L’estate 2020 è stata davvero strana e povera di soddisfazioni professionali: lockdown, DPCM, paura di muoversi, hanno contribuito alla morte (quasi) annunciata della musica dal vivo. Personalmente ho potuto “lavorare”, assistere ad un concerto e scriverne un articolo, ovvero fare ciò che amo di più, in una sola occasione, e con un solo artista: Alex D’Herin. Proprio lo chansonnier torinese, torna ad essere gradito ospite di queste colonne, con il nuovo singolo, e relativo videoclip, intitolato “I giardini di Monet”
I giardini di Monet
Detto nella maniera più affettuosa possibile (si, Alex D’Herin è un caro amico e gli voglio un bene dell’anima, artisticamente e personalmente): per interpretare questo pezzo, ha sputato gli ultimi pezzi di tonsille disponibili.
Una voce sempre più rauca, sempre più sofferta, sempre più graffiante, sempre più affascinante: lasciati da parte, almeno per il timing della canzone, i panni dello chansonnier, a cui ormai siamo piacevolmente abituati, l’artista torinese ci regala una canzone tipica del pop cantautorale di casa nostra, nella propria miglior versione, sia chiaro.
Una ballad dolcissima, molto elegante: “Ho rubato i fiori dai giardini di Monet, per regalarti un ombrello, e riparare tutto l’amore che c’è”, lo trovo poeticamente poetico, ritmo sincopato, quasi martellante, con un ritornello che entra subito in testa e non esce più.
Ottima la scelta di piazzare qualche parola in spagnolo, sempre nel ritornello: operazione assolutamente non invasiva, ma che da quel tocco di orecchiabilità al brano, rendendolo irresistibile.
Arrangiamento modernissimo, produzione extra lusso, performance strumentale di assoluto livello: si chiude la canzone con un assolo di chitarra, come si faceva una volta, e questo è un altro tocco di (gran) classe.
“Un artista che ti trasporta con le sue canzoni e la sua voce in un altro mondo, fatto di sogni, colori ed emozioni profonde”: questo è uno, tra i tanti, commenti che ho trovato, e che riassume perfettamente il senso della canzone e la bravura del nostro (un po’ di campanilismo non guasta) cantautore.


Video & Credits
Assolutamente catching il videoclip, ideato e diretto dallo stesso Alex D’Herin: un viaggio tra sogno e realtà, arricchito da location suggestive ed affascinanti. Il mare sempre presente, una voglia matta di camminare a “piedi nudi sopra le strade del mondo, prigionieri soltanto dell’alba che verrà”. Perfetto connubio fra musica, parole ed immagini.
“I giardini di Monet” (Edizioni D’Herin Records) è tratta dall’album “La stagioni che saprai aspettare”, e che comprende, oltre alla title-track: “E mi bevo un caffè”, “Eleonor”, “Chiedilo al cuore”, “Chagall”, “Instabile”, “Alba viola” e “L’uomo senza storia”, scritta a quattro mani con l’amico fraterno Gae Capitano, già disco di platino come autore per Niccolò Fabi, Daniele Silvestri e Max Gazzè, autore fra i più poetici e raffinati del nostro panorama musicale.
Alex D’Herin sui social: Facebook, Instagram, sul sito ufficiale e sul canale YouTube di D’Herin Records.