Puntata speciale della rubrica “Side A – Storie a 45 giri” dedicata a “Somebody to love” dei Queen, e al film capolavoro di Paolo Genovese “FolleMente“, in programmazione sul grande schermo. Cosa lega la canzone alla pellicola? Scopriamolo!
“Somebody to Love” non è solo uno dei brani più iconici dei Queen, ma anche un manifesto senza tempo della solitudine e della ricerca d’amore. Pubblicata nel 1976 all’interno dell’album “A Day at the Races”, questa canzone attraversa generazioni e, ancora oggi, trova nuovi significati, come dimostra il suo legame con il recente film “FolleMente” di Paolo Genovese.
A Day at the Races
Nel 1976, i Queen pubblicano “A Day at the Races”, album gemello del precedente “A Night at the Opera” e manifesto di un rock elegante, teatrale e intriso di emozioni contrastanti. La band, ormai libera da ogni vincolo discografico, sperimenta senza paura, alternando cavalcate elettriche a ballate intrise di soul e gospel.
È proprio in questa cornice che nasce “Somebody to Love”, il singolo di punta del disco, in cui Freddie Mercury si fa profeta di una disperata ricerca d’amore, sostenuto da un coro maestoso che richiama le armonie di un gospel trascinante. La sua voce, fragile e possente al tempo stesso, trasforma il brano in un inno universale alla solitudine.
Eppure, questa canzone non è solo colonna sonora del presente. Già nell’estate del ‘77 risuonava nei luoghi di ritrovo dei ragazzi di allora, portando con sé la stessa energia e malinconia. E io c’ero…
Estate 1977
È l’estate del 1977 e, al mare a Noli (SV), senza telefonini, senza internet e senza social (il sedicenne di allora manco immaginava cosa lo aspettasse da adulto, nel nuovo millennio), il punto di ritrovo è la rotonda sul mare dei bagni Vittoria. C’è il juke-box, c’è musica, si può ballare, e il bar non serve assolutamente alcolici agli juniores: il posto perfetto per baccagliare le pivelle in vacanza. Il suddetto juke-box spara a raffica più o meno sempre le stesse canzoni.
Tra le italiane imperversano “Ti amo”” di Umberto Tozzi (quando parte, scordati il baccagliamento, se la ragazzina che hai puntato comincia a piangere, pensando al probabile moroso rimasto in città). Poi ci sono “Solo tu” dei Matia Bazar, che ancora si chiedono “Ma perché” a Sanremo di quell’anno abbiano fatto flop, e “Miele” del Giardino dei Semplici, a dimostrazione di come spesso chi si classifica in basso al Festival poi venda più dischi di chi ha vinto. Insomma, per i fortunati, il lento da ballare e da pomiciare è garantito.
Tra gli stranieri, vanno forte Amanda Lear con “Tomorrow” (i lettori più giovani vadano a documentarsi), i Kraftwerk con “Trans Europe Express” (la new wave nasce quell’estate, e viene battezzata nell’autunno con “Heroes” di David Bowie, anche se noi ancora non lo sapevamo) e “Don’t Let Me Be Misunderstood” dei Santa Esmeralda, per dare un tocco latineggiante alla serata. Reggaeton, chi???
Poi c’è il rocchettaro che ama distinguersi dalla massa, e invariabilmente sceglie “Somebody to Love” dei Queen. Stupore generale.
Somebody to Love
Mi ero chiesto perché il cast del film “FolleMente“, al gran completo, avesse cantato, malamente, questa canzone durante una delle serate dell’ultimo Festival di Sanremo. E perché Claudio Santamaria, uno dei protagonisti, l’avesse proposta durante un’ospitata a The Voice Senior. Adesso, avendo visto il film, ho la risposta.
La canzone arriva come una bomba al culmine della scena madre del film: al termine di una corsa sulla cyclette e di una passeggiata in bilico sulla trave da ginnastica artistica femminile. Una scena destinata a diventare un cult, una pietra miliare del cinema italiano di tutti i tempi. Nessuno aveva mai osato tanto (evidentemente, tra gli sceneggiatori gira roba davvero buona).
Un modo diverso dal solito per raccontare… No, non ve lo dico. Vi lascio con questo dubbio.
Dubbio da sciogliere solo guardando “Follemente”, perché è un film da vedere assolutamente (perdonate la rima). Se però volete una piccola “infarinatura” sulla trama e sugli attori, potete leggere questo articolo (senza spoiler): “FolleMente”: la commedia italiana sbanca al box office.
E sono certo che Freddie, da lassù, e John, Roger e Brian quaggiù, siano “Follemente” felici di questa nuova vita della loro musica.
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