Il lampone, golosa Rosacea dai frutti di rubino

Il lampone, inconfondibile arbusto della famiglia delle Rosacee

Il lampone: e chi di noi non lo conosce? Chi non ne apprezza i frutti deliziosi? Ma è anche una specie medicinale di grande interesse, che ci fa molto piacere illustrarvi. Partiamo dalla classificazione botanica: appartiene alla famiglia delle Rosacee, che vi stiamo proponendo in queste settimane. Il suo nome latino è Rubus idaeus L., nel quale il sostantivo Rubus indica il colore rosso dei frutti. Ma l’etimologia non è così chiara perché potrebbe derivare tanto dal latino stesso (ruber) quanto dal celtico (rubus).

Il significato è in entrambi casi legato al rosso dei frutti, con radice analoga a quella del rubino. Del resto, anche nell’irlandese moderno, ad esempio, una delle due traduzioni possibile del rosso è l’affine rua. Assai più semplice è la spiegazione dell’aggettivo idaeus, che qualifica la specie. Deriva dal Monte Ida, presso l’antica città di Troia, perché Plinio il Vecchio ci ha tramandato che sulle sue pendici prosperavano fitti arbusti di lampone.

Un lampone appeso a un ramo in mezzo alla natura
Foto di Katharina N. da Pixabay

Apprezzato sin dai tempi più antichi

Gli scavi nei siti che risalgono al Neolitico ci hanno confermato che già gli uomini preistorici mangiavano abitualmente lamponi. Presso i greci e i romani, erano impiegati per preparare sciroppi e composte simili alle nostre confetture (a volte anche abbinate a piatti di carne). Nell’arte paleocristiana, erano spesso riprodotti quale simbolo di bontà e di gentilezza d’animo.

Ma fu nel Medioevo che se ne stimarono soprattutto le proprietà medicinali. Dai lamponi si otteneva uno speciale aceto per la cura del raffreddore e degli stati febbrili. E poi si consigliava alle donne in gravidanza di mangiarne in abbondanza, per attenuare in seguito le doglie del parto. In epoche più recenti, il lampone fu utilizzato dai farmacisti per rendere più gradevole il sapore delle medicine di per sé amare.

Due frutti rossi attaccati a un ramo circondati da foglie verdi
Foto di István Asztalos da Pixabay

Sú craobh, il frutto del ramo in Irlanda

In Irlanda, il lampone è una specie selvatica autoctona, frequente ad esempio nelle contee di Cork e Kerry, oggi per lo più coltivato. Ha il nome gaelico di Sú craobh, che significa “succo del ramo”. Tale denominazione si contrappone a quella della fragola, Sú talún, che vuol dire invece “succo della terra”. Nell’Isola di Smeraldo, il lampone è considerato il frutto dell’amore per eccellenza, sia per il colore rosso, sia per l’abitudine degli innamorati di coglierne cestini insieme. È anche emblema di fertilità e di gentilezza e, per questo motivo, è preso di mira da una delle creature fatate tipiche del folclore irlandese.

Si tratta del púca (pooka, in inglese), che può assumere l’aspetto di differenti animali e che gentile non lo è affatto. Sgarbato e dispettoso, pare che sputi sui lamponi maturi. In alcune contee, i contadini sostengono che addirittura li innaffi con la sua urina.  Così questi frutti squisiti vengono sempre lavati con grande cura.

su dei rami secchi ci sono diversi frutti rossi
Foto di Szabolcs Molnar da Pixabay

Una descrizione botanica essenziale

Il lampone è un arbusto sublegnoso e cespuglioso dai fusti eretti e spinosi che può raggiungere il metro e mezzo d’altezza. Le radici emettono di frequente polloni, che fruttificheranno l’anno successivo. È specie comune in tutto l’emisfero settentrionale terrestre e, quale habitat, predilige boschi, radure e pendii montani sino a 2000 metri d’altitudine.

Le foglie si presentano verdi sulla pagina superiore e biancastre, tomentose su quella inferiore. Sono imparipennate e suddivise in 3-7 fogliole ovate. I piccoli fiori bianchi, che sbocciano tra maggio e agosto, hanno 5 petali (numero tipico delle Rosacee) e formano una stella con i sottostanti 5 sepali verdi e appuntiti. Sono riuniti in infiorescenza a corto grappolo. I frutti, che maturano tra agosto e settembre, sono un poco pelosi e sono costituiti da drupeole (carpelle polpose) color corallo, saldamente unite tra loro.

Disegno scientifico della pianta con foglie larghe verdi e frutti piccoli rossi
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Il lampone per la nostra salute

Dato che il lampone è una specie sia alimentare sia medicinale, la droga è rappresentata tanto dalle foglie quanto dai frutti. Per quanto riguarda le foglie, in esse sono stati identificati come principi attivi acidi organici, vitamina C e tannini. Hanno nello stesso tempo proprietà astringenti (per via dei tannini) e lassative. Il loro infuso è indicato come diuretico e come emmenagogo, quando le donne soffrono di dismenorrea. Secondo alcuni autori, gioverebbe anche in caso di disturbi alla prostata.

In un articolo del 13 settembre 1941, pubblicato sul prestigioso British Medical Journal, il dottor Whitehouse riportò uno studio clinico interessante. Nella ricerca che aveva condotto, aveva notato che l’infuso di foglie di lampone riduceva la frequenza e la veemenza delle contrazioni uterine. Esso si prepara ponendo due cucchiai rasi di droga in mezzo litro d’acqua fredda. Si porta a bollore e si spegne subito, lasciando riposare sotto coperchio per una decina di minuti. Si filtra e si dolcifica a piacere. Si beve lungo la giornata proprio come se fosse un tè o qualunque altra bevanda alimentare.

delle foglie verdi molto larghe
Foto di Teodor Buhl da Pixabay

Frutti deliziosi, che ci fanno star meglio

I frutti sono ancora più ricchi di principi attivi. Troviamo anche qui gli acidi organici: citrico, malico e salicilico. E poi ci sono molta acqua, fragarina, antociani, zuccheri (levulosio), pectina, vitamina C e tannini. Per il nostro benessere, non occorrono ricette particolari, sebbene con i lamponi si preparino ottimi sciroppi, gelatine e confetture. Basta semplicemente mangiarli freschi per approfittare di tutte le loro virtù. Sono, infatti, tonici, depurativi, digestivi, diuretici, rinfrescanti, blandi lassativi e sudoriferi.

Giovano a chi soffre di stanchezza e stress, cattiva digestione, disturbi gastrointestinali, insufficienza della traspirazione e affezioni febbrili (per l’acido salicilico e la vitamina C). Recano sollievo pure in caso di dermatiti, reumatismi e gotta. Per il contenuto moderato di zuccheri, rappresentati dal levulosio, possono essere gustati anche dai diabetici, naturalmente senza esagerare.

una ciotola rotonda e bianca piena di lamponi rossi e intorno altri lamponi posizionati su dei cucchiaini, delle margherite bianche dei limoni tagliati a metà
Foto di Дарья Яковлева da Pixabay

Foto copertina di pentrenz da Pixabay

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Maura Maffei
Maura Maffei
Maura Maffei è da trent’anni autrice di romanzi storici ambientati in Irlanda, con 17 pubblicazioni all’attivo, in Italia e all’estero: è tra i pochi autori italiani a essere tradotti in gaelico d’Irlanda (“An Fealltóir”, Coisceim, Dublino, 1999). Ha vinto numerosi premi a livello nazionale e internazionale, tra i quali ci tiene a ricordare il primo premio assoluto al 56° Concorso Letterario Internazionale San Domenichino – Città di Massa, con il romanzo “La Sinfonia del Vento” (Parallelo45 Edizioni, Piacenza, 2017) e il primo premio Sezione Romanzo Storico al Rotary Bormio Contea2019, con il romanzo “Quel che abisso tace” (Parallelo45 Edizioni, Piacenza, 2019). È a sua volta attualmente membro della Giuria del Premio Letterario “Lorenzo Alessandri”. Il suo romanzo più recente è “Quel che onda divide” (Parallelo45 Edizioni, Piacenza 2022) che, come il precedente “Quel che abisso tace”, narra ai lettori il dramma degli emigrati italiani nel Regno Unito, dopo la dichiarazione di Mussolini alla Gran Bretagna, e in particolare l’affondamento dell’Arandora Star, avvenuto il 2 luglio 1940, al largo delle coste irlandesi. In questa tragedia morirono da innocenti 446 nostri connazionali internati civili che, purtroppo, a distanza di più di ottant’anni, non sono ancora menzionati sui libri di storia. Ha frequentato il corso di Erboristeria presso la Facoltà di Farmacia di Urbino, conseguendo la massima votazione e la lode. È anche soprano lirico, con un diploma di compimento in Conservatorio. Ama dipingere, ha una vasta collezione di giochi di società e un’altrettanto vasta cineteca. È appassionata di vecchi film di Hollywood, quelli che si giravano tra gli Anni Trenta e gli Anni Sessanta del secolo scorso. Tra i registi di allora, adora Hawks, Leisen e Capra. Mette sempre la famiglia al primo posto, moglie di Paolo dal 1994 e madre di Maria Eloisa.
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