi diversi, ma con un destino comune: il nostro futuro.


OVERTHINKING
Tema principale del singolo Leggero è l’overthinking, ovvero “ciò che riempie la testa di tutte quelle cose che ti impediscono di pensare ad altro o di fare altro, quindi in un certo senso ti imprigionano”. E questo riflettere a lungo costituisce “una sorta di tortura vera e propria, sei costretto a sentire i pensieri senza poter fare nulla per contrastarli”.
LOCKDOWN
Il lockdown è stato senza dubbi uno dei periodi più bui degli ultimi anni. Superate le difficoltà dovute alla pandemia “sono riuscito a buttare il veleno che avevo dentro la testa e trasformarlo in inchiostro e poi in musica”. Così Guglielmo riesce a trasmettere le sue emozioni e a parlare delle sue esperienze in maniera forte e diretta.
IL TEMPO
Il tempo è un altro protagonista indiscusso del singolo Leggero. “Ne sono sempre stato ossessionato perché non mi è mai bastato, anche perché ho cercato sempre di farci entrare mille cose”. Il tempo che scorre e non basta mai, che è sinonimo di fatica, sudore e sacrifici poiché “come qualsiasi emergente, come qualsiasi sconosciuto, devi fare mille cose per riuscire a portare avanti la musica”.
L’INTERVISTA


“Le mie canzoni sono come pezzi di puzzle, e in ogni brano cerco di far trasparire alcune cose che si riescono a comprendere quando poi alla fine li hai ascoltati tutti“
— Guglielmo Fineschi