Mistero a Muggia: cucciolo di delfino trovato morto

E’ mistero a Muggia (TS): sabato scorso, tra gli scogli, è stata trovata la carcassa di un giovane tursiope femmina, un cucciolo delfino di appena poche settimane di vita. L’animale, ancora non svezzato e privo di denti, presentava caratteristiche tipiche dei neonati, come una forma della lingua a “U” per facilitare l’allattamento e pieghe fetali sul dorso. Gli esperti dell’Università di Padova stanno ora indagando sulla causa della morte. Questo evento mette in luce diverse problematiche legate alla conservazione dei delfini e dell’ecosistema marino del Mediterraneo.

Il ritrovamento del giovane tursiope è stato possibile grazie alla segnalazione dei cittadini, che hanno avvistato l’animale e allertato le autorità locali. La rapidità con cui è stato recuperato ha permesso ai veterinari del CERT (Cetacean strandings Emergency Response Team) di intervenire tempestivamente per effettuare la necroscopia, un esame fondamentale per determinare le cause di morte. Al momento, non sono evidenti lesioni o altri segni esterni che possano indicare il motivo del decesso, rendendo necessario un approfondito studio post-mortem.

Il post su instagram dell’Area Marina Protetta di Miramare riassume perfettamente la dinamica ma lascia spazio anche a molte riflessioni in merito al mistero di MUggia, se di mistero si può parlare.

Perchè non è un mistero che le attività umane, l’inquinamento e la crisi climatica sono le principali cause di tragedie del genere.

I delfini nel Mediterraneo e in Italia

Il Mar Mediterraneo è una delle aree marine più diverse al mondo e ospita diverse specie di delfini, tra cui il tursiope (Tursiops truncatus). In Italia, queste creature sono avvistate frequentemente lungo le coste, specialmente nel Mar Ligure, nel Tirreno e nell’Adriatico. Il tursiope è noto per la sua capacità di adattarsi a vari ambienti, dalle acque profonde alle zone costiere, dove spesso interagisce con i turisti e i pescatori.

I delfini giocano un ruolo cruciale negli ecosistemi marini, agendo come predatori apicali. Regolano le popolazioni di pesci e altre specie marine, contribuendo a mantenere l’equilibrio ecologico. Inoltre, sono indicatori della salute degli oceani, poiché la loro presenza e il loro comportamento possono riflettere la qualità dell’ambiente marino.

Impatti dei cambiamenti climatici

I cambiamenti climatici stanno alterando profondamente gli habitat naturali dei delfini nel Mediterraneo. L’aumento delle temperature dell’acqua, la modificazione delle correnti e l’acidificazione degli oceani sono fenomeni che influenzano la disponibilità di cibo e la distribuzione delle specie marine. Questi cambiamenti possono causare stress nutrizionale per i delfini, poiché alcune delle loro prede preferite migrano verso acque più fredde o scompaiono completamente.

L’acidificazione degli oceani, causata dall’assorbimento di CO2, influisce sulla capacità degli organismi marini di formare strutture calcaree. Questo ha un impatto a cascata lungo la catena alimentare, colpendo i molluschi e i crostacei, che sono prede essenziali per molte specie di pesci, a loro volta cibo per i delfini. Un cambiamento significativo nella disponibilità di queste risorse alimentari può avere conseguenze devastanti per le popolazioni di delfini.

Minacce derivanti dalla pesca

La pesca intensiva e non regolamentata rappresenta una delle maggiori minacce per i delfini nel Mediterraneo. La cattura accidentale, o bycatch, è un problema particolarmente grave. I delfini possono rimanere intrappolati in reti da pesca o morire a causa di ferite causate da attrezzature da pesca. Questo fenomeno riduce le popolazioni di delfini e può anche avere un impatto sulle dinamiche sociali dei gruppi.

Per mitigare l’impatto della pesca sui delfini, è fondamentale implementare pratiche di pesca sostenibile. Ciò include l’uso di reti a maglia larga, l’installazione di dispositivi di esclusione dei cetacei e il monitoraggio delle attività di pesca. In Italia, sono stati fatti progressi significativi in questo senso, ma è necessaria una vigilanza costante per garantire l’efficacia di queste misure.

Inquinamento marino e salute dei delfini

L’inquinamento marino è un altro fattore critico che influisce sulla salute dei delfini. Sostanze tossiche come i PCB e i metalli pesanti possono accumularsi nei tessuti dei delfini attraverso la catena alimentare, causando gravi problemi di salute. I delfini sono particolarmente vulnerabili a questi contaminanti a causa della loro posizione nella catena alimentare e della loro lunga aspettativa di vita.

La plastica, in particolare le microplastiche, è una minaccia crescente per i delfini. Questi materiali possono essere ingeriti accidentalmente, causando ostruzioni gastrointestinali o avvelenamento chimico. Le microplastiche possono anche fungere da vettori per sostanze chimiche tossiche, aumentando il rischio di contaminazione. La riduzione dell’inquinamento da plastica è quindi cruciale per proteggere la salute dei delfini e di altre specie marine.

Sforzi di conservazione e ricerca

La protezione dei delfini richiede un approccio integrato che combini la ricerca scientifica, la legislazione e la sensibilizzazione del pubblico. Iniziative come la creazione di aree marine protette e i progetti di ricerca sul campo sono fondamentali per monitorare le popolazioni di delfini e sviluppare strategie di conservazione efficaci. Il lavoro del CERT e di altre organizzazioni simili è essenziale per migliorare la nostra comprensione dei delfini e delle minacce che affrontano.

L’educazione pubblica è un elemento chiave per la conservazione dei delfini. Attraverso campagne informative e programmi educativi, è possibile aumentare la consapevolezza sulle sfide che questi animali affrontano. Inoltre, attività come i tour di osservazione dei delfini, se condotte in modo etico e responsabile, possono promuovere un maggiore rispetto per l’ambiente marino e incoraggiare comportamenti sostenibili.

Il ritrovamento del giovane tursiope a Muggia è un triste promemoria delle molteplici minacce che i delfini affrontano nel Mediterraneo. Dalla pesca alla contaminazione, dai cambiamenti climatici all’inquinamento da plastica, questi fattori stanno mettendo a rischio la sopravvivenza di queste affascinanti creature. È essenziale che le autorità, le organizzazioni non governative e il pubblico collaborino per proteggere i delfini e garantire la sostenibilità del nostro ambiente marino. Iniziative di conservazione, regolamenti più severi sulla pesca e una maggiore consapevolezza pubblica sono passi cruciali verso la protezione di questi preziosi abitanti del mare.

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Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”