Gianni Rodari, cento anni di fantasia e non sentirli.

Gianni Rodari, cento anni di fantasia, di libri e di personaggi, cento anni per l’autore più amato dai bambini, nato nel 1920 sul lago d’Orta. Un centenario sì, ma più attuale che mai. Un omaggio al grande scrittore fatto dalla penna del giornalista torinese , appasionato di libri, Roberto Tartara.

L’analisi di Roberto Tartara

“Quando mi capita di tornare sul lago d’Orta e mi imbatto nelle quattro sculture posizionate sulla rotonda all’ingresso di Omegna dedicate a Gianni Rodari che danno il benvenuto ai turisti e ai visitatori, oltre a ricordare l’amico Bruno, mi torna in mente il finale del ‘Barone Lamberto’, ultimo lavoro del grande scrittore.

Il lago d’Orta da “C’era due volte il Barone Lamberto”

“Il lago d’Orta, nel quale sorge l’isola di San Giulio e del barone Lamberto, è diverso dagli altri laghi piemontesi e lombardi. È UN LAGO CHE FA DI TESTA SUA. Un originale che, invece di mandare le sue acque a sud, come fanno disciplinatamente il Lago Maggiore, il lago di Como, il lago di Garda, le manda a nord, come se le volesse regalare al Monte Rosa, anziché al mare Adriatico.

Se vi mettete a Omegna, in piazza del Municipio, vedrete uscire dal Cusio un fiume che punta diritto verso le Alpi. Non è un gran fiume, ma nemmeno un ruscelletto. Si chiama Nigoglia e vuole l’articolo al femminile: la Nigoglia.
Gli abitanti di Omegna sono molto orgogliosi di questo fiume ribelle e vi hanno pescato un motto che dice:
La Nigoglia va all’insù
e la legge la facciamo noi

Gianni Rodari, cento anni di fantasia, di libri e di personaggi, cento anni per l'autore più amato dai bambini, nato nel 1920 sul lago d'Orta.

Mi sembra detto molto bene. Sempre pensare con la propria testa. Si capisce che poi, alla fine dei conti, il mare riceve le sue spettanze: difatti le acque della Nigoglia, dopo una breve corsa a nord, si gettano nello Strona, lo Strona lo porta al Toce che le versa nel Lago Maggiore e di qui, via Ticino e Po, esse finiscono nell’Adriatico. L’ordine è ristabilito. ma il lago d’Orta è contento lo stesso di quello che ha fatto. È sufficiente come spiegazione di una favola che obbedisce solo a se stessa? Speriamo di sì.” ( Gianni Rodari – C’era due volte il barone Lamberto)

Sempre pensare con la propria testa

Quanto è importante per un bambino (e forse non solo per un piccolo) incamerarne la lezione esplicita: “sempre pensare con la propria testa”. Lo leggi quasi senza badarci e intanto un tarlo si insinua nella massa cerebrale, attraversa le sinapsi, si fa strada irrorando la materia grigia, e forse alla fine della sua gita raggiunge anche la corteccia cerebrale (sede del pensiero e della coscienza). Quei tarli sono indispensabili, lo sa bene chi ha letto molto. Come ha scritto Gianluca Biscalchin sull’ultimo numero della rivista del Touring quel “pensiero poetico, sempre controcorrente, è essenziale per comprendere il mondo e avere idee proprie. Essere liberi, almeno nella testa.”


Rodari ha influenzato l’immaginario di alcune generazioni di bambini italiani. “Le sue filastrocche, i suoi giochi di parole, il suo continuo spostamento di senso producono sempre pensiero: “Una volta un accento per distrazione cascò sulla città di Como mutandola in Comò”. Una spinta profonda, sotterranea, di quella quieta e rivoluzionaria attitudine al pensiero divergente.”

Gianni Rodari, cento anni di fantasia e non sentirli sul lago d'Orta il centenario dell. Autore. Una filastrocca delle più famose e l'autore in bianco e nero

Mai lasciarsi spaventare dalla parola FINE


Se non conoscete questo giocoliere dell’arte di inventare storie (quanta diffidenza per Rodari, bollato come uno scrittore per bambini!) io partirei dal Barone Lamberto per tanti motivi. Cito sempre Biscalchin: “è una guida turistica dei luoghi attorno al lago d’Orta; c’è l’isola di San Giulio, proprio in mezzo al lago, dove si trova il palazzo del barone. Io credo che il pensiero della morte imminente aveva già fatto sentire la sua presenza nella sensibilità dello scrittore. Per questo forse ha pensato di non concludere davvero il romanzo. Con la sua discrezione ci ha regalato un finale aperto. Aveva già dato un titolo al libro ‘aperto’ (“C’era due volte…”), ha voluto ribadire il concetto con le parole conclusive: “mai lasciarsi spaventare dalla parola FINE.”.

Roberto Tartara

Plaid da viaggio

Roberto Tartara è anche ideatore e curatore della bella pagina letteraria Plaid da viaggio. Cliccate qui se volete immergervi in altre recensioni e viaggi letterari.