Walter Sickert, il pittore di ombre. C’è lui dietro Jack lo Squartatore?

Walter Sickert (31 maggio 1860 – 22 gennaio 1942) è uno tra i pittori più discussi e controversi della storia. Legato a doppio filo a una Londra cupa e misteriosa. La Londra di Camdewn Town e White Chapel. Dalle nebbie grigie e pesanti dei vicoli londinesi una domanda attanaglia e fa discutere da decenni. Sickert è Jack lo Squartatore?

ritratto fotografico in bianco e nero del 1884 di Walter Sickens
Walter Sickert in un ritratto del 1884 – licenza CC

Walter Sickert pittore dei bassifondi

Andiamo per ordine. Walter Richard Sickert, innanzitutto è considerato da alcuni il più grande pittore britannico insieme a Turner e Bacon, con un’importante influenza sull’arte d’avanguardia . Fondatore del Camden Town Group, gruppo di artisti postimpressionisti come Spencer Gore, Harold Gilman, Robert Bevan e pochi altri, Sickert è un nome di grido nella Londra vittoriana. Uomo eccentrico dalle opere spesso macabre e misteriose, i suoi lavori rappresentano la natura squallida e poco affascinante della vita dei bassifondi negli angoli bui di Londra fatta di commercianti di cavalli, venditori ambulanti e prostitute. La sua personalità e i suoi dipinti inquietanti riflettono una Londra malevola che porta a cupe conclusioni sugli esseri umani.

Sickert frequenta i teatri del popolo. Osserva di nascosto i membri del pubblico, caricaturandoli mentre ridono o sbirciano le donne nelle sale da ballo. Vede nel music-hall inglese qualcosa di veramente brutto: una sessualità selvaggia, appena contenuta. Ma le scene della vita notturna londinese di Sickert prendono spunto in realtà dai dipinti dei caffè degli impressionisti francesi, in particolare dal suo preferito, Degas, per poi trasformarsi in paesaggi e personaggi inquietanti.

the old bedford . dipinto a olio di Sickert in  una galleria di rappresentazione teatrale,

La camera da letto di Jack lo Squartatore

Decenni dopo Walter Sickert è sospettato di celare una tremenda identità: quella di Jack Lo Squartatore. L’indizio più compromettente, insieme a molti altri che vedremo: il dipinto la camera da letto di Jack lo Squartatore. L’opera risale agli anni tra il 1905 e il 1907. Sickert dichiara che la sua padrona di casa a Mornington Crescents gli aveva detto che nel 1881 aveva affittato la stanza a un uomo che secondo lei era lo Squartatore.

 dipinto la camera da letto di Jack lo Squartatore. L'opera risale agli anni tra il 1905 e il 1907.
La camera da letto di Jack lo Squartatore

Il modo inquietante e sensuale con cui dipinge la stanza evidenzia senza ombra di dubbio che Sickert nutre un interesse morboso e stranamente personale per i crimini. Infatti dà alla stanza un suggestivo mistero sfumato: è forse una testa di donna quella che si forma nell’ombra?

Nel settembre 1907, mentre Sickert vive ancora lì, il corpo mutilato di Emily Dimmock apre il caso dell’omicidio di Camden Town. Sickert crea diversi dipinti e disegni ad esso correlati. L’omicidio di Camden Town o cosa dobbiamo fare per pagare l’affitto?” mostra un uomo seduto accanto al corpo forse senza vita di una donna. Esplodono nel quadro voyeurismo e violenza, pittura e omicidio.

 L'omicidio di Camden Town o cosa dobbiamo fare per pagare l'affitto? mostra un uomo seduto accanto al corpo forse senza vita di una donna. L'artista stesso paragona con nausea il voyeurismo e la violenza, la pittura e l'omicidio.
The Camden Town Murder The Camden Town Murder or What Shall We Do about the Rent?.*oil on canvas.*25.6 x 35.6 cm.*signed b.r.: Sickert.*ca 1908 licenza cc

I primi sospetti

Durante gli omicidi di Jack lo Squartatore, Sickert ha 28 anni ed è alto poco meno di 6 piedi. Capelli castano chiaro, carnagione chiara e baffi. Si avvicina molto alla descrizione del famigerato serial killer, ma nessuno ha ancora messo Sickert in relazione agli omicidi. La prima volta che Sickert è menzionato in relazione a Jack lo Squartatore risale a decenni dopo la sua morte, negli anni ’70, quando emerge la teoria della cospirazione reale. Sickert è collegato agli omicidi come complice riluttante per coprire il duca di Clarence, il dissoluto nipote della regina Vittoria, la cui passione per prostituirsi nell’East End lo lascia con la sifilide cerebrale.

Il libro di Stephen Knight, Jack lo Squartatore: La Soluzione Finale, descrive benissimo questa ipotesi. Knight spiega che il nome di Walter Sickert, legato a Jack lo Squartatore, viene fuori, per la prima volta, quando un uomo che si professava figlio del pittore e che si faceva chiamare Joseph Sickert, disse che l’artista aveva confessato la sua parte nel complotto poco prima della sua morte nel 1942.

Il direttore della recitazione o prova generale: la fine dell'atto , (ritratto di Helen Carte ), c. 1885 Walter Sickens
Il direttore della recitazione o prova generale: la fine dell’atto , (ritratto di Helen Carte ), c. 1885 licenza CC

I travestimenti

“Fino alla vecchiaia Sickert continuò ad essere un artista consumato che amava apparire in nuovi travestimenti e aveva un numero sconcertante di modi di parlare e di comportarsi. Coloro che lo conoscevano affermavano che era impossibile scoprire l’uomo dietro le sue molteplici personalità ed ego”, afferma una delle maggiori esperte di Sickert Anna Gruetzner Robins. “È stato il potere trasformativo della performance ad affascinarlo davvero”, scrive lo storico dell’arte Billy Rough. Insomma Walter Sickert offre sicuramente, per la sua vita e le sue opere, gran materiale su cui discutere.


Walter Sickert photo by George Charles Beresford 1911.
Walter Sickert photo by George Charles Beresford 1911.jpg licenza CC

Patricia Cornwell Walter Sickert è sicuramente Jack lo Squartatore

I quattro dipinti di Sickert sull’omicidio di Camden Town del 1907 portano anni e anni dopo, la scrittrice americana Patricia Cornwell sostenere che Walter Sickert, in realtà, fosse Jack lo Squartatore. Parliamo di Mornington Crescent Nude del 1907, in cui Sickert ci permette di guardare attraverso una porta aperta una donna che aspetta su un letto. Seni e fianchi sono filtrati da una tenda, ma il suo volto è oscuro, la sua espressione illeggibile. Anche L’Olandese, dipinta nel 1906, ha le gambe rivolte verso lo spettatore, il seno in mostra, ma anche questa volta il suo viso è perduto: c’è infatti un buco nero al posto del naso. Come in un teschio.

La scrittore di gialli americana, che conta più di 100 milioni di libri venduti, ha lavorato con l’ex comandante di Scotland Yard John Grieve e ha avuto accesso alle lettere presumibilmente inviate alla polizia dall’assassino, che sono conservate presso gli Archivi nazionali di Kew. La Cornwell ritiene che una prova fondamentale sia che le filigrane su alcune lettere corrispondono a quelle della carta utilizzata da Sickert. 


Fortuné Méaulle - Whitechapel murder.jpg
Fortuné Méaulle – Whitechapel murder.jpg livenza CC

Dalle lettere al DNA

Un’ indagine estrema che ha portato la Cornwell a tagliare una tela di Wallter Sickert, nella vana speranza di trovare un indizio che lo collegasse all’omicidio e alla mutilazione di cinque prostitute, a spendere circa 2 milioni di sterline per acquistare 31 dei suoi dipinti, alcune delle sue lettere e persino la sua scrivania, per sottoporli al test del DNA.

Nel 2002 pubblica il suo primo libro sul caso Sickert. Nel 2017 afferma di essere “più sicura che mai” del coinvolgimento di Sickert nei famigerati omicidi, poiché l’analisi scientifica ha dimostrato che la carta utilizzata era la stessa utilizzata in alcune delle lettere che lo Squartatore avrebbe inviato alla polizia. Tre lettere firmate da Sickert a dei suoi familiari e due dello Squartatore, infatti, provenivano da una medesima tiratura di soli 24 fogli. La Cornwell crede anche che Sickert abbia continuato a uccidere contando circa 40 vittime .

Richard Shone, che ha curato l’ultima grande mostra di Sickert alla Royal Academy di Londra nel 1992, in merito alla distruzione della tela da parte della scrittrice Patricia Cornwell, ha dichiarato: “Non posso credere che abbia fatto questo, è una falsa pista. Mi sembra tutto mostruosamente stupido. È così ossessionata che non le importa la distruzione di un dipinto di un artista così bravo per dare credito a questa stupida teoria? Se anche Sickert fosse Jack lo Squartatore ciò non lo giustificherebbe. È come smontare un Caravaggio per indagare sull’accoltellamento che ha subito coinvolto. È pazzesco.”

 Mornington Crescent Nude
Mornington Crescent Nude – licenza CC

Portrait of a Killer: Jack lo Squartatore—Case Closed

La Cornwell, nel suo libro Portrait of a Killer: Jack lo Squartatore—Case Closed, sostiene che Sickert avesse il profilo psicologico di un assassino. Afferma che molti dei suoi dipinti e schizzi seguono un tema violentemente misogino. Nel libro mette in risalto come gli omicidi coincidono con il matrimonio del caro amico e mentore di Sickert, il famoso pittore James Abbott McNeill Whistler che, in seguito, prese le distanze da Sickert. La Cornwell sostiene che questo matrimonio e la fine dell’amicizia hanno fornito la scintilla che ha esacerbato la rabbia latente contro il sesso opposto.

La scrittrice afferma, infine, che il genio artistico di Sickert è utile per camuffare la calligrafia quando inviava le lettere a Scotland Yard. Sottolinea anche che i dipinti e gli schizzi di Sickert, alcuni dei quali mostrano donne in pose prostrate, siano molto simili alle vittime sulle scene del crimine.

il libro in cui la Cornwell sostiene che Sickert sia Jack lo Squartatore.

Jean Overton Fuller anche per lui Sickert è Jack lo Squartatore

Un altro sostenitore della tesi che Walter Sickert sia Jack lo Squartatore è Jean Overton Fuller. Fuller pubblicò un libro intitolato Sickert and the Ripper Crimes, che si basava sulle prove fornite a sua madre da Florence Pash, una collega di Sickert. Pash, ormai anziana si confida con la madre di Fuller, svelandole il terribile segreto che aveva custodito per tanti anni: Sickert era la vera identità di Jack lo Squartatore. 

“Nessuno meno di voi, è in grado di giudicare, la perfezione raggiunta dalla mia arte”.

dal film La vera Storia di Jack lo Squartatore)

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Monica Col
Monica Col
Vicedirettore di Zetatielle Magazine e responsabile della sezione Arte. Un lungo passato come cronista de “Il Corriere Rivoli15" e “Luna Nuova”. Ha collaborato alla redazione del “Giornale indipendente di Pianezza", e di vari altri giornali comunali. Premiata in vari concorsi letterari come Piazza Alfieri ( 2018) e Historica ( salone del libro 2019). Cura l’ufficio stampa di Parco Commerciale Dora per la rassegna estiva .Cura dal due anni la promozione della Fondazione Carlo Bossone,. Ha curato per quattro anni l'ufficio stampa del progetto contro la violenza di genere promosso da "Rossoindelebile", e della galleria d’arte “Ambulatorio dell’Arte “. Ha curato l'ufficio stampa e comunicazione del Movimento artistico spontaneo GoArtFactory per tre anni. Ha collaborato come ufficio stampa in determinati eventi del Rotary distretto 2031. Ė Presidente dell 'Associazione di promozione sociale e culturale "Le tre Dimensioni ", che promuove l' arte , la cultura e l'informazione e formazione artistica in collaborazione con le associazioni e istituzioni del territorio. Segue la comunicazione per varie aziende Piemontesi. Dice di sé: “L’arte dello scrivere consiste nel far dimenticare al lettore che ci stiamo servendo di parole. È questo secondo me il significato vero della scrittura. Non parole, ma emozioni. Quando riesci ad arrivare al cuore dei lettori, quando scrivi degli altri ma racconti te stesso, quando racconti il mondo, quando racconti l’uomo. Quando la scrittura non è infilare una parola dietro l’altra in modo armonico, ma creare un’armonia di voci, di sensazioni, di corse attraverso i sentimenti più intensi, attraverso anche la realtà più cruda. Questo per me è il vero significato dello scrivere".