Moncalieri e Nichelino: così vicine, così lontane

Comincia oggi, una serie di articoli sulle “rivalità” campanilistiche, tra comuni limitrofi, in giro per l’Italia. Cominciamo dal Piemonte, con due comuni in provincia di Torino.

Moncalieri e Nichelino: in rigoroso ordine alfabetico (per carità!)

Moncalieri (Moncalè in piemontese, Mons Calerius in latino); Nichelino (el Niclin in piemontese, Nihil Locus in latino).

Forse non sono la persona più adatta a scrivere questo articolo: nonno materno moncalierese puro e nonna materna nichelinese doc, o forse lo sono, proprio per una sorta di “par condicio”, e poi abito nel Capoluogo…

Così vicine e così lontane, si diceva.

Etimologia

Ebbene, già dall’etimologia latina del nome delle due città, salta all’occhio una diversità enorme.

“Mons calerius” in latino può significare “colle delle quaglie”, volatili molto presenti, a quanto pare, sulle colline del Po torinese; mentre “Nihil locus” può significare “terra del nulla” o “luogo del nulla”, il termine potrebbe essere legato al fatto che si trattava di terreni paludosi alla confluenza tra i fiumi Po e Sangone.

Quindi da un lato, cacciagione e cibo facile, dall’altro paludi e fango.

Ma non è l’unica differenza.

I monumenti

Storicamente Moncalieri è stata legata indissolubilmente ai destini di Casa Savoia, niente di meno, mentre Nichelino ha condiviso buona parte della sua storia con la Famiglia degli Ussel (Occelli), casato decisamente meno importante.

Parlando di monumenti, Moncalieri è famosa per il Castello, dove sono state scritte pagine importanti del Risorgimento Italiano e per il Real Collegio Carlo Alberto, dove studiavano i rampolli di Casa Savoia, costruzione che ospita il primo osservatorio meteorologico italiano, costruito da Padre Francesco Denza nel 1859; Nichelino può vantare giusto la vicinanza con la Palazzina di Caccia di Stupinigi, costruita da Filippo Juvarra per conto dei Savoia e dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.

La collina di Moncalieri ospita ville e villoni abitate da imprenditori, politici e calciatori, soprattutto della Juventus; mentre Nichelino, capitale dell’immigrazione, vanta il curioso primato di avere residenti nati in tutte le province italiane.

Se consideriamo poi le gestioni comunali, entrambe le Giunte sono guidate dal Centro Sinistra, o quel che ne rimane, e qui saremmo in pareggio…ma non parliamo di politica, per carità, e proviamo a spostare la competizione sullo sport.

Lo sport

Calcisticamente parlando, il Moncalieri Calcio ha partecipato qualche anno fa al Campionato di calcio dell’allora Serie C2, sotto la presidenza di Beppe Aghemo (per un breve periodo anche Presidente del Torino Calcio), salvo poi fallire, ma questo è un altro discorso mentre il Nichelino non ha mai superato le soglie dei campionati dilettanti ed ultimamente ha fatto perdere le proprie tracce.

Nel basket poi non c’è proprio storia: il P.M.S. è una potenza a livello nazionale mentre Nichelino conta due squadre di piccolo cabotaggio che si arrabattano tra mille difficoltà.

Fior fiore di personalità del mondo politico, dello sport e dello spettacolo sono moncalieresi, mentre Nichelino può giusto contare su un ex arbitro internazionale, di vera professione veterinario, che è tristemente famoso per il suo coinvolgimento nello scandalo di Calciopoli.

Moncalieri per tanto tempo, a cavallo fra gli anni 60 e 70 vantava l’unico cinema, il mitico Cinema Italia, nei pressi della Stazione, unica sala di tutta la cintura sud di Torino, se si esclude l’altrettanto celeberrimo cinema Cabiria, di Borgo San Pietro che comunque fa sempre parte del Comune di Moncalieri.

Moncalieri quindi “uno fisso” in schedina e partita vinta su tutti i fronti, e senza scomodare trattati di sociologia o di psicologia.

E in teoria non ci “sarebbe partita” e non solo per le note storiche (e non) che ho appena citato.

Il divertimento

Ma c’è un punto, anzi, una “tripla” parlando in gergo cestisco, che Nichelino mette a segno e porta a casa da tanti, tanti anni e che Moncalieri non è mai riuscita ad offrire ai suoi cittadini: le giostre della famosa Piazza Rossa.

E’ l’evento annuale che i giovani delle due cittadine attendevano, da generazioni e generazioni, e ricordo bene che c’è stato un periodo che va, anche in questo caso,  dagli anni 60 fino alla fine degli anni 80, dove le giostre erano motivo di appuntamento per le bande e le compagnie delle due città, e non solo; arrivavano giovani anche da Vinovo, La Loggia, dalle più vicine borgate, come Tetti Piatti e Tagliaferro, e dalla periferia sud di Torino, per confrontarsi allegramente e stabilire una sorta di prevalenza che poi durava tutto l’anno.

Le sfide erano le più disparate: dalle vittorie al pungingball fra i bulletti dei vari gruppi, alle corse sugli autoscontri, passando per il numero di codini strappati sui “calci in culo”, ovvero la mitica “giostra dei seggiolini”.

Rivalità quasi sempre vinta dai “fiulin ‘dl Niclin”.

Mentre per le donnine era l’occasione per far prevalere la moda del momento, e qui, bisogna ammetterlo, rimaneva sempre comunque imbattuto lo stile delle “fi’tte muncajereise”.

Tornando per un attimo ad un linguaggio cestistico o sportivo in genere, si potrebbe quindi dire che lo score è in parità.

Sempre che si tratti effettivamente di rivalità fra i due Comuni.

Così diverse così uguali

Personalmente ho vissuto in entrambe le città ed in entrambe le città mi sono trovato a casa, in tutti i sensi.

Di Moncalieri ho amato ed amo tutt’ora la salita di Via San Martino lastricata con porfido dell’800, la Piazza del Municipio con la bellissima chiesa di S. Francesco e soprattutto Via Real Collegio, buia, tranquilla e con un nonsochè di parigino; di Nichelino ho amato ed amo tutt’ora la maestosa Via Torino, la zona verde e panoramica adiacente al Sangone e la Piazza del Municipio con la antica Chiesa della Santissima Trinità.

Ho amici sia moncalieresi che nichelinesi, sempre in rigoroso ordine alfabetico, e sinceramente non trovo differenze tra gli uni e gli altri, persone con le quali mi trovo bene, a prescindere.

Credo fermamente che ogni Città, piccola o grande che sia, abbia dentro e fuori di se pregi e difetti, quartieri eleganti e periferie squallide, traffico caotico e zone pedonali; ma a fare la città e quindi la vita della città stessa, nel bene e nel male, sono i cittadini, sono io e siete voi che leggete queste righe.

E in questo, tra moncalieresi e nichelinesi, sempre in rigoroso ordine alfabetico, non ci sono differenze.

Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.