Il lampone, inconfondibile arbusto della famiglia delle Rosacee
Il lampone: e chi di noi non lo conosce? Chi non ne apprezza i frutti deliziosi? Ma è anche una specie medicinale di grande interesse, che ci fa molto piacere illustrarvi. Partiamo dalla classificazione botanica: appartiene alla famiglia delle Rosacee, che vi stiamo proponendo in queste settimane. Il suo nome latino è Rubus idaeus L., nel quale il sostantivo Rubus indica il colore rosso dei frutti. Ma l’etimologia non è così chiara perché potrebbe derivare tanto dal latino stesso (ruber) quanto dal celtico (rubus).
Il significato è in entrambi casi legato al rosso dei frutti, con radice analoga a quella del rubino. Del resto, anche nell’irlandese moderno, ad esempio, una delle due traduzioni possibile del rosso è l’affine rua. Assai più semplice è la spiegazione dell’aggettivo idaeus, che qualifica la specie. Deriva dal Monte Ida, presso l’antica città di Troia, perché Plinio il Vecchio ci ha tramandato che sulle sue pendici prosperavano fitti arbusti di lampone.


Apprezzato sin dai tempi più antichi
Gli scavi nei siti che risalgono al Neolitico ci hanno confermato che già gli uomini preistorici mangiavano abitualmente lamponi. Presso i greci e i romani, erano impiegati per preparare sciroppi e composte simili alle nostre confetture (a volte anche abbinate a piatti di carne). Nell’arte paleocristiana, erano spesso riprodotti quale simbolo di bontà e di gentilezza d’animo.
Ma fu nel Medioevo che se ne stimarono soprattutto le proprietà medicinali. Dai lamponi si otteneva uno speciale aceto per la cura del raffreddore e degli stati febbrili. E poi si consigliava alle donne in gravidanza di mangiarne in abbondanza, per attenuare in seguito le doglie del parto. In epoche più recenti, il lampone fu utilizzato dai farmacisti per rendere più gradevole il sapore delle medicine di per sé amare.


Sú craobh, il frutto del ramo in Irlanda
In Irlanda, il lampone è una specie selvatica autoctona, frequente ad esempio nelle contee di Cork e Kerry, oggi per lo più coltivato. Ha il nome gaelico di Sú craobh, che significa “succo del ramo”. Tale denominazione si contrappone a quella della fragola, Sú talún, che vuol dire invece “succo della terra”. Nell’Isola di Smeraldo, il lampone è considerato il frutto dell’amore per eccellenza, sia per il colore rosso, sia per l’abitudine degli innamorati di coglierne cestini insieme. È anche emblema di fertilità e di gentilezza e, per questo motivo, è preso di mira da una delle creature fatate tipiche del folclore irlandese.
Si tratta del púca (pooka, in inglese), che può assumere l’aspetto di differenti animali e che gentile non lo è affatto. Sgarbato e dispettoso, pare che sputi sui lamponi maturi. In alcune contee, i contadini sostengono che addirittura li innaffi con la sua urina. Così questi frutti squisiti vengono sempre lavati con grande cura.


Una descrizione botanica essenziale
Il lampone è un arbusto sublegnoso e cespuglioso dai fusti eretti e spinosi che può raggiungere il metro e mezzo d’altezza. Le radici emettono di frequente polloni, che fruttificheranno l’anno successivo. È specie comune in tutto l’emisfero settentrionale terrestre e, quale habitat, predilige boschi, radure e pendii montani sino a 2000 metri d’altitudine.
Le foglie si presentano verdi sulla pagina superiore e biancastre, tomentose su quella inferiore. Sono imparipennate e suddivise in 3-7 fogliole ovate. I piccoli fiori bianchi, che sbocciano tra maggio e agosto, hanno 5 petali (numero tipico delle Rosacee) e formano una stella con i sottostanti 5 sepali verdi e appuntiti. Sono riuniti in infiorescenza a corto grappolo. I frutti, che maturano tra agosto e settembre, sono un poco pelosi e sono costituiti da drupeole (carpelle polpose) color corallo, saldamente unite tra loro.


Il lampone per la nostra salute
Dato che il lampone è una specie sia alimentare sia medicinale, la droga è rappresentata tanto dalle foglie quanto dai frutti. Per quanto riguarda le foglie, in esse sono stati identificati come principi attivi acidi organici, vitamina C e tannini. Hanno nello stesso tempo proprietà astringenti (per via dei tannini) e lassative. Il loro infuso è indicato come diuretico e come emmenagogo, quando le donne soffrono di dismenorrea. Secondo alcuni autori, gioverebbe anche in caso di disturbi alla prostata.
In un articolo del 13 settembre 1941, pubblicato sul prestigioso British Medical Journal, il dottor Whitehouse riportò uno studio clinico interessante. Nella ricerca che aveva condotto, aveva notato che l’infuso di foglie di lampone riduceva la frequenza e la veemenza delle contrazioni uterine. Esso si prepara ponendo due cucchiai rasi di droga in mezzo litro d’acqua fredda. Si porta a bollore e si spegne subito, lasciando riposare sotto coperchio per una decina di minuti. Si filtra e si dolcifica a piacere. Si beve lungo la giornata proprio come se fosse un tè o qualunque altra bevanda alimentare.


Frutti deliziosi, che ci fanno star meglio
I frutti sono ancora più ricchi di principi attivi. Troviamo anche qui gli acidi organici: citrico, malico e salicilico. E poi ci sono molta acqua, fragarina, antociani, zuccheri (levulosio), pectina, vitamina C e tannini. Per il nostro benessere, non occorrono ricette particolari, sebbene con i lamponi si preparino ottimi sciroppi, gelatine e confetture. Basta semplicemente mangiarli freschi per approfittare di tutte le loro virtù. Sono, infatti, tonici, depurativi, digestivi, diuretici, rinfrescanti, blandi lassativi e sudoriferi.
Giovano a chi soffre di stanchezza e stress, cattiva digestione, disturbi gastrointestinali, insufficienza della traspirazione e affezioni febbrili (per l’acido salicilico e la vitamina C). Recano sollievo pure in caso di dermatiti, reumatismi e gotta. Per il contenuto moderato di zuccheri, rappresentati dal levulosio, possono essere gustati anche dai diabetici, naturalmente senza esagerare.


Foto copertina di pentrenz da Pixabay
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