Mostre d’autunno: Niki de Saint Phalle, Dubuffet e l’Art Brut al MUDEC di Milano

Per le mostre d’autunno 2024 si apre, al MUDEC (Museo delle Culture) di Milano, una stagione di ricerca. Il Mudec dedicherà infatti il suo programma autunnale alla riflessione che l’arte può essere una potentissima terapia alla vita. Una ricerca sul “potere dell’arte” che si concretizza attraverso due grandi progetti espositivi. Niki de Saint Phalle, dal 5 ottobre 2024 al 16 febbraio 2025 e Dubuffet e l’Art Brut. L’arte degli outsider,  dal 12 ottobre 2024 al 16 febbraio 2025.

MUDEC ingresso alla collezione permanente – foto licenza CC

Mostre d’autunno da un’ icona di battaglie civili alla scardinante concezione dell’Art Brut

Due mostre, dunque, la prima su un’artista ancora poco conosciuta in Italia al grande pubblico. Niki de Saint Phalle, pittrice, scultrice, autrice di film sperimentali, performer. Una donna e un’ artista che sfugge a una definizione univoca. Un’icona di tutte le battaglie civili del nostro tempo.

La seconda su filone artistico anch’esso poco noto ma fondamentale per far luce sul concetto assolutamente poliedrico di Arte. Un’arte ‘grezza’, ‘pura’, ‘non filtrata’, letteralmente, ma non certo nel significato profondo attraverso cui la identificava il suo inventore, l’artista e teorico francese Jean Dubuffet.

Niki de Saint Phalle

Dal movimento femminista degli anni ’60 e ’70 al Nouveau Réalisme. Niki de Saint Phalle (1930 – 2002) vive in un’epoca di grandi cambiamenti sociali e artistici. Una fra le artiste che maggiormente ha sfidato gli stereotipi di genere attraverso l’arte, esprimendo la propria identità attraverso la femminilità, la sensualità e l’amore per la vita come creazione.

Niki de Saint Phalle à Soisy-sur-École, avril 1983. ©️ Photo Leonardo Bezzola
Mostre d’autunno Niki de Saint Phalle à Soisy-sur-École, avril 1983. ©️ Photo Leonardo Bezzola

La mostra conta 110 opere, di cui una decina di grandi dimensioni, una scultura allestita nel cortile esterno del Museo, oltre a una selezione di opere su carta, video. Interessante anche la sezione dedicata ai vestiti della Maison Dior che ricordano il suo passato di modella. Bellissimi scatti fotografici che raccontano al pubblico una visione personale molto “pop” dell’arte. Un percorso verso  la trasformazione e l’affermazione del bello e del femminile.

Otto sezioni in una retrospettiva antologica colorata e provocatoria

A cura della critica d’arte Lucia Pesapane, la mostra racconta in otto sezioni la vita artistica di Niki, dagli esordi fino agli ultimi lavori. Dal mondo colorato, polimorfo, tondeggiante e materno delle sue Nanas a una vita personale molto meno colorata e materna. Un ‘esistenza in cui l’artista ha dovuto spesso distruggere per elaborare il dolore. Ricostruirsi attraverso le sue opere d’arte, rompendo gli schemi e mandando messaggi di intense provocazioni.

Niki de Saint Phalle 
Le trois Graces (Le tre Grazie), 1995-2002 
© 2024 NIKI CHARITABLE ART FOUNDATION 
All rights reserved. Photo: Katrin Baumann
Mostre d’autunno Niki de Saint Phalle  Le trois Graces (Le tre Grazie), 1995-2002  © 2024 NIKI CHARITABLE ART FOUNDATION 
All rights reserved. Photo: Katrin Baumann

la mostra è prodotta da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, promossa dal Comune di Milano-Cultura. Vede come Institutional Partner Fondazione Deloitte, è resa possibile grazie alla collaborazione con la Niki Charitable Art Fondation.

Dubuffet e l’Art Brut. L’arte degli outsider

Nel cuore di una Parigi postbellica, lontano dalle sale dei musei d’arte e dai salotti raffinati, emerge una nuova, inaspettata quanto scardinante concezione dell’arte: l’Art Brut. Dubuffet inizia a collezionare opere di artisti non professionisti ed autodidatti e di persone spesso in condizioni di sofferenza sociale. Persone che riescono, senza filtri culturali e preconcetti artistici accademici, ad andare oltre le convenzioni raccontando sé stessi e il mondo con libera espressività.

Il tutto attraverso l’illustrazione di stati mentali estremi, idee non convenzionali, mondi di fantasia elaborati. Artisti che creano solo per sé stessi, alla ricerca di una libera espressione e libera tecnica, attraverso mezzi artistici nuovi, non tradizionali e non codificati, fuori dagli schemi. Una presa di posizione radicale contro il sistema dell’arte, lontano e al margine sia dai centri dell’arte tradizionale sia dai centri delle avanguardie.

jiean dubuffet in una foto bianco nero anni sessanta di Paolo Monti
mostre d’autunno jiean dubuffet in una foto bianco nero anni sessanta di Paolo Monti

L’art Brut continua a rimanere al margine

Sebbene sia riconosciuto dall’ambiente artistico e dal suo mercato, in Italia oggi il concetto di “Art Brut” rimane relativamente estraneo al grande pubblico. Nonostante tale lavoro e il fatto che in questo ambito gli autori di origine italiana siano molti, non ci sono in Italia ad oggi istituzioni pubbliche dedicate all’Art Brut.

Jean Dubuffet, Élément d’architecture contorsionniste V, 1969 1970 Jardin de sculptures de la Fondation Pierre Gianadda, Martigny, Suisse immagine licenza CC

Il prestito di Losanna da la Collection de l’art Brut di Dubuffet

 La mostra, è resa possibile grazie alla collaborazione con la Collection de l’Art Brut di Losanna, che possiede una straordinaria raccolta di oltre 70.000 opere nata dal nucleo dell’eccezionale donazione fatta da Dubuffet alla Città di Losanna nel 1971. Disegni, dipinti, sculture e opere tessili, che crescono ancora oggi grazie ad acquisti e donazioni di nuove autrici e nuovi autori.

Dal museo svizzero provengono più di 70 opere esposte, tra cui alcune opere “storiche” del museo di Losanna come le magnifiche composizioni di figure maggiori dell’Art Brut. Aloïse Corbaz e Adolf Wölfli, insieme, in particolare, a sculture di Émile Ratier e a dipinti di Carlo Zinelli (l’autore italiano d’Art Brut più celebre).

Batiment de collection de l’Art Brut ingresso fondazione a Losanna licenza imamgine CC

Il percorso di mostra

Un percorso che presenta in un primo spazio un corpus di opere e di documenti come prospettiva storica di ’invenzione del concetto di Art Brut, relativamente al lavoro di Jean Dubuffet con a seguire una selezione di opere provenienti dalle sue esplorazioni.Un terzo insieme di opere provenienti dai cinque continenti è legato alle tematiche del corpo e delle credenze, entrambe ricorrenti nell’Art Brut.

Prodotta da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, promossa dal Comune di Milano-Cultura con il patrocinio del Consolato Generale di Svizzera a Milano e che vede come Institutional Partner Fondazione Deloitte, la mostra è resa possibile grazie alla collaborazione con la Collection de l’Art Brut di Losanna

Batiment de collection de l'Art Brut mostre d'autunno
interno della collection de l’art brut a Losanna – licenza immagine CC

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Monica Col
Monica Col
Un lungo passato come cronista de “Il Corriere Rivoli15" e “Luna Nuova”. Ha collaborato alla realizzazione del “Giornale indipendente di Pianezza", e di vari altri giornali comunali. Premiata in vari concorsi letterari come Piazza Alfieri ( 2018) e Historica ( salone del libro 2019). Cura l’ufficio stampa di Parco Commerciale Dora per la rassegna estiva. Direttrice dal 2024 di Open Libri, cura d al 2021 la promozione della Fondazione Carlo Bossone. .Ha curato per quattro anni l'ufficio stampa del progetto contro la violenza di genere promosso da "Rossoindelebile", e della galleria d’arte “Ambulatorio dell’Arte “ del dottor Ravazzani. Ha curato l'ufficio stampa e comunicazione del Movimento artistico spontaneo GoArtFactory per tre anni. Ha collaborato come ufficio stampa in determinati eventi del Rotary distretto 2031. Ė Presidente dell 'Associazione di promozione sociale e culturale "Le tre Dimensioni ", che promuove l' arte , la cultura e l'informazione e formazione artistica in collaborazione con le associazioni e istituzioni del territorio. Ha curato per il Comune di Collegno 2 mostre d'arte di respiro nazionale nel 2021 e nel 2022 con circa 90.000 visitatori. Segue la comunicazione per varie aziende Piemontesi. Dice di sé: “L’arte dello scrivere consiste nel far dimenticare al lettore che ci stiamo servendo di parole. È questo secondo me il significato vero della scrittura. Non parole, ma emozioni. Quando riesci ad arrivare al cuore dei lettori, quando scrivi degli altri ma racconti te stesso, quando racconti il mondo, quando racconti l’uomo. Quando la scrittura non è infilare una parola dietro l’altra in modo armonico, ma creare un’armonia di voci, di sensazioni, di corse attraverso i sentimenti più intensi, attraverso anche la realtà più cruda. Questo per me è il vero significato dello scrivere".
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