The Young Pope consiglia Jerry Thomas secret bar

Jerry Thomas speakeasy secret Bar, un bar segreto con ingresso a password, è il locale preferito di Jude Law, il protagonista di The Young Pope. Perchè?

“The Young Pope”: una grande opera nata dall’incommensurabile genio di Paolo Sorrentino.

Nel formato “serie TV”, il regista napoletano, riesce a dar sfogo a tutta la sua visionarietà, attraverso la storia di un papa versione rock (“Dio, io e te dobbiamo parlare”) che tenterà di riscrivere le sorti della Chiesa.

Primo Papa americano della storia, Pio XIII, al secolo Lenny Belardo (un eccelso Jude Law), è un personaggio complesso e in conflitto con se stesso, talmente conservatore nelle scelte da rasentare l’oscurantismo, ma pieno di compassione per i deboli e i poveri.

Un uomo molto potente eppure indifferente alle implicazioni della sua autorità, che caparbiamente resiste ai giochi politici che attraversano il Vaticano, gestiti dal potentissimo Segretario di Stato, Cardinale Angelo Voiello (bravissimo Silvio Orlando).

Belardo non ha paura di farsi carico della millenaria missione di difendere Dio e il mondo che Lo rappresenta, tanto meno di perdere consensi a causa di questo.

Tuttavia, addolorato per la perdita degli affetti personali, vive con il timore costante di poter essere abbandonato anche dal suo stesso Dio.

Il proibizionismo

1919. Per tredici lunghissimi anni, dopo la legge del governo degli Stati Uniti per criminalizzare la produzione e la vendita di alcolici, vi è un improvviso aumento di contrabbando.

Nasce il proibizionismo.

Ma si trova sempre una soluzione a tutto e, quindi, per non farsi scoprire dalle autorità, le produzioni illegali di whisky avvengono al “chiaro di luna”. Da quì prende, infatti, il nome dell’alcol di alta gradazione Moonshine.

Certamente, il divieto ha cambiato tutto, costringendo numerosissimi barman a cambiare professione, o addirittura paese, per poter continuare la loro carriera. Ma proprio perché il mondo è vario, altri barman più coraggiosi hanno cominciato ad aprire i cosidetti speakeasies.

Una volta terminato il divieto, gli americani possono finalmente tornare a bere i loro cocktail preferiti legalmente, ma numerosi barman sono scomparsi altrove.

La conseguenza è molto triste per gli amanti dell’alcol, perché mancano le competenze ai nuovi barman. Tantissime ricette sono perse e, come se non bastasse, gli ingredienti segreti degli speakesies sono offuscati e vengono aggiunti i succhi. Nasce una brutta combinazione di barman che non sanno fare i barman, e clienti che non sanno bere un drink come si deve.

Il post-proibizionismo porta un cambiamento della mentalità, arrivando a chiedere i famosi “rum e coca”, i “gin tonic”, o i “vodka e cranberry”.

Nascosti dalle leggi del proibizionismo, vengono alla luce alcol dai nuovi ingredienti che ancora oggi troviamo nei bar, come Campari, Boulevardier, Old Pal.

Vi siete mai chiesti quanti anni hanno i cocktail? Mary Pickford, French 75, Tom Collins, Bees Knees, Bacardi, Martinez, Mai Tai, Long Island, Sea Breeze e tantissimi altri, hanno quasi cento anni!

per descrivere il proibizionismo, una parte del viso di un uomo, si vedono solo metà naso e un occhio, che spuntano in mezzo a un buco a forma di rettangolo in mezzo a una porta di legno scura
Foto di Alberto Blasetti

Jerry thomas Speakeasy secret bar

Come dice il nome speakeasy, che in inglese significa passaparola, per poter accedere a questi bar segreti bisogna essere a conoscenza di una parola segreta.

E non solo, perché non sono facilmente riconoscibili, essendo nascosti nei quartieri dei sexy shop o altri locali che non darebbero nell’occhio. Ad esempio, a Londra c’è Da La Bodega Negra, che è diventato uno dei locali più frequentati di Soho.

Gli U2 vi hanno organizzato la festa di Halloween, e David Beckham ne è un frequente visitatore, con le sue feste esclusive.

Il Beckett’s Kopf di Berlino usa, invece, la foto dello scrittore irlandese Samuel Barclay Beckett come simbolo del locale. Non vi è un’insegna o un’indicazione che faccia capire che quello è effettivamente un bar.

Il Libertine Speak di Toronto si nasconde, invece, dietro l’insegna di un’attività di cartomanzia e lettura della mano.

Diventa, così, un circolo esclusivo per il quale la clientela è disposta a pagare un prezzo più alto rispetto alla media, aumentando il valore del locale.

Twist on classic

Soltanto dieci anni fa, un gruppo di bartender italiano decide di dare vita al club nel cuore di Roma, dove poter sperimentare e condividere nuove miscelazioni, in memoria dei vecchi tempi del proibizionismo.

E’ così che nasce il primo Secret Bar italiano, che da sei anni è nella classifica dei Best 100 bars in the world, al cinquantesimo posto.

Unico scopo del Jerry Thomas Speakeasy, è quello di riportare in vita i vecchi ingredienti ormai dimenticati.

“Twist on classic, i grandi cocktail del Jerry Thomas Project”, è il libro edito per i dieci anni del primo speakeasy in Italia.

Un volume pubblicato da Giunti, che contiene come protagonisti Roberto Artusio, Leonardo Leuci, Antonio Parlapiano e Alessandro Procoli.

L’introduzione è a cura di Jude Law, protagonista del telefilm The Young Pope, che durante le riprese si affacciava spesso al locale.

La prima parte del libro contiene gli ingredienti dei cocktail dal 1250 a.C. ad oggi, fino ad arrivare all’origine dei cocktail moderni. Mentre la seconda parte viene dedicata ai drink con ricetta classica e le loro varianti.

224 pagine che fanno girare la testa solo con la lettura degli ingredienti. Un inizio leggero prima, ovviamente, che prevede l’introduzione alla storia del locale, un po’ come se fosse un tour indiretto. A seguire, le indicazioni su come creare ricette originali partendo dai classici.

“Twist on classic“: un po’ di storia miscelata a quella moderna.

la crew del jerry thomas speakeasy, in ordine da sinistra a destra, alessandro procoli, roberto artusio, antonio parlapiano, e leonardo leuci, suonano tutti insieme un pianoforte, indossano giacca e cravatta, in vestiti eleganti
Foto di Alberto Blasetti
Ana Maria Manea
Ana Maria Manea
Studentessa aspirante insegnante di inglese. Poetessa Dice di sé: “25 anni molto ambiziosa e sognatrice, scrivo poesie fin dal momento in cui ho preso in mano per la prima volta una penna, all'età di 6 anni. A scuola ero una piccola Hermione Granger, e ho sempre amato scrivere. Ma la mia vera passione prende piede all'inizio della mia adolescenza, con la poesia intitolata "Il valore della donna", sul tema della violenza sulle donne. Sono talmente legata alla natura che mi circonda e alla vita, che mi basterebbe anche solo una goccia di pioggia perché l'ispirazione prenda il sopravvento”.
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