Ascoltare “La chiamano strega” (Azzzurra Music), il primo singolo estratto dall’album “Pura come una bestemmia”, di Rossella Seno, può essere una stilettata dritta al cuore, per chi, come me, ha vissuto sulle barricate il ’77.
Un ritorno ad atmosfere, a situazioni live tipo palco, pintone di vino, chitarra acustica e microfono: si, proprio lui, Francesco Guccini, l’amato e odiato menestrello bolognese, che per tanti della mia generazione è stata la musa ispiratrice, il cantastorie di vita per eccellenza.
Pura come una bestemmia
Tutto il disco, in questo caso vale la pena rispolverare il vecchio trade-mark “long playing”, ha un neanche troppo nascosto gusto retrò, o per meglio dire cantautorale.
Canzoni d’autore, preferibilmente acustiche, atmosfere deja-vù, sicuramente accattivanti, che faranno la felicità di chi è cresciuto con Claudio Lolli, il già citato Francesco Guccini, Fabrizio De Andrè, il primo Antonello Venditti, come colonna sonora.
Un disco che vuole cercare di scuotere anime e coscienze, fin dal primo brano “Mare Nostro-Ascoltami o Signore”, raccontando d’immigrazione, di violenza sui più fragili, del poco rispetto per l’ambiente e la Terra che abitiamo, della disuguaglianza in ogni sua forma, dell’indifferenza sviluppata nel corso degli anni verso il prossimo o, peggio, la non accettazione del “diverso”.
I brani sono firmati da importanti nomi: Massimo Germini, Pino Pavone, Piero Pintucci e Michele Caccamo, tra gli altri.
La chiamano strega
«Dopo aver letto la storia di Simona Kossak, ne parlai con Michele Caccamo e così nacque il testo di “La chiamano strega” – racconta Rossella Seno – Una biologa che decise di abitare per più di trent’anni nella foresta di Bialowieza, adeguandosi a uno stile di vita antico, vivendo in una capanna senza elettricità, acqua corrente, lontano da ogni comodità. Etichettata come strega, nome che davano in quell’epoca alle donne in grado di comunicare con gli animali e la natura stessa».


La copertina e il video
A proposito della copertina del disco, Rossella Seno aggiunge: «La donna in croce è un simbolo. Non rappresenta solo la donna, così maltrattata, ma l’essere umano e la Natura stessa, ecco perché la croce piantata in un mare di rifiuti, sacrificati nel nome del dio denaro, del potere».
Il singolo “La chiamano strega” è in rotazione radiofonica sa martedì 31 marzo, l’album “Pura come una bestemmia” è disponibile nei negozi e sulle piattaforme e store da venerdì 3 aprile.