Il caso Costa Rica: investire green rende felici

Investire green è ormai un orizzonte finanziario certo a cui si affidano i risparmiatori: ne è un esempio il caso del Costa Rica, classificato nell’Happy Planet Index tra i paesi più felici al mondo. «Per ripristinare le foreste sono stati piantati milioni di alberi ed oltre il 98% dell’energia proviene da fonti rinnovabili» spiegano gli specialisti di Ener2Crowd, la piattaforma ed app per gli investimenti sostenibili tra le primissime in Italia ad essere autorizzate dalla CONSOB.

Anche la decarbonizzazione ha un suo mercato e una sua redditività economica. Ad esempio, lo sapete che ogni tonnellata di CO2 evitata rende 184 euro all’anno? E lo sapete che questa quotazione corrisponde al doppio del costo sul mercato degli ETS (Enti del Terzo Settore)?

«Sul mercato “obbligato” di scambio dei titoli di CO2, una tonnellata vale oggi oltre 100 euro e si prevede che anche i titoli di carbonio “volontari” arrivino presto oltre tale valore, ma l’investimento promosso con gli strumenti della finanza alternativa sostenibile rende di più» osservano gli analisti di Ener2Crowd.com.

«Il Costa Rica è un esempio lampante di come gli investimenti green possano portare non solo benefici economici, ma anche felicità e benessere» sottolinea Giorgio Mottironi, CSO e co-fondatore della società benefit Ener2Crowd, Chief Analyst del GreenVestingForum, il forum della finanza alternativa verde, nonché Special Assistant to the Secretary-General for Environmental and Scientific Affairs dell’Organizzazione Mondiale per le Relazioni Internazionali (WOIR).

Il caso Costa Rica

Questo piccolo Paese dell’America Centrale ha adottato un approccio olistico alla sostenibilità ambientale e sociale, investendo massicciamente in energia rinnovabile e nella conservazione delle foreste: oltre il 98% dell’energia proviene da fonti rinnovabili e per ripristinare le foreste sono stati piantati milioni di alberi, portando ad una riduzione significativa delle emissioni di CO2 e ad un aumento del turismo ecologico che ha a sua volta stimolato l’economia locale e creato nuovi posti di lavoro.

«Ma, oltre ai benefici economici, gli investimenti green hanno contribuito a migliorare la qualità della vita dei costaricani. Grazie alla sua politica di sostenibilità, all’accesso a risorse naturali incontaminate e ad una forte comunità coesa, il Paese è classificato tra i più felici al mondo» puntualizza Niccolò Sovico, CEO e co-fondatore della società benefit Ener2Crowd specializzata in finanza alternativa.

Come lo dimostra il caso del Costa Rica, investire per bilanciare la propria impronta di carbonio non è solo una scelta responsabile per il pianeta, ma può anche essere un’opportunità redditizia, attraverso la quale migliorare significativamente la qualità della vita ed il benessere generale.

«Alla fine, fare la scelta giusta per l’ambiente può rendere felici anche noi» sintetizzano gli analisti di Ener2Crowd, la piattaforma ed app numero 1 in Italia per gli investimenti sostenibili, che con oltre 13.000 membri della community è nel contempo il più grande movimento finanziario di matrice sociale ed il più grande fondo di investimento diffuso nella transizione energetica presente oggi in Italia.

Questo valore, la piattaforma vuole trasferirlo anche ai più ricchi, agli HNWI, per i quali “investire in modo sostenibile” può essere l’opportunità di fare la cosa giusta, testimoniando il ruolo positivo che possono avere, anche in relazione ai  loro standard di vita e stili di consumo.

Essere sostenibili passa per il sentirsi sostenibili

«Anche chi è apparentemente lontano dalla sostenibilità e non vuole abbandonare le sue abitudini può compiere un’azione finanziaria in grado di bilanciare i suoi impatti in modo efficace ed incontestabile, andando a mitigare il “senso di colpa” di cui molto spesso vorrebbe liberarsi ma non sa come fare. Non lo chiameremmo propriamente “indulgenza” ma certamente può essere un passaporto di sostenibilità importante» dicono gli esperti di Ener2Crowd.com.

L’idea della piattaforma è quella di includere persone “capienti” che vogliano “sentirsi sostenibili” aggiungendo un investimento significativo in chiave ESG nella loro capacità di spesa, per potenziare e sottolineare l’importanza della collaborazione tra diverse componenti e istanze della società in cui viviamo, verso un obiettivo di prosperità comune.

«Se sei abituato a spendere che siano 2, 5 o 10 mila euro al mese, possiamo individuare una cifra da investire in grado di bilanciare gli impatti di tali consumi e creare ulteriore disponibilità economica. Il tutto tramite un portafoglio certificato ESG»assicura Giorgio Mottironi.

I prodotti “green”, sono davvero “green”?

La piattaforma ha anche creato gli indicatori della finanza alternativa green, un aspetto che manca negli analoghi strumenti di investimento presenti oggi sul mercato. «Pochissimi strumenti di investimento mettono a disposizione informazioni chiare sugli obiettivi ambientali ed è così che il 49% degli investimenti verdi finisce in aziende grigie» sottolinea Niccolò Sovico.

Questo nuovo mondo della finanza aveva bisogno di dimostrare di essere in grado di muoversi a sostegno della necessaria transizione sostenibile che il settore industriale e quello produttivo devono oggi affrontare per continuare a fornire al sistema economico prodotti e servizi il cui utilizzo non rappresenti un fattore di minaccia per il futuro della nostra specie e degli altri esseri viventi. Le priorità dovrebbero essere la riduzione delle emissioni di gas climalteranti, un’equa redistribuzione di opportunità e risorse, la riduzione delle disuguaglianze e dei fenomeni di sfruttamento dell’ambiente e delle persone, il supporto alle comunità la cui sussistenza ed esistenza sia minacciata dai fenomeni collegati al cambiamento climatico, e la gestione trasparente delle organizzazioni e riequilibrio dei salari.

«Ogni persona, quando sceglie o gli viene proposto un prodotto finanziario targato “ESG” o “Green”, dovrebbe fare una semplicissima domanda al suo interlocutore: “quante emissioni di CO2 contribuirà ad abbattere ogni anno il mio investimento?”» aggiunge il CEO di Ener2Crowd.com.

«Queste “verità”, descritte in modo così immediato dai numeri nei nostri “Quaderni di EES”(bit.ly/412Gvux), sono tali —prosegue Niccolò Sovicograzie alla trasparenza che Ener2Crowd è riuscita a fare nel correlare l’attività finanziaria  ai suoi conseguenti impatti ambientali».

GreenVesting e Green Investing

«Tra “GreenVesting” e “Green Investing” vi è una sottile differenza lessicale e di ritmo sonoro, ma una profondissima differenza concettuale che vale la pena di approfondire» puntualizza Giorgio Mottironi che al riguardo cita The Economist (“Green investing is red hot but its impact is underwhelming”). «I riferimenti sono chiari —spiega Mottironie raccontano di un’onda che monta (quella del Green Investing) che però rischia di andare a bagnare una piccolissima porzione di spiaggia: le aziende listate sui mercati di borsa sono infatti responsabili del 14% delle emissioni globali, arrivando anche al 32% se si calcolano le emissioni collegate alla vendita di petrolio».

Secondo il Chief Analyst del GreenVestingForum, per spiegare i rischi del concentramento di enormi risorse finanziare attraverso i canali tradizionali (vecchi, complessi, resistenti al cambiamento, poco efficienti e ben controllabili da pochi) rispetto a come è configurato un intero sistema produttivo di mercato, la migliore analogia è quella di un sistema di secchi impilati, collegati tra loro, in cui il riempimento degli ultimi è dovuto al riempimento dei precedenti e così via a risalire fino al primo: l’acqua che riempie i secchi sono i capitali che arrivano a sostenere la transizione energetica nelle varie aziende o comparti aziendali. 

investimenti green - nella fot una vignetta divisa in due parti: da una dei secchi blu con dell'acqua rossa che li riempe e li riversa e rappresenta la finanza tradizionale, dall'altra parte dei secchi verdi impilati che raccolgono acqua verde che rappresenta la finanza alternativa greenvesting

Immagine di copertina generata con IA Bing

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Wako Kid
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Musicista giramondo Dice di sé: Amo viaggiare, conoscere luoghi, persone, meglio se diverse e lontane dalla propria cultura, per osservare, conoscere, approfondire, ampliando cosi il bagaglio di esperienze vissute. Sono curioso e sempre in cerca della verità, intesa come giustizia del vero. Amo tutto ciò che è genuina espressione di sentimenti e emozioni umane. Dall’arte e letteratura, alla pittura, fino alla cucina e alle tradizioni popolari. La musica, sia classica che moderna, è la mia passione più importante, alla quale dedica maggior spazio e dedizione.
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