Avvistamento di cetacei, tartarughe e delfini alle isole Pontine

Avvistamento di cetacei alle isole Pontine: Greenpeace e Oceanomare Delphis documentano la ricca biodiversità dell’arcipelago, tappa della spedizione “C’è di mezzo il mare”.

Un gruppo di oltre venti stenelle striate, cinque esemplari adulti di tartarughe marine Caretta caretta, un tursiope, un delfino costiero tipico del Mediterraneo e una balenottera comune. È questo il bilancio degli avvistamenti effettuati da Greenpeace Italia e Oceanomare Delphis alle isole pontine dal 24 al 30 giugno nell’ambito della spedizione di Greenpeace “C’è di mezzo il mare”.

«I nostri mari sono popolati da creature magnifiche e straordinarie, devono essere tutelati con una rete efficace di aree marine protette», dichiara Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace Italia. «Chiediamo pertanto al governo Meloni di ratificare al più presto il Trattato globale per proteggere gli oceani adottato nei giorni scorsi dall’ONU, un passo necessario per garantire una tutela del 30% dei mari entro il 2030 attraverso il cosiddetto “obiettivo 30×30”».

Cos’è il Trattato globale degli Oceani

Il Trattato è un potente strumento giuridico che potrà essere utilizzato per raggiungere l’ambizioso obiettivo del 30×30, concordato dai governi nell’ambito della Convenzione sulla Biodiversità alla fine del 2022. Una volta ratificato, il Trattato permetterà infatti la creazione, anche in acque internazionali, di una rete di santuari marini, liberi da attività umane distruttive. Affinché il Trattato diventi operativo, deve prima essere ratificato da almeno 60 nazioni: solo così potrà entrare in vigore e diventare uno strumento giuridicamente vincolante.

«Questo trattato è una vittoria per la vita degli oceani. Ora tutti i Paesi firmatari, Italia inclusa, devono procedere con urgenza alla ratifica e iniziare a creare una rete efficace di santuari marini anche nelle loro acque territoriali e Zone Economiche Esclusive. La scienza è chiara: solo proteggendo almeno il 30% degli oceani entro il 2030 daremo ai mari del pianeta la possibilità di riprendersi e prosperare», dichiara Giuseppe Ungherese, responsabile campagna Inquinamento di Greenpeace Italia. «Continueremo a impegnarci per garantire una rapida ratifica del Trattato e fare in modo che una rete efficace di aree marine protette diventi presto realtà anche nel Mediterraneo».

Cosa c’è sotto il nostro mare

Le acque degli arcipelaghi Pontino e Campano sono da tempo riconosciute come “Important Marine Mammal Area” dall’IUCN (International Union for Conservation of Nature). Questa zona, in particolare, supporta una rilevante diversità di specie di cetacei, ospita habitat cruciali per la sopravvivenza e il recupero di specie minacciate e presenta caratteristiche geomorfologiche (come canyon e montagne sottomarine) che forniscono cibo e condizioni per l’accoppiamento dei mammiferi, il parto e la cura dei piccoli.

La spedizione di Greenpeace ha consentito di monitorare la presenza di diverse specie che popolano queste aree, in collaborazione con le ricercatrici e i ricercatori di Oceanomare Delphis che hanno adottato la metodologia e la strumentazione visiva (macchine fotografiche e droni) e acustica (idrofoni) impiegata abitualmente in questo tipo di monitoraggi.

Perchè è frequente trovare tartarughe in difficoltà?

Tra le principali cause che portano al ricovero degli animali, abbiamo le interferenze con le attività di pesca, principalmente dovute ai palamiti. E’ frequente trovare la presenza di ami nella cavità boccale o nel tratto digerente, spesso evidenziato dal filo di nylon che fuoriesce ai margini della bocca. Anche le reti possono causare ferite, mutilazioni e, nel peggiore dei casi, il soffocamento degli animali.

Molto spesso, nel Mediterraneo, si recuperano tartarughe agonizzanti, che galleggiano sul pelo dell’acqua, con lo stomaco pieno di gas per aver ingerito sacchetti di plastica, scambiate per meduse che fanno parte della dieta naturale di questi rettili. Il loro viaggio verso la spiaggia di nascita finisce lì, tra la Sardegna e la Grecia.

A volte, invece, è l’impatto con imbarcazioni a motore, che arrecano traumi e ferite sul carapace o sul capo, che, a volte, possono essere letali. E, infine, gli sversamenti o la presenza di petrolio causa patologie debilitanti che provocano lo spiaggiamento dell’animale.

C’è di mezzo il mare

In queste settimane Greenpeace Italia è impegnata nella spedizione “C’è di mezzo il mare”, che fino al prossimo 8 luglio si propone di monitorare e documentare la biodiversità e la fragilità dei nostri mari, minacciati dai crescenti impatti della crisi climatica, dell’inquinamento da plastica, della pesca intensiva. L’iniziativa ha incontrato il supporto e il sostegno di diverse attrici e attori di Mare Fuori, la famosa serie tv, hanno voluto sostenere la spedizione di Greenpeace, unendosi all’appello per proteggere il Mediterraneo.

La spedizione “C’è di mezzo il mare” prevede oltre un mese di attività, iniziate alla fine di 30 maggio e che si concluderanno l’8 luglio, in quattro regioni italiane (Toscana, Campania, Lazio, Sicilia) e in Corsica con due imbarcazioni. Per questo progetto, sono stati realizzati quattro Greenpeace Village in diversi week-end, con momenti informativi e altre iniziative rivolte alla cittadinanza.

Tra le tante iniziative in programma in mare e a terra, le attività hanno interessato anche la pulizia di spiagge e la rimozione di reti da pesca dai fondali a San Felice Circeo (LT). Non meno importante, il monitoraggio di canyon sottomarini alle isole pontine e della presenza di rifiuti sui fondali a Ischia. Ancora, una conferenza sui rischi del deep sea mining a Marina di Pisa e l’installazione di termometri sottomarini a Milazzo (ME) nell’ambito del progetto  “Mare Caldo”. 

 un telone con la scritta "C'è di mezzo il mare" in un porto con delle barche
Avvistamento di cetacei, tartarughe e delfini alle isole Pontine

Firma anche tu!

Proprio per difendere i nostri mari, Greenpeace Italia ha lanciato una nuova petizione: un appello ai ministri dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e per la Protezione Civile e le Politiche del mare per chiedere un processo rapido di ratifica del Trattato globale sugli oceani. Anche diverse attrici e attori della celebre serie televisiva “Mare Fuori” hanno voluto sostenere con un video l’organizzazione ambientalista, unendosi all’appello per proteggere il Mediterraneo.

Clicca sulla foto per aderire alla petizione

trattato globale sugli oceani greenpeace per il mediterraneo - un delfino che nuota sul pelo del fondale del mare e affianco il format per la petizione
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Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”